Mick Wall - IRON MAIDEN LE ORIGINI DEL MITO - la recensione

Era decisamente l’ora – anche se l’attesa è stata terribilmente lunga – che uscisse un’edizione italiana di questo ottimo volume firmato da Mick Wall, originariamente intitolato “Run to the hills” (proprio come l’omonimo brano di “The number of the beast”). Un’attesa tropo lunga, si diceva, visto che la prima versione del libro risale all’ormai lontano 1998.
A onor del vero, “Iron Maiden le origini del mito” si concentra in maniera deliziosamente succosa (per i fan della prima ora) su tutto ciò che gli Iron Maiden sono stati e hanno fatto dagli esordi fino ai primi anni Novanta… in pratica il periodo in cui i Maiden erano ancora i Maiden e non avevano ancora intrapreso la nuova strada che ormai da anni battono – con ottimi risultati, ma perplessità notevole da parte di chi li ha amati per la loro anima NWOBHM.
Il bello di questa lettura è che si tratta di una biografia, ma organizzata in maniera non tradizionale e strettamente cronologica: il fuoco, infatti, è tutto concentrato sui singoli membri della band – a ognuno dei quali è dedicato un lungo capitolo – che raccontano i propri Iron Maiden, le proprie storie e i propri punti di vista.
Il lato umano e il dietro le quinte, dunque, sono in qualche maniera il vero ingrediente segreto di “Iron Maiden le origini del mito”, che regala prospettive inedite e aneddoti di prima mano, mai finiti prima su pagina. Ed è questa la chiave vincente, il quid che rende una normale biografia rock diversa e godibilissima.
Che gli Iron siano un mito, dunque, è assodato da tempo. Ma se da fan degni di tale definizione avete voglia (e necessità) di scoprire come il seme dei Maiden è stato gettato ed è germogliato a metà anni Settanta, per poi divenire una pianta robusta negli Ottanta, questo è il libro che fa per voi. Metal, umanità, storie di eccessi e successi: cosa desiderate di più?

(Andrea valentini)