
Si apre con un vibrante comunicato del direttore generale della RAI, Luigi Gubitosi, la conferenza stampa quotidiana dell’organizzazione – tratta questioni politico-economiche, e non siamo la sede per riferirne. Seguono gli istituzionali ringraziamenti del vicesindaco di Sanremo, poi i numeri degli ascolti, secondo liturgia. “Straordinaria soddisfazione” esprime Giancarlo Leone, direttore di Rai Uno, prima di dare la parola a Fabio Fazio, che rievoca l’episodio di cronaca in apertura della serata di ieri sera e si dice orgoglioso dell’esibizione di Ligabue, poi Luciana Littizzetto esalta la generosità di Raffaella Carrà e si passa alle domande.
Un giornalista della sala stampa recrimina sui risultati delle votazioni di ieri sera, sostanzialmente accusando il televoto di aver privilegiato la canzone meno “importante” e quindi rivendicando al voto della sala stampa un orientamento più “alto” e colto – si temono, in attesa dei dati (promessi), delusioni per i colleghi saccenti. Nando Pagnoncelli dell’IPSOS svela immediatamente i dettagli. Il giudizio della sala stampa coincide con quello del televoto per cinque cantanti su sette; fanno eccezione Raphael Gualazzi & Bloody Beetroots e Cristiano De André, i due casi in cui la sala stampa ha votato diversamente dal televoto (e per la canzone sconfitta). Come volevasi dimostrare. Dato che televoto e voto della sala stampa “pesavano” al 50% ciascuno, non si vede cosa ci sia da lagnarsi.
A titolo personale, l’autore della presente notizia conferma di aver votato – sia nei due casi citati sia in tutti gli altri casi – per la canzone che poi ha vinto, e rivendica orgogliosamente la propria conformità al gusto popolare, quindi la propria alterità rispetto all’atteggiamento corrente della cosiddetta stampa musicale.