Unire le proprie voci e contrastare la guerra degli Stati Uniti d’America contro l’Iraq.
Questo è il chiaro messaggio che una consistente schiera di artisti americani, nella quale militano tra gli altri Ani DiFranco, Michael Franti e Chuck D, ha deciso di sostenere pubblicamente e far arrivare al presidente, George W. Bush. Il prossimo 31 gennaio questi artisti, raccolti sotto il significativo cartello “Not in our name” (Non nel nostro nome), si esibiranno in un grande concerto contro la guerra presso il Berkeley Community Theater, nella baia di San Francisco. Sul palco assieme ai già citati musicisti, gli Spearhead (gruppo di Franti), Saul Williams e i Fine Arts Militia (band che accompagnerà Chuck D).
Sul sito del nuovo gruppo di pressione, www.notinourname.com, si legge: “Noi crediamo che come cittadini degli Stati Uniti d’America sia nostro dovere opporci alle ingiustizie che il nostro governo sta commettendo nel nostro nome. La guerra in Iraq? La guerra nel mondo? Non nel nostro nome”.
I ricavati del concerto andranno a favore del Central Committee For Conscientious Objectors and the Name In Our Name Project.
Questo è il chiaro messaggio che una consistente schiera di artisti americani, nella quale militano tra gli altri Ani DiFranco, Michael Franti e Chuck D, ha deciso di sostenere pubblicamente e far arrivare al presidente, George W. Bush. Il prossimo 31 gennaio questi artisti, raccolti sotto il significativo cartello “Not in our name” (Non nel nostro nome), si esibiranno in un grande concerto contro la guerra presso il Berkeley Community Theater, nella baia di San Francisco. Sul palco assieme ai già citati musicisti, gli Spearhead (gruppo di Franti), Saul Williams e i Fine Arts Militia (band che accompagnerà Chuck D).
Sul sito del nuovo gruppo di pressione, www.notinourname.com, si legge: “Noi crediamo che come cittadini degli Stati Uniti d’America sia nostro dovere opporci alle ingiustizie che il nostro governo sta commettendo nel nostro nome. La guerra in Iraq? La guerra nel mondo? Non nel nostro nome”.
I ricavati del concerto andranno a favore del Central Committee For Conscientious Objectors and the Name In Our Name Project.
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