Nick Cave - THE BEST OF NICK CAVE AND THE BAD SEEDS - la recensione

Lo dicono già chiaro le note di copertina: "Sedici canzoni che tracciano i contorni di un viaggio maggiore, un travaglio che attraversa caos e ossessione, devozione e disperazione.

Una cartina del cuore umano in extremis". Dal 1984, anno in cui la fece finita con i Birthday Party, Nick Cave in gran parte è racchiuso nella sua produzione con i Bad Seeds, insieme ai quali ha dato alla luce una decina di album che sono altrettante stazioni di un viaggio pericoloso e misterioso. Vena autodistruttiva, genialità trascendente e ossessioni striscianti si mescolano ad una musicalità trasgressiva e allucinata, rendendolo protagonista/autore di sogni/incubi epocali. Da "From here to eternity" fino al più recente "The boatman’s call", qui ci sono tutte le storie d’amore, follia, morte e redenzione cui potete aspirare, e anche qualcosa di più. Un cuore in extremis non saprebbe dire di no.

Track list:

• Deanna
• Red right hand
• Straight to you
• Tupelo
• Nobody’s baby now
• Stranger than kindness
• Into my arms
• (Are you) the one that I’ve been waiting for?
• The carny
• Do you love me?
• The mercy seat
• Henry Lee
• The weeping song
• The ship song
• Where the wild roses grow
• From her to eternity