
Il compositore e produttore britannico fino al '73 in forze nei Roxy Music ha negato l'autorizzazione alla compagnia di ballo israeliana Batsheva di utilizzare un suo brano nel corso dello spettacolo che il collettivo porterà in scena domani a Torino Danza nell'ambito del festival MiTo: a motivare la scelta è stato lo stesso Brian Eno per mezzo di un comunicato diramato dalla BDS - Boycott, Divestment and Sanctions, movimento internazionale di opposizione al governo di Tel Aviv per la linea adottata nei confronti della questione palestinese al quale lo stesso Eno aderisce. "Non voglio che la mia musica sia concessa in licenza per qualsiasi evento promosso dall'ambasciata israeliana", ha spiegato l'artista, che pure ha espresso rammarico all'indirizzo della Batsheva per il provvedimento. "E’ un dialogo tra loro, Eno ha fatto bene se in coscienza non se la sentiva", ha spiegato all'edizione online della Stampa Gigi Critoforetti, direttore della manifestazione: "Però la nostra scelta di invitare uno spettacolo bellissimo non è in alcun modo politica. E’ pura arte e dentro un teatro la politica non deve entrare, al di là delle opinioni personali di ciascuno, che vanno sempre rispettate".
Insieme a Roger Waters, Brian Eno è uno dei più accesi sostenitori del movimento BDS nella comunità musicale internazionale: nel 2015 i due, insieme a colleghi come il già frontman dei Verve Richard Ashcroft e a esponenti di spicco del panorama culturale britannico come il regista Ken Loach, firmarono un accordo di boicottaggio culturale ai danni di Israele modellato su quello elaborato per il Sudafrica ai tempi dell'apartheid.