
Lo sfruttamento del mito continua. Yoko Ono e la Capitol Records sono molto
arrabbiati con Frederic Seaman, già assistente di John Lennon, che si
sarebbe appropriato di materiale fotografico e di altri oggetti che erano
appartenuti all'artista negli ultimi anni della sua vita.
La vedova Lennon ha infatti dichiarato pubblicamente che «Seaman ha
elaborato un piano complesso, subito dopo l'assassinio di John, per venire
in possesso di alcuni dei suoi oggetti che, sebbene senza valore economico,
avevano un'importante significato affettivo. Tra le altre cose, alcuni
diari». Un'aggravante: Seaman li avrebbe sottratti a Yoko Ono prelevandoli
direttamente dal suo appartamento, durante il suo periodo di lutto; e pur
avendone restituiti alcuni su sollecitazione della vedova, avrebbe però
trattenuto «centinaia di fotografie della famiglia Lennon». Le accuse di Yoko,
molto articolate, parlano di violazione del copyright, frode, appropriazione indebita e generica "infrazione".
La Capitol Records, dal canto suo, ha qualcosa da aggiungere a tutto questo. E, nel citare in giudizio Seaman, fa riferimento a una fotografia apparsa sul libretto della "John Lennon Anthology" pubblicata nel novembre dello scorso anno. I diritti sulla fotografia, di cui Yoko Ono si era dichiarata legittima (e unica) proprietaria, sono poi stati reclamati da Seaman - che ha affermato di essere stato derubato, e di volere del denaro per la pubblicazione dell'immagine. I legali dell'etichetta hanno seccamente risposto ingiungendo all'uomo di piantarla di «dichiarare il falso, di minacciare, perseguitare o infastidire la Capitol e i suoi clienti». Seaman, al momento, tace.
La Capitol Records, dal canto suo, ha qualcosa da aggiungere a tutto questo. E, nel citare in giudizio Seaman, fa riferimento a una fotografia apparsa sul libretto della "John Lennon Anthology" pubblicata nel novembre dello scorso anno. I diritti sulla fotografia, di cui Yoko Ono si era dichiarata legittima (e unica) proprietaria, sono poi stati reclamati da Seaman - che ha affermato di essere stato derubato, e di volere del denaro per la pubblicazione dell'immagine. I legali dell'etichetta hanno seccamente risposto ingiungendo all'uomo di piantarla di «dichiarare il falso, di minacciare, perseguitare o infastidire la Capitol e i suoi clienti». Seaman, al momento, tace.
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