Quartetto Cetra
La biografia

Biografia
Nel 1940, a Roma, lo studente di conservatorio Virgilio Savona incontra in una saletta da biliardo i componenti del quartetto vocale EGIE (Enrico De Angelis, Alberico Gentile, Iacopo Jacomelli e Giovanni “Tata” Giacobetti. Quest’ultimo propone a Savona di collaborare con il quartetto. Luscita di formazione di Jacomelli porta alla sua sostituzione con Savona. La nuova formazione del quartetto debutta nel 1941, e viene ingaggiata dall’EIAR in settembre. Il debutto in trasmissione avviene il 12 settembre, e già al secondo impegno (il 17 settembre) il quartetto assume la denominazione di Quartetto Cetra. Il primo successo radiofonico del Quartetto è “Il Visconte di Castelfombrone”, una mazurca fine Ottocento trasformata in “canzone sceneggiata”. Poche settimane dopo il Quartetto firma il suo primo contratto discografico.Nel gennaio del 1942 Enrico Gentile viene chiamato alle armi. Il Quartetto interrompe l’attività, fin quando Savona propone la sostituzione “provvisoria” di Gentile con Felice Chiusano. La nuova formazione debutta il 16 marzo del 1942 a Genova. Ma nel luglio del 1972 anche De Angelis, Chiusano e Savona vengono chiamati alle armi. L’8 settembre, un’occasionale ricostituzione della formazione per uno spettacolo a Roma vede anche la prima collaborazione professionale ufficiale tra i Cetra e Lucia Mannucci: una canzone “sceneggiata” di Savona-Giacobetti intitolata “Dove siete stata nella notte del 3 giugno?”.
Nel dicembre del 1943 i Cetra, assegnati al servizio civile, incontrano a Milano il fisarmonicista Gorni Kramer, ed inizia così un sodalizio che segnerà indelebilmente la carriera del Quartetto. Il 19 agosto del 1944 Virgilio Savona e Lucia Mannucci si sposano a Milano.
Nell’Italia ancora belligerante, il Quartetto Cetra coglie ogni occasione per calcare il palcoscenici. Dopo il 25 aprile 1945, il Quartetto rientra a Roma. L’attività artistica comincia a riprendere regolarità: a fine anno i Cetra sono protagonisti di due concerti a Milano (recensendoli, Giovannino Guareschi scrisse che “i quattro Cetra andavano così d'accordo da sembrare uno solo!”), nel 1946 si esibiscono in night club, teatri e riviste, nel 1947 sono stabili al Capo di Nord-Est di Santa Margherita Ligure. Quell’estate Enrico De Angelis, improvvisamente, annuncia la sua intenzione di lasciare il Quartetto. Dopo svariati provini, si decide che De Angelis sarà sostituito da Lucia Mannucci. Nasce così la formazione classica del Quartetto Cetra - Lucia Mannucci, Virgilio Savona, Tata Giacobetti, Felice Chiusano - che resterà invariata per i successivi quarant’anni.
L’ingresso di Lucia Mannucci nel Quartetto fu ufficializzato nel settembre del 1947, con un concerto al Teatro delle Arti di Roma. A Natale di quell’anno esce nelle sale cinematografiche italiane il nuovo lungometraggio a cartoni animati di Walt Disney, “Dumbo”, per il quale i Cetra hanno doppiato le canzoni; un’esperienza che ripeteranno in seguito per altri film disneyani - “Musica, Maestro!” e “Lo scrigno delle sette perle” - e per “Il mago di Oz” (di Victor Fleming, protagonista Judy Garland); mentre Lucia e Virgilio daranno le voci a Zizi Jeanmaire e Danny Kaye per “Il favoloso Andersen”.
Nel 1948, dopo una stagione al Teatro La Perla del Casinò di Venezia, il Quartetto Cetra compie un tour all’estero.
Nel 1949, dopo una stagione al Capo di Nord Est di Santa Margherita Ligure, i Cetra registrano quella che diventerà uno dei loro cavalli di battaglia, “Nella vecchia fattoria”.
Fra serate, recitals e trasmissioni radiofoniche trascorre rapidamente anche il 1950, e nel 1951 i Cetra debuttano - in ottobre - nella rivista “Gran Baldoria”, le cui repliche durano otto mesi. In quel periodo i Cetra prendono parte anche ad alcune pellicole cinematografiche.
Nel 1952 debutta una nuova rivista, al Nuovo di Milano: ne sono protagonisti Wanda Osiris, Alberto Sordi, Enzo Turco, Gianni Agus, Enzo Garinei e, naturalmente, i Cetra (che vi eseguono “Un bacio a mezzanotte”, “Il bar di Minneapolis”, “In un palco della Scala” e, vestiti da aviatori, “I Cavalieri del cielo”). Anche “Gran Baraonda” ha un successo travolgente: otto mesi di repliche, nel corso dei quali i Cetra riescono anche a svolgere altre attività collaterali: dischi, pubblicità, programmi radiofonici (come “L’allegro convegno dei quattro” e “Il Quartetto Cetra e l’Orchestra Fantasma”, bizzarro archetipo di “karaoke”).
Chiusa “Gran Baraonda”, nella primavera del 1953 il Quartetto vive una nuova e divertente avventura; seguendo il 36° Giro d’Italia, conduce quotidianamente una trasmissione radiofonica itinerante, un po’ rivista e un po’ cronaca sportiva, intitolata “Il Giringiro”. I Cetra torneranno poi molto spesso in radio, come conduttori e protagonisti: ma, tra la fine del 1953 e l’inizio del 1954, il Quartetto inaugura a Roma, in via Asiago, un pionieristico studio televisivo.
Il programma è intitolato “In quattro si viaggia meglio”. Con i Cetra ne sono interpreti Luisa Rivelli e Silvio Noto; il regista è l’allora giovanissimo Daniele D’Anza. Comincia così una nuova avventura professionale che negli anni a venire regalerà grandi soddisfazioni al Quartetto, e grande divertimento al pubblico italiano.
Nel gennaio del 1954, il Quartetto Cetra è chiamato a partecipare al Festival di Sanremo con ben sei canzoni; una di queste, “Aveva un bavero”, entra in finale e diventa poi un sorprendente successo anche all’estero. E’ quell’edizione della kermesse rivierasca a suggerire ai quattro l’idea di scegliere alcuni brani in gara per sottoporli ad una revisione “alla loro maniera”: un gioco che darà molti brillanti risultati.
In giugno il Quartetto salpa alla volta di Buenos Aires, a bordo del transatlantico Giulio Cesare: in Argentina è interprete di un ciclo di trasmissioni radiofoniche e di una lunga serie di spettacoli teatrali e di serate in night club. Al loro rientro in Italia, in settembre, i Cetra incominciano immediatamente le prove della nuova rivista di Remigio Paone. “Siamo tutti dottori”, con protagonisti Mario Riva e Riccardo Billi, debutta nell’autunno del 1954 al Quattro Fontane di Roma, e chiude le repliche alla fine di giugno del 1955. I quattro vi interpretano tre canzoni: “Il fonografo a tromba”, “Lo zaino di Johnny Smith” e “Il trapezio volante”.
L’estate del 1955 è un continuo vagabondare tra l’Italia e l’Europa: i Cetra partecipano al primo Festival Internazionale della Canzone di Venezia con “Vecchia Europa”, e al Gran Festival della Canzone Italiana a Parigi e a Londra. In autunno il Quartetto torna in televisione, con quattro puntate della trasmissione musicale “Jazz il bandito” trasmesse da Roma; nel frattempo, le canzoni del gruppo già edite su 78 giri cominciano ad essere ristampate in formato 45 giri ed extended play, insieme a numerose nuove registrazioni.
Nella primavera del 1956 il Quartetto comincia a incidere le sue versioni - burletta delle canzoni sanremesi. Prime “vittime” sono “Aprite le finestre”, “Albero caduto”, “Il bosco innamorato”, “La colpa fu” e “Musetto”: ma proprio quest’ultima, scritta da Domenico Modugno, nella rielaborazione sceneggiata dai Cetra diventa il grande successo discografico dell’anno. Il gioco continua nel 1957 (ai... danni di “Casetta in Canadà”, “Corde della mia chitarra”, “Scusami”, “Il pericolo numero uno”, “Raggio nella nebbia” e “Le trote blu”) e si ripete nel 1960 con “Libero”, “Romantica”, “Noi” e “Quando vien la sera”: alcuni di questi titoli entrano stabilmente nel repertorio del Quartetto.
Nell’aprile del 1956 i Cetra debuttano - al Teatro Carignano di Torino - come capocomici e protagonisti assoluti di uno spettacolo teatrale, “Da New Orleans a Sanremo”, nel quale ripropongono il meglio del loro ormai vastissimo repertorio; e in autunno sono fra gli interpreti della commedia musicale di Giovannini, Garinei e Kramer “Carlo, non farlo!”, insieme a Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Elio Pandolfi e Valeria Fabrizi. Fra le canzoni, oltre al motivo conduttore del titolo, si fanno notare “C’è un po’ di cielo” e “Passa la prima Milano - Sanremo”.
Terminato, nel 1957, il giro con la compagnia Dapporto-Masiero, il Quartetto torna sugli schermi televisivi con “Cetravolante”; fra i partecipanti, con Raffaele Pisu, Antonella Steni, Elio Pandolfi e Gisella Sofio, c’è anche Riccardo Billi, fresco di “divorzio artistico” da Mario Riva. Con lui i Cetra, nella stagione teatrale 1957/1958, sono protagonisti della nuova rivista “Billi e pupe”; un grande successo di pubblico, sottolineato dalla vasta popolarità ottenuta da due delle canzoni dello spettacolo: “Un disco dei Platters” (omaggio allo stile vocale del gruppo americano) e “Pummarola Boat”. Nell’aprile del 1958, chiusa la tournée, il Quartetto parte per Cuba e per il Venezuela, dove - tra serate, spettacoli televisivi, concerti e recitals - resta fino alla fine del mese di luglio.
A fine settembre iniziano le prove della nuova commedia musicale di Giovannini e Garinei, con musiche di Kramer, “Un trapezio per Lisistrata”, liberamente ispirata all’opera di Aristofane. Il cast è prestigioso: Delia Scala, Nino Manfredi, Mario Carotenuto, Paolo Panelli e Ave Ninchi. I Cetra, oltre a cantare il leit motiv “Donna” e altre canzoni connesse alla trama (che racconta lo “sciopero dell’amore” organizzato dalle donne ateniesi e spartane per evitare la guerra fra le due città) svolgono la funzione di “coro greco”, commentando in tono caricaturale la vicenda. “Un trapezio per Lisistrata”, salutata da entusiastici apprezzamenti di pubblico e di critica (viene replicata fino al maggio del 1959) rimane uno dei momenti più memorabili della storia dello spettacolo italiano.
Tra luglio e agosto, il Quartetto è scritturato dalla RAI per la trasmissione televisiva “Buone vacanze”, realizzata negli studi del Centro di Produzione di Via Teulada di Roma. “Buone vacanze”, primo grande spettacolo televisivo interamente basato sulla musica leggera, piace tanto che, l’anno seguente, ne viene realizzata una seconda serie.
Gli anni Sessanta si aprono ancora all’insegna della televisione, con quattro puntate di “Serata di gala” dedicate ognuna a un’importante città europea (Milano, Roma, Parigi e Madrid) seguite dalla seconda serie di “Buone vacanze” (che inaugura la lunga e proficua collaborazione fra il Quartetto e il regista Antonello Falqui).
Anche il 1961 inizia sotto il segno del piccolo schermo: in gennaio debutta “Giardino d’inverno”, programma settimanale in dodici puntate diretto da Antonello Falqui, prodotto da Guido Sacerdote e scritto da Dino Verde. Protagonisti: Henri Salvador, le gemelle Kessler (alla loro prima apparizione televisiva), Don Lurio, Kramer con la sua orchestra e i Cetra, interpreti non più soltanto di canzoni tout court - anche se sceneggiate o parodiate - ma di sketch musicali in cui l’azione mimica è prevalente. Nascono così “numeri” come “La cassaforte di Chicago”, “Un Nô giapponese”, “Un poker a Las Vegas”: quadri spettacolari a soggetto in cui il canto e la musica sono supporto all’azione recitata. E l’anno si chiude col Quartetto impegnato in un nuovo, grande show televisivo: l’indimenticabile prima edizione di “Studio Uno”. Agli ordini del regista Antonello Falqui c’è un gruppo di stelle di prima grandezza: Mina, Marcel Amont, le gemelle Kessler, Don Lurio, Mac Rooney. Ai Cetra è chiesto di svolgere, nel corso delle dodici puntate, un tema assai impegnativo: “Fatti, misfatti e personaggi dal 1924 in poi”. Tata, Virgilio, Felice e Lucia mettono così in scena una serie di complesse (e faticose!) pantomime su temi come “La moda delle parole crociate”, “Quattro americani a Parigi”, “I gagà e la Balilla”; fuori programma, poi, imbastiscno insieme a Mina, utilizzando la tecnica dei “centoni”, uno scherzoso dibattito con la formula della “Tribuna politica”.
Chiusa la prima edizione di “Studio Uno” nel gennaio del 1962, a marzo il Quartetto è di nuovo in onda con un nuovo programma, “Stasera i Cetra”, trasmesso dal neonato Secondo Canale. E pochi mesi più tardi, tra la metà di dicembre del 1962 e i primi di marzo del 1963, si realizza la seconda edizione di “Studio Uno”: confermato quasi integralmente lo staff (con il maestro Bruno Canfora che rimpiazza Gorni Kramer), le vedette sono Zizi Jeanmaire, Walter Chiari e la giovanissima Rita Pavone, fresca scoperta di Teddy Reno. Ai Cetra è affidato uno spettacolo nello spettacolo: una serie di parodie di svariati generi cinematografici, “condensate” in quindici minuti e costruite manipolando i testi di note canzoni. Vanno così in onda le riletture di “Il bandito della Casbah”, “Capitan Blood”, “La guerra dei mondi”, “Dracula il vampiro”, “Robin Hood”, “Cleopatra”, “Mata Hari”, “Al Capone” e “Maria Walewska” : con indice di gradimento altissimo e giudizi critici unanimemente favorevoli.
Terminata la serie, Falqui e Sacerdote annunciano ai Cetra che l’idea delle parodie cantate verrà riproposta l’anno seguente: ogni parodia dovrà avere la durata di un’intera trasmissione, e sarà ispirata a una celebre opera letteraria. “Biblioteca di Studio Uno” è certamente una delle trasmissioni che “hanno fatto la storia” della televisione italiana. Otto puntate, trasmesse il sabato in prima serata sul Programma Nazionale tra febbraio e aprile del 1964, per altrettante parodie di celebri opere letterarie, realizzate con la già sperimentata formula dei “centoni” (canzoni con testi modificati ad arte) collegati fra loro da sequenze recitate. Intorno ai protagonisti fissi - Tata, Virgilio, Felice e Lucia - si raccolgono cast affollati di nomi famosi della canzone, del cinema, del teatro e della televisione, a conferma di un grande sforzo produttivo (160 attori e cantanti, 1500 comparse, più di 400 motivi musicali registrati, 150 scenografie, centinaia di costumi) che impegna la RAI per molti mesi. Alla creazione dello spettacolo dà il suo straordinario contributo uno staff di grandissimi professionisti: dal produttore Guido Sacerdote al regista Antonello Falqui, dal costumista Folco allo scenografo Cesarini da Senigallia, dal coreografo Gino Landi all’autore dei testi Dino Verde al direttore d’orchestra Bruno Canfora. “Il Conte di Montecristo”, “Il fornaretto di Venezia”, “I tre Moschettieri”, “Il dottor Jekyll e mister Hyde”, “La storia di Rossella O’Hara”, “La Primula Rossa”, “Al Grand Hotel” e “Odissea” sono i titoli messi in onda: e il 18 aprile del 1964, con la conclusione della “Biblioteca”, si chiude anche un altro lungo capitolo della storia professionale del Quartetto Cetra.
Terminata la lavorazione di “Biblioteca”, il Quartetto Cetra riprende la sua attività. A nuove registrazioni discografiche segue, dal giugno 1964 in avanti, una lunga serie di spettacoli in tutta Italia, nei quali Tata, Virgilio, Felice e Lucia sono accompagnati da un trio strumentale (pianista, bassista e percussionista). Concludono l’anno due impegni televisivi: una partecipazione come ospiti a “Teatro 10”, varietà condotto da Lelio Luttazzi, e un numero unico intitolato “Teatrino del Quartetto Cetra”, nel quale il gruppo presenta una selezione dei suoi brani più recenti.
Nel 1965, al Teatro della Fiera di Milano, i Cetra sono protagonisti di un programma in sei puntate, con regia di Gianfranco Bettetini e orchestra diretta da Kramer. Interpretano quattro ciceroni che accompagnano i turisti per le vie della città (vie intitolate a famosi cantanti e musicisti di ogni epoca), e si trasformano di volta in volta in assessori comunali, barbieri, vigili, poliziotti e così via, fino a entrare nel ruolo di show-men di uno sfarzoso Cetra Club, nel quale intrattengono il pubblico, cantano i loro brani e presentano l’ospite di turno. Trasmesso a partire dal giorno di Pasqua sul Secondo Canale, “Music Land” ottiene ottime critiche e un alto indice di gradimento. Tra maggio e giugno il Quartetto torna a seguire il Giro d’Italia; su un grande palcoscenico montato nelle città sedi di arrivo di tappa si esibiscono ogni sera, davanti a folle di migliaia di persone, i Cetra e Mimì Berté (che poi diventerà famosa col nome d’arte di Mia Martini).
L’anno seguente il gruppo riappare in televisione con lo special “Cetra 66”, in cui i quattro sono impegnati come autori, attori, cantanti e parodisti. Segue una tournée estiva al fianco di Gilbert Bécaud, con l’orchestra di Luciano Fineschi. Sono ancora numerosi, quell’anno, i lavori televisivi del Quartetto: che partecipa a due puntate di “Scala Reale”, presentando una parodia dei film western all’italiana e una di “007 Missione Goldfinger”; è protagonista dello special “I Cetra in automobile”, realizzato in occasione del sessantesimo anniversario della Targa Florio; è ospite di “Il signore ha suonato?”, di Leo Chiosso e Marcello Marchesi; conduce “Cetrauguri ‘67” e registra, da ospite fisso, sette puntate di “Music-Rama”, un programma diretto da Vito Molinari e condotto da Alida Valli, che sarà trasmesso parecchi mesi più tardi.
Sul finire del 1966, Tata spiega a Virgilio una sua “ideuzza” per una trasmissione televisiva a puntate: un western musicale imperniato sulla storia di quattro cantanti da saloon, sosia di quattro pericolosi pistoleri. In un paio di settimane, i due elaborano l’intera trama, scrivono la sceneggiatura della prima puntata e consegnano il tutto alla RAI. La risposta arriva in tempi brevi: il western si farà, si articolerà in otto puntate, sarà interamente filmato in pellicola e sarà trasmesso entro un anno e mezzo.
Già dal gennaio del 1967 la grande macchina del kolossal musicale televisivo si mette in funzione. La stesura definitiva dei copioni viene affidata a Leo Chiosso, autore esuberante, grintoso, ironico, ex collaboratore di Fred Buscaglione. Tata collabora parzialmente ai copioni e assiduamente ai testi delle canzoni. Le musiche originali vengono affidate al maestro Gianni Ferrio e a Virgilio Savona, la regìa a Daniele D’Anza, i costumi a Maurizio Monteverde (realizzati dal leggendario Tirelli), le scenografie a Bruno Salerno e i movimenti coreografici a Gisa Geert. Per il titolo, è Leo Chiosso a trovare l’idea. Parafrasando quello del film americano con Doris Day “Non sparare, baciami!” (commedia musicale sulla vita della leggendaria Calamity Jane), suggerisce “Non cantare, spara!”. Le riprese - affidate all’operatore Vittorio Storaro, un nome che diventerà famoso nel mondo - iniziano il 22 agosto del 1967, prima nella campagna laziale, poi a Cinecittà, dove è ricostruita l’immaginaria città di Abilene; poi ancora a Grottarossa e al Centro di Produzione televisiva di via Teulada a Roma. Il cast è imponente: accanto ai Cetra, nel doppio ruolo dei cantanti da saloon e dei pistoleri, ci sono Enrico Simonetti, sceriffo imbranato; Isabella Biagini, svampitissima bella del saloon; Renzo Palmer, prete sempre pronto a menare le mani; Tino Scotti, giudice e impresario di pompe funebri; Aroldo Tieri, dottore ubriacone. E ancora: Luigi Vannucchi, Raffaele Pisu, Nando Gazzolo, Gianrico Tedeschi, Lina Volonghi. Senza dimenticare i Rokes, spassosi indiani cherokee; Mina, affascinante sciantosa; e Giorgio Gaber, che introduce ogni puntata con ballate in stile country&western. Per le scene a cavallo, i Cetra - che con selle, staffe e briglie non hanno nessuna confidenza - vengono sostituiti da quattro controfigure; quella di Lucia è una ragazzina appena quindicenne, Fiorella Mannoia.
La prima puntata di “Non cantare, spara!” va in onda il 4 maggio del 1968. A dispetto della tiepida accoglienza della stampa, “Non cantare, spara!” (la cui ultima puntata fu trasmessa il 22 giugno) raccoglie le simpatie del pubblico televisivo; rivista oggi, conferma le sue qualità di commedia musicale divertente e spigliata, dal ritmo svelto e dalle canzoni piacevolissime. In agosto, il Quartetto Cetra ricomincia il suo eterno girovagare per l’Italia, tra concerti e recital. Intanto, ognuno dei componenti del gruppo esplora per proprio conto nuove strade.
Lucia, che già qualche mese prima aveva doppiato, per le parti cantate, Catherine Spaak nella versione televisiva, diretta da Antonello Falqui, dell’operetta “La vedova allegra”, conserva gelosamente il suo ruolo di cantante solista. Tata scrive poesie in vernacolo romanesco, poi musicate da compositori come Ennio Morricone, Gianni Ferrio e Otello Profazio, e inizia la stesura di un romanzo autobiografico a metà tra fantasia e realtà. Felice si dedica filantropicamente a Teglio, il paese della Valtellina dove trascorre le vacanze (e dove poi si trasferirà definitivamente), organizzando spettacoli benefici, promuovendo iniziative umanitarie, assistenziali e culturali. E Virgilio fonda, incoraggiato da Armando Sciascia della Vedette Records, una nuova etichetta discografica: “I Dischi dello Zodiaco” (un nome suggerito da Lucia), dedicata a tematiche sociali e politiche e alla riscoperta della musica etnica.
Tra marzo e giugno del 1969 i Cetra sono nel cast della trasmissione pomeridiana televisiva “E’ domenica, ma senza impegno”, trasmessa dal Teatro della Fiera di Milano. Presentato da un irresistibile Paolo Villaggio, il programma - scritto da Maurizio Costanzo, Umberto Simonetta e dallo stesso Villaggio, e diretto da Vito Molinari - ha fra gli interpreti fissi Ombretta Colli, Cochi e Renato e Oreste Lionello: è un successo, che contribuì non poco alla “riscoperta” del Quartetto da parte del pubblico più giovane. Una lunga serie di trasmissioni radiofoniche all’insegna dell’improvvisazione creativa (“Cetra Happening”) chiude nell’agenda del gruppo il decennio Sessanta e apre gli anni Settanta.
Nel 1971 i Cetra sono ospiti, negli studi televisivi di Napoli, di “Senza rete”, e protagonisti, da Roma, del numero unico “I vostri affezionatissimi Cetra”. Poi dal Teatro della Fiera di Milano presentano “Jolly”: dodici puntate di un inconsueto spettacolo televisivo che in un certo senso anticipa la formula del talk show. In “Jolly” - che viene trasmesso tra il 1970 e il 1971 - gli ospiti sono invitati ad esibirsi in prestazioni per loro inconsuete: così Johnny Dorelli si improvvisa ballerino, Loretta Goggi si rivela imitatrice, Sandra Mondaini declama Shakespeare, e ad altre prove altrettanto sorprendenti si prestano Mina, Alberto Lupo, Lucio Dalla, Renato Rascel e molti altri grandi nomi dello spettacolo italiano.
Nel febbraio del 1971 va in onda la parodia di “Margherita Gautier” nella quinta puntata di “Speciale per voi”, programma televisivo con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Bice Valori e Paolo Panelli. Il regista, Antonello Falqui, colto da improvvisa nostalgia di “Biblioteca di Studio Uno”, forma per l’occasione un cast perfetto: Lucia veste i panni di Margherita Gautier, Tata è Armando, Felice il padre di Armando, Virgilio incarna il ruolo del dottore della Gautier (e canta cinicamente, sull’aria di “La musica è finita” di Ornella Vanoni, “Ecco, / la tisica è finita, / gli amici se ne vanno, / la storia è terminata!...”). Grande successo, alto indice di gradimento, nuova impennata di popolarità: immediatamente capitalizzata, tra aprile e giugno dello stesso anno, da tredici parodie di opere liriche (fra cui “Tosca”, “Rigoletto”, “Bohème”, “Turandot”, “Aida”) scritte da Dino Verde e cantate dai Cetra in altrettante puntate della trasmissione radiofonica della domenica mattina “Gran Varietà”, condotta da Johnny Dorelli. Dopo il giro dei concerti estivi il Quartetto rientra a Milano per presentare lo show televisivo “Stasera sì”, ancora una volta teatro di esibizioni “fuori tema” di ospiti come Milva, Raoul Grassilli, Patty Pravo. Sempre nel 1971 il Quartetto presenta a Milano, sotto l’egida del Piccolo Teatro, uno spettacolo tutto suo intitolato “Stasera il Quartetto Cetra”:
Nel febbraio dell’anno seguente, ancora a Milano, i Cetra debuttano con “Andante, allegretto, allegro con brio”: nel prologo, lo definiscono “uno spettacolo a tre marce, con momenti ora seri, ora graziosamente ironici, ora decisamente brillanti”. E sempre nel capoluogo lombardo il Quartetto registra, in ottobre, il suo primo spettacolo televisivo a colori: “Lei, lui, quello e l’altro”, un recital di canzoni con l’intervento di ospiti illustri come la Nuova Compagnia di Canto Popolare e Franco Cerri. I Cetra eseguono alcuni brani scenograficamente molto ben congegnati (“Il Nô giapponese”, “I’m on my way”, “Evviva lo scopone”); e Lucia canta, per la prima volta, una delle “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari, musicate da Virgilio e incise per “I Dischi dello Zodiaco”.
Nel 1973, tra aprile e maggio, i quattro presentano, dal Teatro della Fiera di Milano, una nuova serie televisiva, “L’occasione”: una sorta di “ringraziamento a Mamma Tivù” per la notorietà che aveva saputo regalare al Quartetto e ai numerosi ospiti delle sette puntate della trasmissione. La lavorazione, però, è resa difficoltosa dai contrasti intercorrenti fra la sede RAI del capoluogo lombardo e la Direzione Generale di Roma. Un’intervista in cui Tata Giacobetti commenta senza peli sulla lingua questa situazione provoca un risentito intervento dei vertici aziendali: la diplomatica “smentita” di Giacobetti non riesce a rabbonire la RAI, e l’idillio fra i Cetra e la tivù subisce un brusco raffreddamento. Si fanno meno frequenti, infatti, le presenze del Quartetto sui canali dell’emittente di Stato. Dopo uno special radiofonico a giugno e una partecipazione allo spettacolo televisivo di fine anno “Settantatré ma non li dimostra”, nel 1974 i Cetra sono ospiti di Mina e Raffaella Carrà a “Milleluci” e conducono un quiz musicale della domenica pomeriggio, “Il Mangianote”; nel 1975 partecipano a quattro puntate di “Più che altro un varietà”, show realizzato in clima di austerity negli studi televisivi di Torino e presentato da Gianfranco Funari, e soltanto a un paio di altri programmi.
Nel frattempo, il Quartetto registra una delle sue migliori raccolte discografiche (“Oggi le cantiamo così”), incidendo con intenzioni vocali moderne e arrangiamenti attualizzati dieci canzoni del suo repertorio degli anni dal 1941 al 1953; torna sul palcoscenico con il recital “Una vita lunga mille canzoni”; e realizza un album che anticipava la moda del “karaoke”: un disco dedicato ai bambini che alterna alle canzoni complete le relative basi strumentali, affinché i piccoli ascoltatori possano cimentarsi come interpreti. E tra gennaio e febbraio del 1976 manda in onda, dalle antenne televisive della Svizzera Italiana, “Giochiamo ai quattro cantori”: sei puntate settimanali, dirette da Mascia Cantoni, ognuna divisa in quattro sezioni: “I Cetra oggi”, “I Cetra e i bambini”, “Le opere liriche dei Cetra” e “I Cetra ieri”. La serie piace tanto che al Quartetto viene affidata la realizzazione dello spettacolo col quale la Televisione della Svizzera Italiana avrebbe partecipato al meeting internazionale “La Goelette d’Or”: lo special, intitolato “Cole Porter’s Music Hotel”, e interamente costruito sulle musiche del grande compositore americano, è salutato da una cordialissima accoglienza.
Di nuovo in Italia, durante l’estate il Quartetto affronta una tournée fra le più faticose della sua carriera: il “Rally Canoro” presentato da Corrado. Quaranta spettacoli in città sempre diverse in quarantacinque giorni.
Nel 1978 il Quartetto torna in RAI, protagonista di due serie di “Buonasera con...” (la prima era diretta da Romolo Siena). Nello stesso anno partecipa anche al numero unico televisivo “Dedicato a Gorni Kramer”, in occasione del quale i Cetra eseguono "C’è un po’ di cielo” e “Quanto è buono il ba...” , rendendo omaggio al collega e amico di tanti anni di lavoro.
Nel 1979 una telefonata di Enzo Tortora convince il Quartetto a visitare il centro di produzione televisiva di Antenna Tre, a Legnano. E’ l’inizio di una lunga collaborazione con l’emittente lombarda - inaugurata nell’ottobre del '79 con “La Cetrarca”, un programma di giochi e canzoni condotto da Davide Rampello - che durerà ininterrottamente fino al 1983. I Cetra sono ospiti di “Bingooo!”, gioco condotto da Renzo Villa, presentandovi circa centoventi fantasie di canzoni celebri suddivise in diversi filoni (“Enciclopedia della Canzone”, “Dizionario della Canzone”, “Storia del Festival di Sanremo”). Poi interpretano, tornando ad uno dei loro “giochi” preferiti, una lunga serie di parodie dirette da Guido Stagnaro, su testi di Dino Verde con vari contributi di Giacobetti e due interventi di Gino & Michele. Realizzano così circa novanta parodie di opere liriche, romanzi classici, film famosi e avvenimenti storici di ogni tempo e luogo. Di tanto in tanto, quando i personaggi sono numerosi, si ricorre anche alla partecipazione di ospiti come Gaspare e Zuzzurro, Massimo Boldi e Teo Teocoli, Valeria Fabrizi, Gianni Magni e Gerry Bruno.
Terminato il periodo di lavoro ad Antenna Tre, i Cetra partecipano ad una grande kermesse della RAI per festeggiare il trentesimo anniversario della televisione, e a una speciale edizione natalizia del “Maurizio Costanzo Show”: un programma, quest’ultimo, del quale il Quartetto sarà poi spesso ospite.
Nel 1984 il Quartetto partecipa a una puntata della seconda edizione del programma di Antonello Falqui “Al Paradise”, a “Blitz” di Gianni Minà, a “Cari amici vicini e lontani” di Renzo Arbore, ed è ospite fisso di tredici puntate della trasmissione radiofonica “L’aria che tira”. In novembre, invece, è il Presidente della Repubblica Sandro Pertini a invitare Lucia Mannucci, Felice Chiusano, Tata Giacobetti e Virgilio Savona al Quirinale, anticipando loro la sua decisione di nominarli Cavalieri della Repubblica; e il Presidente Francesco Cossiga, quattro anni dopo, li promuoverà commendatori.
Poi i Cetra cominciano a preparare uno degli album più significativi della loro discografia: “Una lunga tastiera”, dieci canzoni che ripercorrono autobiograficamente la loro avventura professionale e personale. Otto di queste canzoni saranno poi presentate in uno speciale spazio “Cetra Graffiti” - inserite in ampi quadri coreografici e scenografici cui partecipano numerosi illustri ospiti - nelle puntate della terza serie di “Al Paradise”, diretta da Antonello Falqui e trasmessa nei primi mesi del 1985. Per la nona puntata la coppia Giacobetti - Savona scrive - su precisa richiesta del regista - un nuovo brano, “Terzine terzine”, in stile "slow-rock".
Per la decima puntata, in omaggio a “Biblioteca di Studio Uno”, Falqui decide di realizzare finalmente la famosa parodia di “I Promessi Sposi” vietata dalla RAI nel lontano ‘64. Felice Chiusano è Don Abbondio, Tata Giacobetti è Fra Cristoforo, Lucia Mannucci è Agnese, Virgilio Savona è... Alessandro Manzoni; il cast comprende Al Bano e Romina Power (Renzo e Lucia), i Gatti di Vicolo Miracoli (i Bravi), Gianni Agus (don Rodrigo), Minnie Minoprio (la Monaca di Monza), Gianni Minà (Azzeccagarbugli), Alvaro Vitali (il Griso), Arnoldo Foà (l’Innominato) e Nerina Montagnani, la simpatica vecchietta della pubblicità Lavazza, nel ruolo di Perpetua.
Dopo essere stati ospiti di Pippo Baudo a “Domenica in...” e di Mike Bongiorno a “I sogni nel cassetto”, i Cetra iniziano a preparare un’altra trasmissione televisiva: una panoramica sulla loro storia professionale realizzata sfruttando i grandi archivi della RAI. Il programma va in onda tra gennaio e febbraio del 1986, col titolo “Era bello sognare”.
Ancora televisione anche nel 1987: in gennaio il Quartetto è ospite di Maurizio Nichetti a “Pista”, e in febbraio anima il “Controfestival” organizzato da Maurizio Costanzo da un albergo di Sanremo, cantando le parodie dei brani delle edizioni passate. In maggio, i Cetra partecipano a una vera e propria festa in famiglia: nella puntata del programma “Canzonissime” dedicato alla casa discografica Fonit-Cetra, il Quartetto si ritrova con colleghi vecchi e nuovi (Nilla Pizzi, Consolini, Carla Boni, Gino Latilla, Sergio Endrigo, Giorgio Conte, Gianni Pettenati, Eugenio Finardi, i Ricchi e Poveri, Mango) unendosi a loro un una grande esecuzione corale.
Il 22 ottobre, a Milano, viene presentato alla stampa un cofanetto di tre dischi contenente trentasei brani del repertorio del Quartetto Cetra. Una piccola folla di giornalisti, fotografi, radiotelecronisti, colleghi e amici brinda a “I formidabili Cetra” - così si intitola la raccolta - e saluta Tata, Virgilio, Felice e Lucia, che chiudono la celebrazione con un breve e applauditissimo concerto dal vivo. Moltissimi articoli sui giornali e numerose altre partecipazioni televisive chiudono quel 1987 in cui il Quartetto Cetra festeggia i quarant’anni di attività nella formazione Chiusano - Giacobetti - Mannucci - Savona.
Nel 1988, un breve tour nei Casinò (Campione d’Italia, Sanremo e Saint-Vincent) precede le registrazioni di “Monterosa 84”, una rievocazione televisiva dei tempi d’oro del cabaret milanese Derby Club: a tre delle dieci puntate partecipano anche i Cetra, presentando alcuni brani della loro produzione particolarmente adatti all’occasione. E’, questa, l’ultima esibizione televisiva della carriera del Quartetto. L’ultimo concerto in pubblico ha luogo a Palazzo Poggi, a Bologna, l’8 luglio del 1988. Qui termina l’attività del Quartetto.
Il 2 dicembre del 1988 muore Tata Giacobetti. Senza di lui, Mannucci, Savona e Chiusano pubblicano un ultimo album a nome “I Cetra”, nel 1989 e partecipano vocalmente a un album di Mimmo Locasciulli (il brano è “Arte moderna”, nel Cd “Adesso glielo dico”).
Il 3 febbraio del 1990 scompare anche Felice Chiusano.
Il 27 agosto del 2009 muore Virgilio Savona.
Il 7 marzo del 2012 muore Lucia Mannucci. (07 mar 2012)