
Nato a Roma 21 anni fa, Virginio ha presto capito quali fossero le sue più grandi passioni: la musica e la recitazione. E’ però a Milano, diversi anni dopo, che incontra Paolo Agosta, il cantante che lo presenterà a Ivo Grasso della Massive Arts, l’etichetta discografica con cui il giovane artista romano tuttora collabora.
Virginio partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Giovani, presentando il suo brano “Davvero”.
Sei emozionato per il tuo debutto al Festival?
“In realtà sto cercando di viverla in modo sereno, prendendola come un gioco, ovviamente nei limiti del possibile. Cerco di divertirmi, senza particolari tensioni e senza pensarci troppo. Sono convinto che andrà tutto bene: ho notato che per questa edizione c’è un livello organizzativo di grande qualità. Certo il Festival rimane pur sempre un programma televisivo, e come tale deve dare spazio anche allo spettacolo”.
Che rapporto hai con il Festival? L’hai sempre seguito?
“L’ho guardato spesso, anche se è impossibile riuscire a seguirlo tutto per una settimana intera. Ho sempre buttato un occhio anche su altre manifestazioni: comunque non amo molto le gare fine a se stesse, e non mi piace la competizione. Sono convinto che in realtà Sanremo sia molto di più di una sfida, e penso che per un emergente l’aspetto della gara venga messo in secondo piano”.
Com’è nato ‘Davvero’, il brano con il quale gareggerai?
“La canzone era già pronta da qualche anno, non è stata scritta appositamente per il Festival. L’ho realizzata pensando al rapporto che c’è tra me e mio padre: il testo descrive un periodo della mia vita in cui tra di noi c’era un muro. Le parole le ho scritte io, mentre per la parte musicale ha collaborato Paolo Agosta: gli ho fatto sentire il brano, e insieme abbiamo rivisitato alcune passaggi”.
Cosa ti aspetta dopo il Festival?
“Il 3 marzo sarà pubblicato il mio album d’esordio, ‘Virginio’: mi rendo conto che il titolo può sembrare banale, ma in realtà in questo disco c’è tutto me stesso, e non c’era un'altra parola che potesse esprimere al meglio questo concetto”.
Sei emozionato per il tuo debutto al Festival?
“In realtà sto cercando di viverla in modo sereno, prendendola come un gioco, ovviamente nei limiti del possibile. Cerco di divertirmi, senza particolari tensioni e senza pensarci troppo. Sono convinto che andrà tutto bene: ho notato che per questa edizione c’è un livello organizzativo di grande qualità. Certo il Festival rimane pur sempre un programma televisivo, e come tale deve dare spazio anche allo spettacolo”.
Che rapporto hai con il Festival? L’hai sempre seguito?
“L’ho guardato spesso, anche se è impossibile riuscire a seguirlo tutto per una settimana intera. Ho sempre buttato un occhio anche su altre manifestazioni: comunque non amo molto le gare fine a se stesse, e non mi piace la competizione. Sono convinto che in realtà Sanremo sia molto di più di una sfida, e penso che per un emergente l’aspetto della gara venga messo in secondo piano”.
Com’è nato ‘Davvero’, il brano con il quale gareggerai?
“La canzone era già pronta da qualche anno, non è stata scritta appositamente per il Festival. L’ho realizzata pensando al rapporto che c’è tra me e mio padre: il testo descrive un periodo della mia vita in cui tra di noi c’era un muro. Le parole le ho scritte io, mentre per la parte musicale ha collaborato Paolo Agosta: gli ho fatto sentire il brano, e insieme abbiamo rivisitato alcune passaggi”.
Cosa ti aspetta dopo il Festival?
“Il 3 marzo sarà pubblicato il mio album d’esordio, ‘Virginio’: mi rendo conto che il titolo può sembrare banale, ma in realtà in questo disco c’è tutto me stesso, e non c’era un'altra parola che potesse esprimere al meglio questo concetto”.
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