Freddie Mercury, la scienza cerca di spiegare la sua voce 'incredibile'. E non ci riesce...
Il medico austriaco Christian Herbst, uno dei massimi studiosi di voce umana in attività, ha pubblicato uno studio - acquistabile a questo indirizzo - sulla rivista scientifica specializzata Logopedics Phoniatrics Vocology riguardante la voce dello scomparso frontman dei Queen Freddie Mercury.
La ricerca si è prefissata lo scopo di scoprire - attraverso l'analisi non solo delle tracce vocali registrate dall'artista durante le session in studio ma anche delle riprese effettuate durante interviste radiofoniche e televisive - quali processi e peculierità anatomiche e fisiologiche abbiamo potuto conferire all'artista nato a Zanzibar il 5 settembre 1946 doti vocali così uniche.
Dalle analisi delle registrazioni è emerso che Mercury parlando aveva normalmente una tonalità da baritono, ma - cantando - riusciva a coprire con la sua estensione vocale tre ottave: intervallo, questo, stimato per difetto, perché, a detta di Herbst e dello staff che ha condotto la ricerca, in più di un'occasione sono stati registrati picchi fuori dal range indicato nella ricerca poi pubblicata.
L'unicità della voce di Mercury, tuttavia, non è - ovviamente - solo questione di estensione e intonazione: l'indagine ha anche esaminato le subarmoniche - sorta di "doppia voce" prodotta utilizzando, inconsapevolmente o dopo aver appreso una specifica tecnica, le diverse cavità presenti nel cavo orale - e il vibrato presenti nelle registrazioni, che dimostrano solo come una combinazione unica e irripetibile di fattori abbia potuto dare vita a una voce tanto particolare.
"Lo scopo della ricerca è stato quello di descrivere il suo stile canoro obiettivamente, con gli adeguati medoti empirici, concentrandosi non solo sull'acustica, ma cercando di capire cosa stesse succedendo nella laringe", ha dichiarato Herbst alla BBC, che ha spiegato come uno dei segreti del sodale di Brian May fosse la "particolare abilità nel modificare la sua conformazione laringea alle proprie esigenze musicali". La scomparsa del cantante, tuttavia, ha impedito al ricercatore di indagare ulteriormente sui processi fisici in grado di spiegare la timbrica e l'abilità di modulazione dell'artista, che quindi, anche per la scienza, resteranno un mistero. O una specie di magia, giusto per citare uno dei brani più celebri dei Queen.
"Freddie Mercury è stato un cantante incredibile per capacità e versatilità, capace di prodursi in una gamma molto ampia di espressioni artistiche vocali", ha concluso Herbst, ammettendo: "Il fatto che i Queen siano uno dei miei gruppi preferiti da quando ero ragazzo è stato certamente un ulteriore incentivo a condurre questa ricerca".