Dietro le pelli di una batteria Marina Rei accompagna il concerto del Primo Maggio di piazza San Giovanni, a Roma, nella sua parte centrale: si parte con una "quasi spoken word", intensa ma dilatata "Qui è dentro", alla quale seguono "Vola via" e la più concitata "Orizzonti". La prima fiammata del pomeriggio, tuttavia, arriva con la presa del palco da parte de Il Teatro degli Orrori: nel backstage ballano anche i "colleghi" (garantiamo su Max Casacci, che ha assistito a parte del set a pochi passi dalla nostra postazione, e su Dente che dimostra di sapere a memoria "Compagnia Teresa"), e la pit zone fronte palco diventa una bolgia già dall'attacco di "Non vedo l'ora", alla quale succedono la tiratissima "Compagna Teresa" ("Canzone d'amore partigiano", la introduce Capovilla) e "La canzone di Tom" ("La canzone per un amico che non c'è più, che se n'è andato e che non tornerà, per le morti bianche, uno scandalo che non grida ma che chiede giustizia"). Per potenza e intensità, la band veneta tocca, per ora, quello che è stato uno dei picchi della giornata di oggi: se ne accorge la piazza, risvegliata dal torpore imposto alla scaletta dalle dichiarazioni dei rappresentanti sindacali nel backstage che ha fatto piombare la piazza nel silenzione per una decina di minuti scarsa.
Difficile fare meglio, dopo di loro, e la scomoda posizione, il programma, la assegna ai californiani Young The Giant, (eccezion fatta per la compagnia di Stomp) gli unici stranieri previsti dal cartellone: loro ce la mettono tutta (anche a parlare in italiano, con un breve saluto nella nostra lingua rivolto alla folla dal cantante), con un set che fa sfodera senza troppi complimenti "My body" (con quel ritornello così simile a "Spirit in the sky" da non poter non essere un richiamo alla danza per la piazza) e la hit "Cough syrup", lasciando alla cover di Tom Petty "American girl" il congendo con il pubblico. Ora non resta che attendere la terza parte dello show, che vedrà sul palco Subsonica, Caparezza e soprattutto il tributo alla storia del rock firmato Mauro Pagani.
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