Neil Young ha deciso di regalare ai suoi fan una nuova composizione, in versione live, da ascoltare in streaming online. Si tratta di una protest song intitolata "Who's gonna stand up", registrata durante un'esibizione dello scorso luglio - coi Crazy Horse - a Liverpool (UK).
"Who's gonna stand up" è una bella jam in salsa folk rock, di quelle old school (utilizzata, tra le altre cose, per la chiusura del set del suo concerto di Barolo, lo scorso luglio), con uno Young in gran forma e tanta voglia di lottare contro l'avidità e la sconsideratezza delle grandi corporation petrolifere, legate al mercato dei combustibili fossili - oltre che portatore del tipico, ma mai inattuale, messaggio rivolto all'azione, per evitare le gravi conseguenze che l'umanità dovrà affrontare se continuerà su questa strada.
L'argomento, ultimamente, è molto sentito dal cantautore canadese, che è rimasto molto colpito dalla visione del documentario "Under the influence" - tanto che, insieme al brano, nel suo sito ufficiale ne ha postata anche una sinossi e un link per invogliare il suo pubblico a documentarsi e guardarlo.
Young, peraltro, non è nuovo all'ambito delle protest song e nei suoi 50 anni di carriera ne ha scritta più di una. Nel 1972, con Nash, compose "War song", indirizzata al presidente Nixon; nel 1970 pubblicò "Ohio", dopo i gravi fatti dell'università di Kent State, dove la Guardia Nazionale statunitense uccise alcuni studenti durante una manifestazione. E poi ancora, "Alabama" parla di diritti civili e "Living with war" del 2006 è una critica dell'operato del presidente Bush.