
Un lungo articolo è dedicato da La Stampa alla scelta di adottare il grande successo di Caterina Caselli “Nessuno mi può giudicare” come inno del Gay Pride. L’artista, oggi discografica di successo, viene intervistata a tal riguardo da Marinella Venegoni: ecco alcuni passaggi dell’intervista.
Che cosa ha pensato, quando ha saputo del disco per la causa omosessuale? «Sono contenta. Se le canzoni sono vive, decenni dopo l’uscita, e se vengono utilizzate, è segno che fanno parte dell’inconscio collettivo».
Perché proprio questa canzone, di tante che ce n’è?
«Perché contiene nel testo degli argomenti che possono mettere in evidenza i diritti di chi la utilizza. E’ un ulteriore segno che non era solo una canzonetta; aveva nel suo Dna una longevità che nessuno immaginava. Qui c’è la frase "Ognuno ha il diritto di vivere come può", e credo che sottolinei l’esigenza di chi l’ha scelta».
Ci è ancora affezionata?
«Ci tengo e come, a quella canzone. Quando l’ho interpretata ero una ragazzina».
Come leggeva allora lei il senso generale?
«C’era una ragazza che litigava con un ragazzo per difendere le proprie idee. E non è la prima volta che viene usata per una causa: era stata presa come canzone di rottura anche nel periodo delle femministe, perché prendeva posizione. Poi, anche un grande stilista, Coveri, la metteva su alla fine di ogni sfilata».
Che cosa pensa Caterina Caselli dell’invito a uscire allo scoperto che molti omosessuali stanno rivolgendo ai loro compagni con ruoli pubblici?
«Io sono per il totale diritto di tutti di esprimere ciò che pensano: purché questo diritto non vada a ledere il diritto altrui. Ognuno ha diritto di essere quello che è, ma nel suo desiderio non ci debbono essere violenze di nessun genere».
Parteciperà alla manifestazione di Roma?
«No, quel giorno sarò a Taormina, per la finale del Festival del Cinema: ci sono Filippa Giordano ed Elisa che cantano».
Come manager della canzone, lei ha lanciato molte ragazze.
«Ma no, ho lanciato anche uomini: pensi a Bocelli. Ci sono dei cicli. Io guardo la creatività: il talento non ha sesso».
In una breve nella stessa pagina, si ricorda inoltre che la casa discografica Virgin pubblica in questi giorni una compilation intitolata “World pride 2000”, nella quale include tantissime icone gay, come Gloria Gaynor e Sylvester.
Che cosa ha pensato, quando ha saputo del disco per la causa omosessuale? «Sono contenta. Se le canzoni sono vive, decenni dopo l’uscita, e se vengono utilizzate, è segno che fanno parte dell’inconscio collettivo».
Perché proprio questa canzone, di tante che ce n’è?
«Perché contiene nel testo degli argomenti che possono mettere in evidenza i diritti di chi la utilizza. E’ un ulteriore segno che non era solo una canzonetta; aveva nel suo Dna una longevità che nessuno immaginava. Qui c’è la frase "Ognuno ha il diritto di vivere come può", e credo che sottolinei l’esigenza di chi l’ha scelta».
Ci è ancora affezionata?
«Ci tengo e come, a quella canzone. Quando l’ho interpretata ero una ragazzina».
Come leggeva allora lei il senso generale?
«C’era una ragazza che litigava con un ragazzo per difendere le proprie idee. E non è la prima volta che viene usata per una causa: era stata presa come canzone di rottura anche nel periodo delle femministe, perché prendeva posizione. Poi, anche un grande stilista, Coveri, la metteva su alla fine di ogni sfilata».
Che cosa pensa Caterina Caselli dell’invito a uscire allo scoperto che molti omosessuali stanno rivolgendo ai loro compagni con ruoli pubblici?
«Io sono per il totale diritto di tutti di esprimere ciò che pensano: purché questo diritto non vada a ledere il diritto altrui. Ognuno ha diritto di essere quello che è, ma nel suo desiderio non ci debbono essere violenze di nessun genere».
Parteciperà alla manifestazione di Roma?
«No, quel giorno sarò a Taormina, per la finale del Festival del Cinema: ci sono Filippa Giordano ed Elisa che cantano».
Come manager della canzone, lei ha lanciato molte ragazze.
«Ma no, ho lanciato anche uomini: pensi a Bocelli. Ci sono dei cicli. Io guardo la creatività: il talento non ha sesso».
In una breve nella stessa pagina, si ricorda inoltre che la casa discografica Virgin pubblica in questi giorni una compilation intitolata “World pride 2000”, nella quale include tantissime icone gay, come Gloria Gaynor e Sylvester.
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