David Bowie, esce l'autobiografia del batterista Woody Woodmansey 'Spider From Mars: My Life With Bowie'

Verrà distribuita a partire dal prossimo 2 novembre "Spider From Mars: My Life With Bowie", autobiografia di Woody Woodmansey, batterista della band che, tra il '70 e il '73, accompagnò il Duca Bianco in studio per la session di "The Man Who Sold the World" (1970), "Hunky Dory" (1971), "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars" (1972) e "Aladdin Sane" (1973): il volume, edito da Sidgwick & Jackson e disponibile al prezzo di 18 sterline e 99 centesimi, narra degli anni più selvaggi della carriera dell'artista britannico, in particolare quelli compresi tra la "morte programmata" dell'alter ego Ziggy Stardust e la seconda metà degli anni Settanta.
L'edizione online del Daily Mail ne anticipa alcuni passaggi: Woodmansey, in apertura, ricorda la telefonata - ricevuta un'ora e mezza prima delle sue nozze - con la quale il manager di Bowie lo licenziò per aver protestato, sei mesi prima, perché la paga della band venisse ritoccata al rialzo. "Fu un confronto duro", ricorda il batterista: "Bowie, che poi scoprii essere stato sotto cocaina per praticamente tutto il tour, ci disse: 'Siete solo una cazzo di band spalla: il vostro lavoro potrebbe farlo chiunque'".
Originario di Hull, Woodmansey - all'epoca poco più che ventenne - fu chiamato a Londra direttamente da Bowie, su consiglio di Mick Ronson. Lui, ovviamente, accettò, ma i suoi genitori non la presero affatto bene: "I miei impazzirono. Mi madre scoppiò a piangere. Mio padre si mise a urlare: 'Ti sei rincoglionito? Ti hanno appena offerto un posto fisso da Votex'?".
Dopo i primi contatti col mondo di Bowie - "Sua moglie Angie si presentò dicendomi 'sono lesbica': una roba strana da dire per presentarsi" - e le prime esaltanti esperienze sopra i palchi (e nei camerini), i primi segnali di involuzione del gruppo di lavoro iniziarono a manifestarsi durante la seconda trasferta americana, nel 1972. "David arrivava in limousine e non alloggiava negli stessi albergi dove stava il suo gruppo. Cercavamo di comunicare con lui, sempre senza successo. Più tardi, ammise che all'epoca il suo problema erano le droghe". Dopo aver scoperto che i musicisti aggiunti venivano pagati molto più degli "interni" della sua band, Woodmansey - d'accordo con Ronson - si fece portavoce delle istanze degli Spiders From Mars, con gli esiti che tutti sappiamo. Il bassista Trevor Bolder protestò con il suo datore di lavoro, definendo "disgustosa" la trovata di licenziare il batterista proprio nel giorno delle sue nozze. Bowie gelò anche lui: "Te ne puoi andare affanculo anche tu. Farò in fretta a trovare un altro bassista".
"Suonammo a New York l'8 gennaio 2016", spiega Woodmansey nelle ultime pagine: "Era il compleanno di David, e Tony [Visconti], a metà serata, gli telefonò convincendo il pubblico a cantargli 'Tanti auguri'. Lui ringraziò tutti, ci augurò buona fortuna per il tour, e riattaccò. [...] Tre giorni dopo eravamo a Toronto quando arrivò la notizia della sua morte". Poi, il bilancio finale della sua esperienza con Bowie: "Abbiamo vissuto una vita nel giro di pochi anni".