Nell'ultimo tour americano, ad aprire i concerti, e spesso a duettare con Eddie Vedder , c'erano i Band Of Horses . Arrivano da Seattle, ma hanno poco a che vedere con la musica che spesso si associa al nord-ovest americano. Piuttosto, la band fa parte di quel gran calderone di neo-tradizionalisti del rock americano. C'è chi li ha paragonati agli Eagles , chi a Neil-Young , che ricordano per l'uso di chitarre elettriche un po' distorte su melodie dirette. Forse il termine di paragone migliore sono proprio i My Morning Jacket , anche per il tono vocale di Ben Bridwell, leader assoluto e autore principe della band. Rispetto alla band di Jim James, i Band Of Horses, sono un po' meno "jam-band", un poco più diretti e pop.
Sia quel che sia, "Infinite arms", terzo lavoro della band che si è spinto addirittura nella top 10 americana, è un signor disco. Un piccolo gioiello, diviso tra pezzi rock come "Nw apartment" e "Laredo" (canzone davvero neilyounghiana, con un riff killer, e che ha il solo difetto di finire troppo in fretta) e ballate tradizionali, che sanno di folk e country (come "Neighbor" e "Older"), ma scritte e suonate con cuore e grazia. Come tante band emerse recentemente, i Band Of Horses non sconvolgeranno nessuno, ma questo "Infinite arms" è uno di quei dischi di genere da non perdere per gli appassionati.