
Se si eccettua qualche sporadica esibizione in situazioni particolari (come il Brescia Music Art di 3 anni fa), erano diversi anni che non si vedeva Alberto Fortis suonare in Italia, precisamente dai concerti negli atenei tenuti per promuovere il suo precedente album, “Dentro il giardino” (’95), e l’attesa era alta. Alberto Fortis è tornato ad esibirsi dal vivo davanti a 300 persone in un’occasione del tutto speciale, uno dei concerti serali organizzati nel proprio auditorio da Radio Italia Solo Musica Italiana e trasmessi in diretta contemporanea su radio e satellite. Fisico asciutto come sempre, un filo di baffi sul volto da eterno adolescente, appena scavato dal passare degli anni, Fortis si è presentato sul palco accolto dal boato entusiastico del pubblico, in buona parte rappresentato dagli iscritti al suo fanclub (www.fortisfansclub.it), anche se non mancavano appassionati e rappresentanti della stampa. L’intro di “Hey mama” ha permesso ai musicisti di posizionarsi (un’ottima band composta da Stefano Brandoni alla chitarra, Roberto Galassi alle tastiere, Ivan Ceccarelli alla batteria e Franco Cristaldi – coproduttore del nuovo album di Alberto Fortis, “Angeldom” – al basso) prima dell’inizio del concerto vero e proprio, aperto dalla splendida “Vita ch’è vita”, uno dei migliori brani di Fortis proveniente da un album del 1990, “Carta del cielo”. Poi due salti indietro significativi e commoventi, “Il duomo di notte” e “Milano e Vincenzo”, cantati in coro con il pubblico, prima ascoltare uno dei nuovi brani estratti da “Angeldom”, “Sitar”. Arriva il primo scambio di battute con il pubblico ed è l’occasione per ritrovare, nelle sue parole, il Fortis sognatore e ispirato, capace di emozionare parlando di angeli, dimensioni parallele, spiritualità e arte, di un mondo da poter vivere con la speranza di cambiarne le modalità spesso folli. Il pubblico apprezza, si torna alla musica con “La nena del Salvador”, poi altri due pezzi nuovi, “Lerò” – cantata con un ospite particolare, un bambino, Giacomo Cristaldi, figlio di Franco che durante l’esibizione lo guarda compiaciuto da dietro il basso – e “I feel fine”, uno dei momenti migliori del nuovo lavoro. Poi arrivano “La ragazza di Monument Valley”, che riallaccia i fili con un’altra grande passione di Alberto, quella per i nativi americani, e a seguire “Settembre”, “Cercherò di te” e “La sedia di lillà” – apice del concerto in quanto a brividi – eseguite tutte con il contributo di un coro gospel, il Blue Cathedral Choir diretto da Francesca Olivieri. C’è ancora tempo per i complimenti del pubblico prima degli ultimi due brani, “Un prato a rovescio” e “Sapere volare”, entrambi estratti da “Angeldom”.
Il ritorno live di Fortis, una vera e propria anteprima in attesa del tour che partirà ad aprile, ha dimostrato, seppur con qualche comprensibile sbavatura, quanto bene l’artista di “Angeldom” potrebbe fare in un tour organizzato, e ha dato anche qualche indicazione su quello che potrebbe essere il suono live, decisamente più credibile e denso di quello registrato su disco. In alcuni momenti, forse, non tutto era perfettamente amalgamato, e questo ha finito per penalizzare proprio la voce di Fortis; alcuni arrangiamenti sembravano ancora non definitivi, ma nell’insieme non sono mancate le emozioni. Speriamo che dopo aver passato un po’ di anni impegnato in continui ritorni in scena e successive sparizioni, Fortis decida adesso di fermarsi in Italia e di regalare al pubblico un po’ della sua musica. A giudicare da questo rientro, c’è molta gente che non aspetta altro.
Il ritorno live di Fortis, una vera e propria anteprima in attesa del tour che partirà ad aprile, ha dimostrato, seppur con qualche comprensibile sbavatura, quanto bene l’artista di “Angeldom” potrebbe fare in un tour organizzato, e ha dato anche qualche indicazione su quello che potrebbe essere il suono live, decisamente più credibile e denso di quello registrato su disco. In alcuni momenti, forse, non tutto era perfettamente amalgamato, e questo ha finito per penalizzare proprio la voce di Fortis; alcuni arrangiamenti sembravano ancora non definitivi, ma nell’insieme non sono mancate le emozioni. Speriamo che dopo aver passato un po’ di anni impegnato in continui ritorni in scena e successive sparizioni, Fortis decida adesso di fermarsi in Italia e di regalare al pubblico un po’ della sua musica. A giudicare da questo rientro, c’è molta gente che non aspetta altro.
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