
Credits: Jessica Gaudioso
Torna uno dei gruppi italiani più amati da critica e pubblico: i Tiromancino. Con “La descrizione di un attimo” e “In continuo movimento” il gruppo di Federico Zampaglione è riuscito a mettere d’accordo tutti. E ora si ripresenta con “Illusioni parallele”, disco in uscita il 1° ottobre, che riprende il discorso lì dove era stato interrotto. Ovvero una fusione tra suoni elettronici e strumenti suonati, ovvero la “firma” musicale del gruppo. “Questo mix ci permette di spaziare di più: abbiamo un suono da band, che non rinuncia alla sperimentazione. Questo rende tutto più vario”, ha spiegato a Rockol Federico Zampaglione.
Aiutato dagli ormai fidi Andrea Pesce e Luigi Pulcinelli (subentrati nel gruppo dopo la scissione del 2001 – vedi news), Zampaglione è però andato avanti. “Illusioni parallele” è quello che lui stesso definisce un disco di “elettronica suonata”: “Abbiamo utilizzato tutte le tecnologie elettroniche, a partire da Pro-Tools, ma rielaborando solo dei suoni prodotti in precedenza da noi stessi. In pratica ci siamo autocampionati. Il che ha dato al tutto delle dinamiche da disco suonato, però con questa colorazione elettronica”, racconta.
Dal punto di vista dei testi, Zampaglione racconta l’origine “onirica” del titolo: “Nasce da una riflessione un po’ contorta. Ovvero: posto che esiste una realtà con i suoi sogni, e posto che esistano dei mondi paralleli, esistono anche delle illusioni parallele. Intendo dire che, in qualche modo, sognare è qualcosa di fondamentale, anche se di questi tempi viene visto come una cosa un po’ da stupidi. Alcuni sogni possano essere più vividi della realtà, in alcuni casi. Non vorrei sembrare Marzullo, ma credo che l’illusione possa aiutarti nella vita”.
Una collaborazione (quasi) inedita e comunque singolare, è quella tra Zampaglione e il padre Domenico, che cofirma quattro canzoni. “Ecco, parlando di sogni, scrivere con mio padre era un grande desiderio”, dice con orgoglio Federico. “Avevamo già scritto assieme, ma mai in modo così corposo. Qui abbiamo scritto insieme quattro canzoni: lui è un musicista ma anche un professore di filosofia, ed insieme abbiamo lavorato principalmente sui testi. Mi ha dato delle bellissime immagini, dei suggerimenti importanti”.
“E’ una persona importantissima”, continua, “anche per la mia carriera: mi ha istradato alla musica e mi ha sempre sostenuto, anche nei momenti difficili che inevitabilmente passa chi cerca di fare il musicista. Grazie papà!”.
E, parlando di collaborazioni, anche “Illusioni parallele” ospita alcuni colleghi, dopo la presenza di Elisa e Meg in “In continuo movimento”. La prima presenza è quella di Dalla. Una presenza indiretta, ma forte. Dopo la cover di “Com’è profondo il mare”, i Tiromancino hanno rifatto “Felicità”: “E’ fondamentalmente uno dei miei migliori amici, oltre che una fonte d’ispirazione”, spiega Federico. “Sono molto legato al repertorio di fine anni ’70 sia dal punto di vista letterario che per l’innovazione. Capita spesso che ci si veda e che ci si frequenti. Una volta dovevamo incontrarci e lui era in ritardo come al solito. Per ingannare l’attesa il suo fonico mi ha chiesto se non volevo cantare qualcosa. Così ho inciso questa versione di ‘Felicità’, che è un pezzo quasi dimenticato del suo repertorio. Quando è arrivato e l’ha ascoltata, a lui è piaciuta moltissimo, e mi ha convinto a tenerla nel disco”.
Poi ci sono – fisicamente presenti - con la loro voce, due ospiti, uno noto e l’altro meno. “Manuel Agnelli è diventato un amico”, racconta Zampaglione. “E gli Afterhours sono uno dei miei gruppi preferiti. Ultimamente ci siamo frequentati parecchio, sia sul palco che fuori. Così quando ho avuto per le mani ‘Esplode’ gli ho proposto il duetto: la canzone gli è piaciuta, e l’ha cantata con me. Credo però che quello di invitare ospiti famosi sia spesso un vezzo per impreziosire i dischi. Ci sono un sacco di artisti sconosciuti come Nicole Pellicani. E’ una promessa, e ci sembrava giusto dare spazio a persone che hanno talento e cose da dire, ma non ancora la visibilità per farlo. Speriamo che il pubblico la apprezzi”.
Aiutato dagli ormai fidi Andrea Pesce e Luigi Pulcinelli (subentrati nel gruppo dopo la scissione del 2001 – vedi news), Zampaglione è però andato avanti. “Illusioni parallele” è quello che lui stesso definisce un disco di “elettronica suonata”: “Abbiamo utilizzato tutte le tecnologie elettroniche, a partire da Pro-Tools, ma rielaborando solo dei suoni prodotti in precedenza da noi stessi. In pratica ci siamo autocampionati. Il che ha dato al tutto delle dinamiche da disco suonato, però con questa colorazione elettronica”, racconta.
Dal punto di vista dei testi, Zampaglione racconta l’origine “onirica” del titolo: “Nasce da una riflessione un po’ contorta. Ovvero: posto che esiste una realtà con i suoi sogni, e posto che esistano dei mondi paralleli, esistono anche delle illusioni parallele. Intendo dire che, in qualche modo, sognare è qualcosa di fondamentale, anche se di questi tempi viene visto come una cosa un po’ da stupidi. Alcuni sogni possano essere più vividi della realtà, in alcuni casi. Non vorrei sembrare Marzullo, ma credo che l’illusione possa aiutarti nella vita”.
Una collaborazione (quasi) inedita e comunque singolare, è quella tra Zampaglione e il padre Domenico, che cofirma quattro canzoni. “Ecco, parlando di sogni, scrivere con mio padre era un grande desiderio”, dice con orgoglio Federico. “Avevamo già scritto assieme, ma mai in modo così corposo. Qui abbiamo scritto insieme quattro canzoni: lui è un musicista ma anche un professore di filosofia, ed insieme abbiamo lavorato principalmente sui testi. Mi ha dato delle bellissime immagini, dei suggerimenti importanti”.
“E’ una persona importantissima”, continua, “anche per la mia carriera: mi ha istradato alla musica e mi ha sempre sostenuto, anche nei momenti difficili che inevitabilmente passa chi cerca di fare il musicista. Grazie papà!”.
E, parlando di collaborazioni, anche “Illusioni parallele” ospita alcuni colleghi, dopo la presenza di Elisa e Meg in “In continuo movimento”. La prima presenza è quella di Dalla. Una presenza indiretta, ma forte. Dopo la cover di “Com’è profondo il mare”, i Tiromancino hanno rifatto “Felicità”: “E’ fondamentalmente uno dei miei migliori amici, oltre che una fonte d’ispirazione”, spiega Federico. “Sono molto legato al repertorio di fine anni ’70 sia dal punto di vista letterario che per l’innovazione. Capita spesso che ci si veda e che ci si frequenti. Una volta dovevamo incontrarci e lui era in ritardo come al solito. Per ingannare l’attesa il suo fonico mi ha chiesto se non volevo cantare qualcosa. Così ho inciso questa versione di ‘Felicità’, che è un pezzo quasi dimenticato del suo repertorio. Quando è arrivato e l’ha ascoltata, a lui è piaciuta moltissimo, e mi ha convinto a tenerla nel disco”.
Poi ci sono – fisicamente presenti - con la loro voce, due ospiti, uno noto e l’altro meno. “Manuel Agnelli è diventato un amico”, racconta Zampaglione. “E gli Afterhours sono uno dei miei gruppi preferiti. Ultimamente ci siamo frequentati parecchio, sia sul palco che fuori. Così quando ho avuto per le mani ‘Esplode’ gli ho proposto il duetto: la canzone gli è piaciuta, e l’ha cantata con me. Credo però che quello di invitare ospiti famosi sia spesso un vezzo per impreziosire i dischi. Ci sono un sacco di artisti sconosciuti come Nicole Pellicani. E’ una promessa, e ci sembrava giusto dare spazio a persone che hanno talento e cose da dire, ma non ancora la visibilità per farlo. Speriamo che il pubblico la apprezzi”.
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