Biografia

Uno dei migliori songwriter americani della sua generazione, John Hiatt è attivo dagli anni ’70 e ha inciso una ventina di dischi, oltre ad avere scritto canzoni reinterpretate da Iggy Pop, Neville Brothers, Bonnie Raitt e Bob Dylan. Originario di Indianapolis (dove è nato il 20 agosto del 1952) debutta nel ’74 con HANGIN' AROUND THE OBSERVATORY, molto ben accolto dalla critica. Nonostante la stima e il successo sotterraneo, però, Hiatt non riesce a sfondare presso il grande pubblico: tra la fine dei ’70 e i primi anni ’80 si alternano così ottimi lavori (in WARMING UP TO THE ICE AGE fa capolino anche Elvis Costello) e diversi cambi di etichetta dovuti allo scarso riscontro commerciale. Nel 1987 incide per la A&M il suo capolavoro, BRING THE FAMILY, che contiene la nota “Have a little faith in me” e lo vede esibirsi in quartetto con la chitarra di Ry Cooder, il basso di Nick Lowe e la batteria di Jim Keltner (la stessa formazione registrerà cinque anni dopo un album a nome Little Villane). Il disco ottiene più successo dei suoi predecessori, diventando un vero e proprio disco “di culto”. Tuttavia anche il contratto con questa etichetta, ed il relativo successo ottenuto con i dischi successivi, non dureranno a lungo. Dopo il live HIATT COMES ALIVE AT BUDOKAN, il cantautore passa alla Capitol per due soli dischi, il secondo dei quali, LITTLE HEAD (1997), segna il punto più basso della sua carriera. Nel 200 Hiatt pubblica l’acustico CROSSING MUDDY WATERS per la storica indie Vanguard tornando ai suoi migliori livelli; la ritrovata forma viene confermata dopo appena un anno, nel 2001, con l’uscita di THE TIKI BAR IS OPEN, disco che segna un ritorno al rock’n’roll delle origini. Anche BENEATH THIS GRUFF EXTERIOR (2003), accreditato a John Hiatt & the Goners, segue la scia rock tracciata dal predecessore mentre MASTER OF DISASTER (2005) vede Hiatt incamminarsi su sentieri piu “roots” insieme col produttore Jim Dickinson e altri membri della sua famiglia musicale (i North Mississippi All Stars); il chitarrista Luther Dickinson è anche tra i protagonisti di SAME OLD MAN, album che nel 2008 mette in luce il lato più quieto, country-folk-rockabilly, del cantautore dell’Indiana. Il versante più elettrico della sua personalità riemerge con THE OPEN ROAD (2010), inciso in compagnia del trio che lo accompagna abitualmente dal vivo. Poco prima della pubblicazione, John torna in Italia per una acclamata esibizione acustica in coppia con Lyle Lovett al Conservatorio di Milano. Nonostante la lunga storia, Hiatt continua a pubblicare a un ritmo invidiabile. Nel 2011 l’acclamato DIRTY JEANS AND MUDSLIDE HYMNS è la sua produzione più immacolata e pulita, grazie al lavoro scolto da Kevin Shirley (Joe Bonamassa, Dream Theater) che si occupa anche di MYSTIC PINBALL del 2012. Dopo l’antologia del repertorio degli ultimi dodici anni HERE TO STAY, per TERMS OF MY SURRENDER del 2014 Hiatt torna a una produzione più semplice, acustica e radicata nel blues. (04 lug 2014)