
Gli Africa Unite ritornano con un nuovo album di inediti a quattro anni di distanza da "Controlli", e dopo essersi fermati a tirare le somme della loro quasi trentennale carriera con l'antologia "Biografica Unite": "Questo nuovo disco si intitola 'Rootz' e diciamo che è un po' un ritorno alle origini", ha spiegato Madaski a Rockol, "Ci sono stati dei cambiamenti di suono in questi ultimi anni, e questo è un disco più tradizionale, più ortodosso, con al suo interno le caratteristiche tipiche degli Africa, specie sul trattamento del sound e dei testi. E' un lavoro frutto dell'accoppiata Madasky-Bunna perché rappresenta a pieno la nostra personalità ed è nato davvero i maniera naturale e spontanea. I brani sono nuovissimi, ci siamo messi a lavorare ininterrottamente dopo la tournée estiva, e il nostro metodo di lavoro, avendo la possibilità di avere uno studio nostro, è quello di decidere quando iniziare a lavorare senza un vero e proprio stacco tra la fase compositiva e quella di registrazione".
All'interno dell'album sono presenti anche brani di denuncia, con dei testi impegnati a fare da contrasto al genere reggae, solare e spensierato: "I testi per noi sono fondamentali", racconta Madaski, "'Cosi sia' è un eleogio della diversità a tutto campo visto che la maggioranza del reggae jamaicano si distingue in senso negativo per prese di posizione fortemente omofobe, incitando ad una vera e propria violenza nei confronti della diversità sessuale. Abbiamo voluto prendere una nostra posizione, come del resto abbiamo fatto in un altro brano, 'Mr. Time', che parla della morte nella sua totale essenza laica, senza nessun ricatto finale cattolico e religioso. Tematica, questa del rapporto con la religione, molto ricorrente nei brani degli Africa Unite che sono sempre stati orientati contro un certo tipo di ideologia e di uso della fede nei confronti delle persone. 'Movimento immobile' invece è una canzone a favore dell'ambiente mentre 'Cosa resta' è una riflessione sulla situazione politica e mediatica attuale. Nessuno dei nostri testi è messo lì a caso, la nostra intenzione è quella di fare canzoni chiare ma che dicano qualcosa. Ci sono gruppi reggae molto bravi ma che cascano un po' tutti in testi superficiali e ripetizioni varie. Già il raggae è ripetitivo di per se, ti lascia troppe poche possibilità di essere elaborato. E' un esperimento che abbiamo fatto più volte in passato, per esempio andando a sfiorare terreni elettronici e dub, ma questa volta abbiamo voluto tornare alle nostre origini. Cerchiamo di adattare i contentuti e raccogliere stimoli", continua Madaski, "rifare sempre lo stesso copione penso sia molto limitato e limitante. A noi piace tantissimo suonare dal vivo e questa è una cosa fondamentale, abbiamo sempre fatto questo, abbiamo visto cambiare il pubblico più volte, è chiaro che i nostri coetanei non vengono quasi più ai nostri live, se non avessimo i giovani non ci sarebbe più così tanto entusiasmo. Siamo riusciti con le divagazioni sul tema reggae a catturare un pubblico che non è solo nostro, magari che non compra il disco ma viene a vederci dal vivo perché sa che andrà a vedere uno spettacolo ben fatto. Il concerto rimane sempre il momento di aggregazione migliore, infatti partiamo immediatamente con il tour, il disco esce il 5 marzo e già l'11 saremo nel nord est d'Italia mentre a metà aprile saremo a Milano, faremo un grande ritorno al Leoncavallo".
In "Rootz" sfilano diversi artisti della scena reggae e ska italiana - ma non solo - che hanno collaborato anche in passato con gli Africa Unite: "A parte la punta dell'iceberg, Alborosie che è diventato un uomo di punta del raggae internazionale, due collaborazioni sono con artisti bravissimi ma quasi sconosciuti: Jacopo dei Mellow Mood che fa due featuring e Mama Marjas che ha una voce che spazia ovunque, profondissima, potrebbe cantare in tutti i range. Abbiamo cercato diversi featuring per avere anche un confronto e per dare un ulteriore chiave di lettura al disco, sperando che risulti un lavoro compatto".