
Son House è il mentore di Robert Johnson e di Muddy Waters, ma soprattutto il capostipite della tradizione folk blues. Un’infanzia vissuta nelle campagne attorno al Delta del Mississippi, un’adolescenza segnata dal trasferimento a New Orleans e da un matrimonio troppo precoce, al quale seguono il divorzio, la conversione al cristianesimo e la reclusione dopo una sparatoria al juke joint dove suonava…
La vita di Son House, insomma, è tra le storie più classiche che il blues possa regalarci, anche se guardando più attentamente qualcosa di atipico c’è: Son House odiava il blues, odiava suonare la chitarra e se ne è mantenuto attentamente lontano fino all’età di venticinque anni, quando un suo amico gli ha mostrato per la prima volta lo stile bottleneck.
Da quel momento, la storia di Son House è cambiata completamente.
Caratterizzata da una chitarra slide assolutamente unica e da un cantato profondamente emotivo, la musica di Son House è diventata durante gli anni ’30 il metro di paragone per chiunque volesse suonare blues, nonché una delle fonti di ispirazione principali per tutti gli aspiranti musicisti di quei tempi.