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Quando il gioco si fa duro, le streghe cominciano a cantare

"Agatha All Along": una congrega di streghe citazioniste per scuotere Marvel dal suo declino
Quando il gioco si fa duro, le streghe cominciano a cantare
Credits: Disney+

Se non proprio una decisa inversione di rotta, "Agatha All Along" ci conferma che qualcuno, in casa Marvel, non ha del tutto disimparato come incantare il pubblico. Pur giocando contro un tempismo davvero beffardo. La serie costola di "WandaVision", che regala all’ex rivale di Wanda Maximoff un posto da protagonista, arriva in un momento in cui dei supereroi, dei loro multiversi e dei loro superproblemi, semplicemente, non ci importa più nulla.

Con buona pace di Agatha Harkness, personaggio crudele e orgoglioso di esserlo. Una rarità in un panorama superereroistico e seriale in cui dietro ogni grande cattivo - se guardato abbastanza da vicino - si nasconde un grande trauma fondativo. Agatha la strega invece è disegnata proprio per essere cattiva, o quanto meno pungente, traditrice e orgogliosa di esserlo. Una villain vecchia scuola che ride deliziata quando il suo incantesimo ti ha in pugno. Per giunta interpretata da Kathryn Hahn; volto, età e talento comico sui generis, fuori dai soliti giri hollywoodiani. Un’interprete e una protagonista che in circostanze normali potrebbero fare giusto il villain di stagione. E invece.

Invece sono state circostanze eccezionali - il successo travolgente di "WandaVision", a oggi il miglior titolo televisivo targato MCU prodotto per Disney+ - a consentire la nascita di una serie a lei dedicata. Sono circostanze altrettanto eccezionali (ma disperate) quelle in cui la nave Marvel in piena tempesta si affida a una nocchiera fuori dalla sua comfort zone.

"Agatha All Along" si spinge al limite del consentito per Disney

Senza essere rivoluzionario o anarchico, "Agatha All Along" sorprende da subito per come sia a suo agio con toni più adulti e dark rispetto a quanto siamo abituati dai pettinatissimi supereroi Marvel. Nel giro dei quaranta minuti del pilota (una sorta di spoof di un crime nordico con tanto di cadavere trovato tra i boschi e tono via via più caricaturale delle indagini) Agatha si dimostra così a suo agio da regalarci contenuti quasi inediti nel mondo Marvel: sensualità, ironia tagliente, una singola parolaccia che sa di storia (un “bitches” che sostituisce maliziosamente un “witches”).

Nell’episodio di avvio Aubrey Plaza, con uno smokey eyes da urlo, lecca sensuale la mano di Kathryn Hahn inchiodandola con uno sguardo bruciante, anticamera della certezza che abbia dei trascorsi bollenti e tormentati con lei (”ho un cuore nero che batte solo per te”). Altro che riferimenti laterali a personaggi queer e latitanza del sesso ricreativo (anzi, del sesso in toto). Agatha poco dopo esce inviperita da casa sua quando capisce di essere stata ingannata, con tanto di nudo non censurato di un corpo non esattamente in linea con il canone estetico Marvel.

Non che le streghe siano davvero tornate quelle di una volta, così trasgressive e iconoclaste da rischiare il rogo. Per quanto ci è dato capire dai quattro dei nove episodi messi a disposizione della stampa per raccontare la serie, "Agatha All Along" flirta con il dark, con il queer e con un approccio più adulto, senza però entrare davvero in territorio eretico per il standard del catalogo streaming di una delle aziende d’intrattenimento più rigidamente familiste esistenti.

"Agatha All Along" fa scelte musicali non canoniche

È intrigante però vedere come, complice la disperazione, la crisi creativa e l’unicità del personaggio, "Agatha All Along" lanci il suo incantesimo dark appena ne ha l’occasione. Così come in "WandaVision", non si perde occasione anche in campo musicale. Nell’episodio pilota di cui sopra l’atmosfera da poliziesco nordico viene creata anche grazie a una sigla con tanto di brano blues triste alla "True Detective" composto per l’occasione (e di cui è stata realizzata una versione italiana per l’edizione doppiata, in modo da seguire i giochi di parole del testo).

Sorpresa. Nel secondo episodio scopriamo che quel pezzo vuole essere la hit della serie: l’atmosferica “The Ballad of the Witches' Road”, cantata a mo’ d’incantesimo da Kathryn Hahn e dal resto del cast in una seconda versione. L’atmosfera da sabbath c’è, complice una regia che punta tantissimo su questo momento. A ragione, dato che nella congrega di streghe che la protagonista rimasta senza poteri mette insieme per riconquistarli c’è anche Patti LuPone, un monumento vivente per chiunque sia appasionato di teatro, musical, Tony Awards e territori musicali adiacenti. Che la showrunner Jac Schaeffer abbia una passione per Broadway e dintorni d’altronde lo si era capito già con "WandaVision", che lanciò il brano “Agatha All Along”.

“The Ballad of the Witches' Road” sarà la nuova “Agatha All Along”?

“The Ballad of the Witches' Road” è la spina dorsale musicale della serie. Un po’ musical, un po’ brano orchestrale, un po’ canzone da principessa Disney che si dedica alle arti oscure, rimane sempre nascosta ma presente nella colonna sonora. Almeno nella sua versione denominata "Sacred Chant Version", presente nei primi episodi. Si arriva poi all’episodio musicale, il quarto, dove le streghe di Agatha affrontano una prova a tema rock psichedelico e il pezzo viene riproposto con il piano, le chitarre, i sound ipnotici da trip acido anni ‘70. Sempre con in mente la famiglia sul divano, sempre con un occhio a chi seguirà la serie per immergersi nelle atmosfere di Halloween, dato che gli episodi escono a cadenza settimanale e sono nove in totale.

Da quel che si è potuto vedere, "Agatha All Along" spinge sui limiti di quello che può fare. Certo spesso viene trattenuta da altri limiti, di natura economica e produttiva. L’approccio materico e da “props in gomma piuma” è intrigante finché non dà la sensazione di rimedio a una serie a cui viene chiesto di essere infinitamente più ambiziosa del titolo di cui è costola, ma senza aprire troppo il portafoglio.

Complice il fatto che, pur essendo in casa Marvel, di supereroi qui non se ne vede neanche l’ombra, "Agatha All Along" procede per la sua strada stramba, femminile, canterina il giusto, che dietro la battuta leggera ogni tanto risulta tagliente. Avendo visto solo la prima metà della serie, per chi scrive non c’è modo di sapere se manterrà le premesse iniziale, crollerà sotto il peso delle aspettative o crescerà inaspettatamente, ma "Agatha" una magia piuttosto potente l’ha già fatta: ci ha fatto tornar voglia di dare una chance a un prodotto Marvel.

"Agatha All Along" è disponibile su Disney+ a partire dal 19 settembre 2024.

 

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