Keith Richards parla del nuovo album degli Stones e della ristampa di “Talk Is Cheap”

In un’intervista esclusiva rilasciata a Ernesto Assante, per “Repubblica”, Keith Richards si racconta partendo dal suo primo album da solista del 1988, “Talk Is Cheap”, di cui uscirà una ristampa il 29 marzo.
Il disco, registrato ai tempi con gli X-Pensive Winos, arrivò in un momento di pausa dai Rolling Stones e fu un modo per il chitarrista di mettersi in gioco anche come frontman.
Keef si mise così alla guida di quello che lui stesso ancora oggi definisce un “dream team”, composto da Steve Jordan, Ivan Neville e Waddy Wachtel, e iniziò a scrivere canzoni. Per dirla con le sue parole, in verità: “le canzoni non decido di scriverle, mi arrivano e basta. A me accade così, mi siedo al piano, inizio a strimpellare un rhythm'n'blues e aspetto, pian piano sento la differenza, le mie mani iniziano a muoversi in direzioni misteriose e sento una voce nella mia testa, qualcosa che mi muove e mi colpisce e mi porta verso determinate note, non ho mai saputo esattamente cosa fosse. Il mio mestiere è sempre stato quello di scrivere canzoni che Mick Jagger possa cantare e quindi so muovermi all'interno di quei parametri. Scrivere con Steve Jordan era diverso, ma il feeling che avevamo era fenomenale, ci capivamo al volo. Ed è ancora così, è ancora uno dei miei migliori amici”.
A 75 anni suonati, Keith non smette di pensare al futuro e fino alla fine di luglio sarà al lavoro con Mick e soci su un nuovo album, il primo di inediti dopo "A Bigger Bang" del 2005. Pare siano già state effettuate parecchie incisioni: tutto materiale dall’impronta decisamente blues che hanno lasciato la band molto soddisfatta.
Inoltre, ci sarà un nuovo tour americano che vedrà impegnati gli Stones tra aprile e giugno.
Guai a chiedergli se ha intenzione di appendere la chitarra al chiodo: la risposta è un fermo “no”. Perché per Keef la musica rimane sempre la cosa più importante: “Non va bene nulla? Suoni e tutto si aggiusta. Sei arrabbiato? Sei annoiato? Suoni e le cose cambiano verso. Per me è esattamente come respirare, non ne posso fare a meno”.