Concerto del Primo Maggio 2016 a Roma, i set di Maldestro, Thegiornalisti, Asian Dub Foundation, Gary Dourdan, Tullio De Piscopo e Dubioza Kolektiv
Tocca a Maldestro aprire l'ultima parte dell'edizione 2016 del Concerto del Primo Maggio di Piazza San Giovanni, a Roma: Antonio Prestieri riempie onestamente lo spazio assegnatogli con "Sopra al tetto del comune" e "Facciamoci un selfie", prima di cedere il passo ai TheGiornalisti, che prima attaccano con "Tra la strada e le stelle" per poi passare a "Fine dell'estate" - con alla chitarra Francesco Mandelli, già voce e sei corde degli Orange ma meglio conosciuto come socio di Fabrizio Biggio nella sitcom "I soliti idioti" - e "Promiscuità".
Dall'indie tricolore si passa al melting pot musicale degli Asian Dub Foundation: si comincia con "Zig zag nation" dal recentissimo "More signal more noise", per poi passare - dopo l'ennesimo break pubblicitario, a mezz'ora dalla fine della diretta - a "Stand up". Tra electro, ritmiche in levare, ragamuffin e word si arriva fino a "Flyover", da "Tank" del 2005, che dà bene l'idea di quanto il collettivo britannico sia rimasto fedele a sé stesso - o di quanto poco sia cambiato negli anni, a seconda dei punti di vista. In ogni caso, la loro esecuzione è impeccabile, sia dal punto di vista sonoro che visivo.
Altrettanto "pulito", seppure su un registro completamente diverso, è Gary Dourdan: l'ex star di "CSI" interpretata la parte - è il caso di dirlo - alla perfezione, anche se con un pizzico di manierismo. Gli viene assegnato un set piuttosto lungo, durante il quale vengono sciorinate "The pill", "I found you" e "The end" e - sul finale - "Someone told me", eseguita in duetto con Nina Zilli: i suoni sono calzanti e controllati, l'esecuzione è misurata, ma le ultime battute della maratona - probabilemente - tolgono un po' di calore al set. Le ultimissime battute sul palco di Piazza San Giovanni vengono affidate a Tullio De Piscopo, che per dare il colpo coda alla maratona prima si produce in una "Stop bajon" sfumata in una citazione di "Minnie The Moocher" (quella resa famosa da Cab Calloway in "Blues Brothers") per poi sfoderare il classico "Andamento lento" abilmente "medleizzato" con "Sex machine" di James Brown e con il "Peter Gunn Theme" di Henry Mancini. La chiusura del concertone è tutta per i Dubioza Kolektiv, che si abbandonano per la gioia del pubblico rimasto allo ska festaiolo di "Volio BiH" e una versione fiume di "U.S.A.". Quindi luci, sipario, e per parafrasare scherzosamente Riccardo Garrone, anche questo Primo Maggio...