
A poco meno di un anno da "Lotus”, Elisa torna con un nuovo disco - interamente di inediti - intitolato “Pearl days”. Trainato dal tormentone “Together”, che rischia di bissare il successo di “Broken”, registrato a Los Angeles sotto la produzione di Glen Ballard (al fianco di Alanis Morissette in “Jagged little pill”, e di No Doubt, Anastacia e Dave Matthews Band), “Pearl days” è il disco rock di Elisa, squisitamente speculare rispetto alle atmosfere acustiche e rarefatte di “Lotus”. “Ho voluto separare queste due anime per sviscerare entrambe le caratteristiche dei brani. Realizzare un unico disco con i momenti migliori di ‘Lotus’ e ‘Pearl days’ sarebbe stato troppo normale, così come fare un doppio album con un primo disco acustico e l’altro elettrico. Pubblicandoli separatamente non ho tolto spazio e spessore a nessuno dei due progetti”. Il messaggio del titolo è questo: “giorni di perle”. E sottolinea l’importanza del tempo, di quanto sia prezioso. Tutto il progetto sembra essere destinato anche al mercato estero, obiettivo che però a Elisa non sembra interessare. “Io non ragiono su un prodotto, non è il mio lavoro. Realizzo il mio album e non penso a chi possa ascoltarlo. E’ come se ogni mio disco fosse un piatto di spaghetti: io cucino, ma chi ha fame viene e mangia. E io sono contenta. Ma finisce lì”. Fra i molti produttori in circolazione, perché proprio Glen Ballard? “E’ molto aereo, esplosivo. E’ rock ma allo stesso tempo ha un grande respiro melodico. E’ un produttore con tantissima esperienza, straordinario anche come musicista. Sapevo che mi avrebbe veramente aiutato”. Quanto ha influito sul sound del disco? “Direi il 50%, se non di più. Ci siamo trovati, questa è la cosa importante. Io ho portato le canzoni con accordi e voce, poi le abbiamo arrangiate assieme. Non c’erano confini, lavoravamo ognuno sulle idee dell’altro: mentre magari io 'smanettavo' sulla tastiera, a lui veniva in mente una cosa, e così via… Ci siamo stimolati l’un l’altro. Devo moltissimo a Glen per il sound del disco”. I musicisti che suonano nel disco però, non sono i soliti che da anni accompagnano Elisa. Fra gli altri, sono stati chiamati il batterista Matt Chamberlain (fra le sue collaborazioni ricordiamo quelle con Tori Amos e Macy Gray) e il chitarrista Tim Pierce (con Phil Collins, Jon Bon Jovi e Rod Stewart). “Sono i collaboratori di Glen, persone con cui lavora spesso. Quando ho deciso di lavorare con lui non volevo imporgli i miei musicisti. Era giusto che si circondasse delle persone con cui si sentiva più a suo agio e che gli davano le cose di cui aveva bisogno. Sono dei musicisti straordinari e io non posso che essere soddisfatta. Poi, dal vivo, eseguirò le nuove canzoni col mio gruppo”. Il tour di Elisa partirà il primo febbraio da Trieste e proseguirà fino a fine marzo con oltre 20 date (nei palazzetti, dopo il tour acustico nei teatri di “Lotus”), per poi riprendere in estate in anfiteatri e piazze. Un'anteprima dello spettacolo sarò proposta il 10 dicembre al Filaforum di Assago (MI). Molti gli impegni per il futuro, ma per il momento nessuna partecipazione a Sanremo in vista. Hai visto il nuovo regolamento che suddivide gli artisti in categorie? “No, non ne ho idea”. Ci torneresti? “Non lo so, non ho per il momento canzoni in italiano. Se un giorno farò un disco in italiano forse sì…”.
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