Raige, arriva l'album 'Buongiorno L.A.': 'Il rap italiano? Immobile e passivo'
Quando il rap è un affare di famiglia andare d’accordo non è sempre così scontato. Se da una parte i Tarducci (Fabri Fibra e il fratello minore Nesli) da anni hanno un rapporti contrastato, a fare da contraltare ci pensa la famiglia Vell: Jari e Alex meglio conosciuti come Ensi e Raige. Dopo aver mosso i primi passi rap assieme (formavano il trio degli Onemic insieme all’amico Rayden) hanno poi sfornato album solisti ed è ora il momento per Raige di giocarsi la carta di una major: “Al momento vedo solo lati positivi dalla mia esperienza con la Warner. Sono al centro di un progetto con persone che credono in quello che faccio. 'Buongiorno L.A.' ha a mio avviso la qualità per farsi notare nel panorama delle uscite rap. Spero sia un disco capace di rimanere nella memoria degli appassionati”, dice del suo disco, in uscita oggi 20 maggio.
All’ascolto il disco ricorda il sound di Emis Killa: “Emiliano è un peso massimo del rap italiano, come mio fratello, anche lui viene dal freestyle. Riguardo all’accostamento mi auguro di vendere quanto lui”.
Raige si descrive un lettore onnivoro e ben poco amante della tv: “La guardo poco, anche se nel disco cito qualche trasmissione e personaggio del piccolo schermo, più che altro in chiave negativa”. E si inserisce nell'attuale querelle sul rap italiano oggetto anche del recente singolo di Mondo Marcio “Ne parlo in 'R.A.I.G.E.'. Il problema del rap italiano è proprio il rap italiano. E’ immobile e passivo, cambia forma ma non contenuto. Vedo saccheggi a piene mani, scopiazzature clamorose ma chi decreta il successo di questi rapper non ha consapevolezza di questa rimasticatura. Sono copie di copie”. Nomi? “Preferisco non farne”. E in positivo? “Ovviamente i miei compagni di vita in metrica Ensi e Rayden, poi potrei citare Johnny Marsiglia, ma i nomi validi sono diversi”.
La struttura musicale del disco è a firma di Mastermaind: “Uno dei migliori produttori rap in Italia oltre che un eccellente polistrumentista. Il disco è stato scritto assieme, poi lui lo ha pure suonato”.
Pochi i featuring: “Nei dischi metto tutto me stesso, rimane poco spazio per altri. Simona Molinari è l’eccezione perché la trovo una cantante straordinaria e ben si sposa con quello che reputo due dei miei punti forti e distintivi: interpretazione e melodia all’interno del rap”. Anche in tema di autoreferenzialità, Raige dimostra di avere le idee chiare: “Nel disco mi concedo solo un pezzo palesemente autocelebrativo. L’egocentrismo è alla base di un artista della mia scena, se non ne hai, fai altro nella vita. Allo stesso tempo però sono consapevole che quello che partorisce la mia penna è la mia forza ma anche una responsabilità. Adesso vedremo se ho centrato pensieri, suoni e momento giusto”.
(Fabrizio Zanoni)