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Contest, Tourbus Chiavi in Mano: in viaggio a Londra con Red Bull

Anche quest'anno il Tourbus di Red Bull si è acceso e ha iniziato a scaldare i motori: il contest "on the road" ideato da Red Bull e dedicato a tutti gli artisti emergenti italiani, nel 2013 è giunto alla sua quarta edizione e ha registrato più di 1000 partecipanti provenienti da tutto il Paese. Tra questi, una giuria tecnica ha selezionato 20 nomi che hanno poi avuto accesso alla finale del concorso (insieme ad altri 4 selezionati dagli utenti per un totale di 24 finalisti) nella quale, giudizio di pubblico e degli addetti ai lavori hanno decretato i vincitori lo scorso 20 dicembre: gli Andes Empire.  

LEGGI QUI L'INTERVISTA ALLA BAND VINCITRICE

 

Il primo premio messo in palio da Red Bull ha permesso al gruppo di realizzare un proprio singolo con una fase di pre-produzione ai Rocker Studio di Sesto San Giovanni e la produzione vera e propria ai Red Bull Studios di Londra sotto la guida di Oliviero "Olly" Riva, leader dei Fire. Una volta ultimato il brano, la band salirà a bordo e sul  palco del Tourbus e partirà in un tour  in giro per la Sardegna, esibendosi nell'ambito di alcune feste universitarie. Attualmente sono già confermati i live di Cagliari, il 23 maggio, e diSassari il 24. Il format del bus in realtà è stato pensato per i grandi festival estivi stranieri, sia per gli ampi spazi messi a disposizione sia  per la maggiore attenzione che in generale all'estero viene rivolta alla musica emergente. Così, puntare sulle realtà universitarie parrebbe essere il modo migliore per sfruttare al massimo le potenzialità di richiamo che un bus del genere, dotato di un suo palco, dal design e dalla tecnologia all'avanguardia possono esercitare sui giovani. E allo stesso tempo dare il giusto spazio ai giovani artisti e alla loro musica. 

 

  Alla guida artistica - e spirituale - del concorso, dal 2013  c'è Mario Riso che ha deciso di mettere la propria esperienza a disposizione dei giovani musicisti in erba: "Sono molto contento di poter essere direttore artistico di questo progetto. Sono 11 anni che mi dedico alla musica emergente e dal 2013 ho avuto modo di prende parte a questo concorso che vuole sopratutto creare dare voce a chi si impegna con la propria musica. Abbiamo concretizzato una serie di opportunità che non sono mai state messe a disposizione di nessun giovane musicista. E le adesioni non si sono fatte aspettare: "I numeri ci stanno dando ragione visto che posso dire con certezza che in questo momento il contest è il più importante in Italia per gli emergenti. Non solo per i numeri, ma anche per lo spessore delle possibilità che offre. La produzione di un disco in uno studio prestigioso sotto la guida di Olly, l'utilizzo di strumenti che di solito si vedono solo in fotografia, portare la propria musica dal vivo suonando sul tetto di un tourbus… non sono cose che capitano tutti i giorni, no?"  

 Ad affiancarlo in questo viaggio, il batterista nonché co-fondatore di Rock Tv (e Hip Hop Tv) ha chiamato a raccolta alcuni suoi amici "di qualità", per dar vita a una giuria artisticamente completa, non soltanto dal punto di vista prettamente musicale: ed ecco allora Pierluigi Ferrantini (frontman dei Velvet), il direttore di Sky Sport Fabio Guadagnini, Enrico Ruggeri, Daniel Marcoccia, Livio Magnini produttore tra gli altri di Bluvertigo e BloodyBeetroots, Olly Riva, Stef Burns, la conduttrice televisiva e giornalista Vera Spadini, Saturnino e Franco "Franky" Li Causi (ex Negrita): "ono 10 artisti e personaggi della comunicazione di livello ed esperienza e il loro giudizio è da prendere in considerazione, non è una giuria improvvisata. Ma gente competente."

 

Ma, tra i partecipanti del Tourbus Chiavi in Mano, non è solo la miglior band a vincere perché il concorso prevede la premiazione di diverse altre categorie. Mario ci ha spiegato: "Abbiamo istituito anche diversi altri premi come miglior chitarrista, miglior bassista, miglior look, miglior batteria etc etc. Alcune delle aziende miglior del settore hanno messo a disposizione dei premi per questi ragazzi che hanno dimostrato di essere bravi e di essere all'altezza a prescindere dal fatto che magari suonino in una band che non se la può giocare. Se tu sei un ottimo musicista, ma suoni nella band sbagliata forse non otterrai mai niente. Un po' come nel calcio… Se nasci in Svezia e sei Ibrahimovich non vincerai mai, ma rimani uno dei giocatori più forti del mondo. Quindi con Red Bull abbiamo voluto premiare le individualità pur essendo la musica un gioco di squadra."

 

Con Mario, Olly, gli Andes Empire e i ragazzi di Red Bull ci siamo recati a Londra e abbiamo passato la giornata ai Red Bull Studios di Tooley Street, a due passi dal Tower Bridge e dalla City, centro pulsante della finanza internazionale, per seguire da vicino le dinamiche di produzione del nuovo brano del trio romano.

Tre ampie sale luminose che danno direttamente sulla strada, divani e divanetti di ogni genere, un ping pong e un calcetto balilla, una cucina dalla quale attingere liberamente per qualsiasi motivo ("make yourself at home", ci ripetono i ragazzi che lavorano lì), un palchetto, altri divanetti, strumenti musicali vintage cosparsi qua e là, libri e dischi ci accolgono prima di raggiungere la saletta vera e propria: insomma, un ostello della gioventù più che degli studi di registrazione. L'ambiente è decisamente giovane, attrezzato e tecnologico. La conferma arriva anche dallo stesso Olly che dopo una lunga giornata di lavoro al mixer ci ha raccontato: "C'è la sensazione di entrare in un posto pro, all'avanguardia. Prendi l SSL 4000 (nella foto sotto, ndr)  cha abbiamo utilizzato. E' una line di banchi mixer che ha fatto la storia della musica, dal rockabilly all'elettronica ed è diventato un po' uno standard a livello internazionale dagli anni '80. Usare un equalizzatore del genere è un po' come uscire con una modella perché è molto sinuoso. Poi sono così precisi e hanno il pregio e il difetto di far sembrare bello qualsiasi cosa. Se vieni a Londra speri sempre di portare a casa sensazioni ed esperienze differenti, nel modo di vivere la discografia o il recording. Un respiro certamente più internazionale. In italia abbiamo sempre la sindrome di dover piacere solo a noi stessi. Chi registra di norma ha la fissa di piacere a un pubblico. Mentre ho notato che quando gli spiegavo dove volevo portare la registrazione lui mi guardava come per dire 'ma perché me lo stai dicendo?ok, non ti devi spiegare'. Come se fosse palese che, siccome io sono il produttore ho il desiderio di portare il sound dei ragazzi in una direzione. Da noi questa cosa non avviene. Vedere che c'è tutta questa interazione con un fonico che fa elettronica e che nello stesso studio la settimana dopo fa crossover e matel è figo. In Italia c'è lo studio che fa una cosa sola di solito, difficile trovarne uno che fa dal liscio ai Sepultura. "

 

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"Riportare fiducia nei concorsi", questo è la direzione in cui Mario vuole muovere il suo lavoro: "Nessuno ne ha. Sembrano inutili, ma si devono fare le cose da professionisti. Io l'ho sempre fatto con tutti i contest. Io ascolto tutto e tutti e rispondo a tutti sopratutto. Quest'anno ho avuto 1357 iscritti e ho mandato una mail a ognuno. Memorizzo tutto quello che sento, poi me li segno però ho tutto in memoria. Sono metodico."

Come buon proposito per il nuovo anno, ovvero per l'edizione 2014, Mario ha intenzione di puntare sulla comunicazione: "Voglio potenziarla al punto da diventare maniacale. Aggiornare quotidianamente quello che avviene, quante band sono state ascoltate quel giorno per esempio, come si chiamano e chi sono. Voglio creare un senso di appartenenza."

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