Biografia

Alexandra Elene MacLean Denny nasce a Wimbledon il 6 gennaio 1947. Lasciati rapidamente alle spalle gli studi al Kingston Art College e un breve tirocinio da infermiera, appena maggiorenne comincia ad esibirsi come solista, voce e chitarra acustica, nei principali locali londinesi del circuito cantautorale e folk revival. In quell’ambiente bohémienne fa la conoscenza di altri giovani talenti di belle speranze come John Renbourn, Bert Jansch e Danny Thompson, tutti futuri membri dei Pentangle, e con il cantautore americano Jackson C. Frank: con quest’ultimo intrattiene una breve e tormentata relazione che le lascia in eredità un piccolo classico di culto, “Blues run the game”, subito eletto a pezzo forte del suo primo repertorio. Una breve militanza nel quartetto di Johnny Silvo e le frequentazioni con la star del folk revival Alex Campbell fruttano nel 1967 le prime incisioni per una piccola etichetta (la Saga Records). Poco dopo Dave Cousins, affascinato da una sua performance al folk club Troubadour, le propone di unirsi ai costituendi Strawbs: Sandy accetta, ma dopo alcune registrazioni effettuate in Danimarca che vedranno la luce solo nel decennio successivo appare chiaro che la sua personalità umana ed artistica è troppo esuberante per restare ingabbiata in un progetto di pop folk “commerciale”. Si parla per qualche tempo di un suo possibile ingaggio nei Pentangle (pare che il manager Jo Lustig vi rinunci preoccupato dalla sua forte e precoce propensione al consumo di alcolici), ma è invece il talent scout americano Joe Boyd a prenderla sotto la sua ala protettrice convincendola ad entrare nei Fairport Convention, uno dei gruppi sotto contratto con la sua giovane agenzia di management artistico, Witchseason (ne fanno parte anche Nick Drake e la Incredible String Band). Accanto al chitarrista Richard Thompson, al bassista Ashley Hutchings e in seguito al violinista Dave Swarbrick, la Denny contribuisce alla svolta epocale del gruppo, da “risposta inglese ai Jefferson Airplane” innamorata dei nuovi cantautori americani ad inventore del folk rock inglese, modernizzazione in chiave elettrica del patrimonio tradizionale sul modello di quanto la Band di Robbie Robertson sta facendo nei confronti della musica americana delle “radici”. UNHALFBRICKING (sulla cui copertina compaiono i genitori di Sandy, Neil e Edna) e LIEGE AND LIEF sono gli architravi della piccola rivoluzione musicale, e contengono alcune delle migliori interpretazioni e canzoni dell’artista inglese (la più celebre di queste, “Who knows where the time goes”, era già stata incisa in una prima versione ai tempi degli Strawbs e diventa popolare in America grazie all’interpretazione di Judy Collins): la svolta marcatamente tradizionalista di quest’ultimo, tuttavia, è anche uno dei motivi della sua fuoriuscita dal gruppo dopo meno di un anno e mezzo di permanenza. Contro il parere di Boyd, Sandy forma una nuova band col compagno e futuro marito, Trevor Lucas: ma anche il nuovo gruppo, Fotheringay (dal nome di una sua canzone incisa con i Fairport) ha vita breve e si scioglie dopo aver pubblicato un solo, pur eccellente, album omonimo nel 1970. I musicisti di quella band, accanto al coproduttore Richard Thompson (anche lui nel frattempo uscito dai Fairport) lasciano una firma inconfondibile sul primo album solista della Denny, THE NORTH STAR GRASSMAN AND THE RAVENS. Nei primi anni ‘70 Sandy è una celebrità nel mondo del rock grazie all’ingaggio nella prima versione teatrale di “Tommy” e soprattutto al cameo nel quarto disco dei Led Zeppelin (dove duetta con Robert Plant nella ballata celtica “The battle of evermore”). Apprezzatissima da colleghi come Frank Zappa, Pete Townshend e Lowell George (Little Feat), non riesce però a sfondare a livello di massa, nonostante gli sforzi profusi dalla casa discografica e dai collaboratori, complice anche il suo atteggiamento ambivalente e tormentoso nei confronti del successo: SANDY (1972), prodotto da Lucas e corredato da un ritratto glamour del fotografo David Bailey in copertina, è lo sforzo più evidente in questo senso, ma né quel disco né i successivi LIKE AN OLD FASHIONED WALTZ (1973) e RENDEZVOUS (1977) (dove si cimenta anche in una cover di “Candle in the wind” di Elton John) riescono nell’intento. Nel frattempo, a metà anni ’70, si era registrato un suo temporaneo rientro nei Fairport accanto al marito, prima in tournée (da cui nel 1974 viene estratto un disco dal vivo) e poi in studio per l’album RISING FOR THE MOON. Fioccano i classici, poi ripresi anche da altri artisti (“Listen, listen”, “The lady”, “The music weaver”, “Solo”, “No end”, “I’m a dreamer”, “No more sad refrains”) ma le vendite non sono confortanti e la vita sentimentale accanto a Lucas sempre più tempestosa. Neppure la nascita di una figlia, nel luglio del ’77, porta serenità all’ambiente familiare, anzi: per sfuggire ad un matrimonio ormai a pezzi e “proteggere” la neonata dalla crescente inaffidabilità della madre, Lucas vola di nascosto verso la natìa Australia con l’intenzione di affidare la piccola Georgia ai suoi genitori. Di Sandy, ovviamente scossa dall’accaduto e preda di forti emicranie, si prende cura un’amica: ma la mattina del 17 aprile 1978 la Denny, imbottita di tranquillanti e antidolorifici, precipita sulla scalinata dell’appartamento che la ospita e viene ritrovata priva di conoscenza: morirà quattro giorni dopo in ospedale, appena trentunenne, a causa di quelle che i medici valutano essere le conseguenze di un’emorragia cerebrale. (10 mag 2005)