
Claudio Baglioni ha presentato oggi all'Hotel Duke di Roma il suo ultimo album, intitolato "Sono io l'uomo della storia accanto" (tredici inediti per 75 minuti di musica), disponibile nei negozi il prossimo venerdì. Un disco dove prevalgono la melodia, le note alte, e dove non ci sono "brani di punta".
Un album su cui ha lavorato 10 mesi. "Una volata – ha detto Baglioni – perché volevo tentare di scrivere e realizzare un disco meno strutturato, meno pensato rispetto a quelli precedenti".
Non è un album-storia, ci tiene subito a dirlo, ma comunque alla fine un sottile legame tra i brani c'è, ed è l'amore, nelle sue diverse sfaccettature. Si va dal primo singolo "Sono io", una ballata acustica che traccia un bilancio di quello che è stato ed è mancato, per proseguire poi con "Tutto un abbraccio", indicato come il prossimo singolo che parla di amori infelici.
C'è poi l'amore filiale, in "Grand'uomo", scritta per il figlio (una sorta di seguito di "Avrai") e in "Patapan", con un pensiero invece al padre morto. "Tra genitori e figli c'è veramente una distanza notevole dei tempi e dei ruoli istituzionali – spiega Baglioni – il padre ti indica la via, ti rassicura, con un figlio invece nasce la speranza di vivere il futuro".
Scorrendo ancora l'album troviamo "Requiem", brano nato in occasione di una serata per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari e "Serenata in Sol", la canzone più divertente del disco, nata in una solitaria giornata trascorsa ad Ansedonia, in Toscana. "Quando scrivo ho bisogno di stare da solo, forse perché sono figlio unico – dice Baglioni - ma quella volta la solitudine pesava e allora ho preso la chitarra ed è nato il ritornello un po' rappeggiante che recita così: 'Sono solo sotto il sol e so solo un solo in sol'".
Gli ultimi due brani sono più corali: "E' una visione di un insieme come se questi tanti io di cui canto prima divenissero una sola cosa: 'Per incanto e per amore' è una grande preghiera scritta sulla cantata n. 147 di Bach dove esprimo il desiderio di amare ogni individuo".
"Aspettavamo questo 2000 come un traguardo – spiega Baglioni - una partenza per un nuovo viaggio. Invece la sensazione generale è che non sia cambiato niente. Vivo un momento di nuova confusione. Qualche anno fa mi sembrava di averne meno. C'è la sensazione che i tanti vecchi vizi di noi italiani non siano stati abbandonati. Si stanno creando cittadini di un tipo e cittadini di un altro. Questo clima è insopportabile, ogni dibattito politico è basato sulla capacità di interruzione, di dare delle colpe. Penso che spesso i politici dimentichino il loro lavoro".
E' nato un nuovo Baglioni politico? "No", ha precisato il cantante: "Io già cerco di dare meno fastidio possibile come cantante, figuriamoci scendere in campo".
Poi si torna a parlare di musica. Dei progetti futuri, magari un album di cover come Franco Battiato, ma riproponendo canzoni dei primi anni '60, quelle cantate da Morandi, Pavone. Sulla musica che invece ascolta nei momenti di pausa, Baglioni confessa di preferire David Sylvian, Radiohead e Bjork. "Non sono comunque un grande ascoltatore – spiega l'artista – nel mondo della musica si dice che nessuno ascolti i colleghi, ma li sorvegli".
Le ultime parole, infine, il cantante le spende per i concerti: aspettatevi anche tre ore di spettacolo. "I miei live sono sempre lunghi – ride – ci saranno ballerini, attori e musicanti che abbiamo cercato in questi mesi anche tramite il sito Internet. Presenterò il nuovo album, intervallato da vecchi successi".
Le date in programma, per ora, sono: il 14 giugno a Ancona, il 19 giugno a Milano, il 23 giugno a Padova, il 27 giugno a Firenze, il primo luglio a Roma, il 5 luglio a Napoli e il 12 luglio a Catania.
Non è un album-storia, ci tiene subito a dirlo, ma comunque alla fine un sottile legame tra i brani c'è, ed è l'amore, nelle sue diverse sfaccettature. Si va dal primo singolo "Sono io", una ballata acustica che traccia un bilancio di quello che è stato ed è mancato, per proseguire poi con "Tutto un abbraccio", indicato come il prossimo singolo che parla di amori infelici.
C'è poi l'amore filiale, in "Grand'uomo", scritta per il figlio (una sorta di seguito di "Avrai") e in "Patapan", con un pensiero invece al padre morto. "Tra genitori e figli c'è veramente una distanza notevole dei tempi e dei ruoli istituzionali – spiega Baglioni – il padre ti indica la via, ti rassicura, con un figlio invece nasce la speranza di vivere il futuro".
Scorrendo ancora l'album troviamo "Requiem", brano nato in occasione di una serata per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari e "Serenata in Sol", la canzone più divertente del disco, nata in una solitaria giornata trascorsa ad Ansedonia, in Toscana. "Quando scrivo ho bisogno di stare da solo, forse perché sono figlio unico – dice Baglioni - ma quella volta la solitudine pesava e allora ho preso la chitarra ed è nato il ritornello un po' rappeggiante che recita così: 'Sono solo sotto il sol e so solo un solo in sol'".
Gli ultimi due brani sono più corali: "E' una visione di un insieme come se questi tanti io di cui canto prima divenissero una sola cosa: 'Per incanto e per amore' è una grande preghiera scritta sulla cantata n. 147 di Bach dove esprimo il desiderio di amare ogni individuo".
"Aspettavamo questo 2000 come un traguardo – spiega Baglioni - una partenza per un nuovo viaggio. Invece la sensazione generale è che non sia cambiato niente. Vivo un momento di nuova confusione. Qualche anno fa mi sembrava di averne meno. C'è la sensazione che i tanti vecchi vizi di noi italiani non siano stati abbandonati. Si stanno creando cittadini di un tipo e cittadini di un altro. Questo clima è insopportabile, ogni dibattito politico è basato sulla capacità di interruzione, di dare delle colpe. Penso che spesso i politici dimentichino il loro lavoro".
E' nato un nuovo Baglioni politico? "No", ha precisato il cantante: "Io già cerco di dare meno fastidio possibile come cantante, figuriamoci scendere in campo".
Poi si torna a parlare di musica. Dei progetti futuri, magari un album di cover come Franco Battiato, ma riproponendo canzoni dei primi anni '60, quelle cantate da Morandi, Pavone. Sulla musica che invece ascolta nei momenti di pausa, Baglioni confessa di preferire David Sylvian, Radiohead e Bjork. "Non sono comunque un grande ascoltatore – spiega l'artista – nel mondo della musica si dice che nessuno ascolti i colleghi, ma li sorvegli".
Le ultime parole, infine, il cantante le spende per i concerti: aspettatevi anche tre ore di spettacolo. "I miei live sono sempre lunghi – ride – ci saranno ballerini, attori e musicanti che abbiamo cercato in questi mesi anche tramite il sito Internet. Presenterò il nuovo album, intervallato da vecchi successi".
Le date in programma, per ora, sono: il 14 giugno a Ancona, il 19 giugno a Milano, il 23 giugno a Padova, il 27 giugno a Firenze, il primo luglio a Roma, il 5 luglio a Napoli e il 12 luglio a Catania.
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