
Sebbene i toni rimangano tutto sommato amichevoli e cordiali, non accenna ad abbassarsi il livello dello scontro tra Mike Love, titolare del marchio Beach Boys, e Brian Wilson, Al Jardine e David Marks, gli elementi originali della storica formazione californiana messi alla porta dallo stesso Love dopo la chiusura della prima tranche del tour in supporto a "That's why God made the radio": nonostante le dichiarazioni di Mike ("Non si può licenziare Brian Wilson dei Beach Boys. Io non sono il suo datore di lavoro. Non ho una tale autorità. E anche se l'avessi fatto, non avrei mai fatto fuori Brian Wilson dei Beach Boys. Io amo Brian Wilson"), Brian, in una vibrata lettera aperta pubblicata dal Los Angeles Times, ha ribadito la sua posizione, domandando al cugino il reintegro per sè e per i due colleghi.
"So bene che non potrei venire licenziato dai Beach Boys: non sarebbe affatto carino", ha scherzato Wilson: "Quello che non capisco, e che mi fa sentire come se fossi stato licenziato, è la ragione per la quale Mike non ci permetta di continuare a promuovere dal vivo un disco per il quale abbiamo dato l'anima. La cosa che stupisce è che le offerte per spettacoli ai quali prendere parte tutti insieme non mancano affatto: allora perché lui è contrario? Io e Al vogliamo continuare il tour. E' quello che facciamo da una vita: registrare un disco e andare in giro a promuoverlo".
"Apprezzo quello che Mike ha detto di me", ha concluso Wilson: "Anch'io lo amerò sempre come cugino e come compagno di gruppo, ma davvero mi domando come mai non voglia continuare un grande cammino iniziato insieme: io e Al vogliamo continuare perché sentiamo di doverlo alla nostra musica".