Una delle caratteristiche dei bolognesi Lunapop è che hanno 90 anni in 5: ovvero, più o meno, diciott'anni a testa. Considerato che Cesare Cremonini, voce e leader del gruppo, ne ha 19, mentre Nicola "Ballo" Balestri, bassista, non è ancora maggiorenne. Che altro dire di loro? Che con "50 Special" sono da 4 mesi in classifica, e che un mesetto fa sono arrivati al numero 1 della chart dei singoli in Italia. Sarà perché hanno facce simpatiche, oppure perché il brano in questione è dedicato a un oggetto che fa (saldamente) parte dell'immaginario collettivo degli italiani di diverse generazioni: la Vespa? A rispondere alle domande di Rockol c'è proprio Cesare Cremonini, che non sembra particolarmente stressato dal successo:
«Come vuoi che ci si senta? Benissimo! E' chiaro, non eravamo pronti. Per questo arrivare in testa alle classifiche è stato davvero bellissimo. Chi se l'aspettava?»
Come avete festeggiato?
«In tutti i modi possibili. Personalmente, mi sono fatto fare un tatuaggio "tribale" sulla spalla. Mi fa ancora male, ma mi ero ripromesso di farlo, se avessi avuto fortuna con la musica?»
Voi, comunque, di pop e dintorni siete appassionati da un bel pezzo...
«Sì, suoniamo assieme da più di due anni. Eravamo lì lì per scoraggiarci!»
Beh, considera che c'è gente che va avanti per secoli, a cercare di far musica.
«In effetti è vero, a noi è andata davvero di lusso. Però, in quello che facciamo, abbiamo sempre creduto. E questo è importante, non pensi?»
Ma come vi siete conosciuti?
«A scuola. Io e Gabriele, il chitarrista, siamo compagni di classe fin dalla prima elementare. Gli altri si sono aggiunti nel tempo. Amici di amici, oppure si usciva assieme. Non siamo un gruppo costruito a tavolino, tipo le boy-bands, insomma!»
Che punti di riferimento avevate in mente, quando avete cominciato?
«Innanzitutto Queen e Beatles. Poi gli Oasis, e il Brit-pop in genere. Non che la nostra musica sia solo quello: c'è molto altro, anzi. Tra poche ore, quando uscirà il disco, ve ne accorgerete!»
In effetti attorno al vostro album di debutto, "Squerez?", c'è una grande aspettativa. Come potrebbe essere altrimenti, considerato che il vostro singolo ha venduto 60.000 copie?
«Bella cifra, vero? E infatti adesso siamo pieni di impegni: ci invitano alle trasmissioni, in radio, a suonare dal vivo. Guarda, non so cosa sarà di noi in futuro: però già quello che ci è capitato finora basterebbe a stordire chiunque!»
C'è qualcosa che ti farebbe cambiare idea sull'opportunità di continuare a fare questo mestiere?
«Mi piacerebbe non perdere mai la passione per quello che faccio. Spero di non trovarmi mai in una situazione simile; ma se capitasse, vorrei avere la forza di rendermi conto che non ne vale più la pena. A me la musica piace davvero: noi Lunapop non pretendiamo di dare chissà quale contributo alla storia del pop. Ma con le nostre canzoni vorremmo almeno divertire la gente, interessarla. Se non ci riusciremo, faremo qualcosa di diverso».