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The Rasmus presentano 'Black roses': 'Un omaggio pop al nostro pubblico'

The Rasmus presentano 'Black roses': 'Un omaggio pop al nostro pubblico'
Lo si ricorda con i capelli nerissimi, lo si immagina un tipo oscuro e chiuso. E invece Lauri Ylonen, cantante e leader dei The Rasmus, si presenta all’incontro con Rockol con la chioma biondo platino, sciolto e ben disposto a fare due chiacchiere in merito all’ultima creatura del suo gruppo: il nuovo album “Black roses”.

Sono trascorsi tre anni dall’ultimo lavoro in studio della band finlandese (“Hide from the sun”) ed in questo periodo parecchie cose sono accadute nella vita del gruppo. “In seguito al tour promozionale del nostro ultimo disco abbiamo sentito molto forte l’esigenza di fermarci e capire chi fossimo. Dopo una rigenerante pausa, abbiamo compreso di voler fare qualcosa di originale e non è stato facile capire quale direzione prendere”. Un prezioso aiuto è giunto indubbiamente dal prestigioso produttore Desmond Child (Kiss, Poison, Alice Cooper, Bon Jovi, Joss Stone): “E’ stato incredibile lavorare con lui, una persona che ha fatto la storia del rock e del pop, in particolare negli anni Ottanta. Tutto è nato tramite alcuni colleghi, i quali hanno inviato delle e-mail a Desmond chiedendo se ci conoscesse. Lui ha replicato dicendo che adorava il nostro sound e da lì è nato tutto. Incredibile, per noi è stato come vincere alla lotteria. Desmond ci ha aiutato molto a rischiare ed in noi è tornata la voglia ed il divertimento di fare musica”.
“Black roses” è stato registrato in buona parte negli studi di Child a Nashville (Usa), ma anche in Finlandia (dove la band possiede un proprio studio) e nei posti più disparati come Singapore, Berlino, Stoccolma e Grecia. “Prima di definire la produzione con Desmond, abbiamo iniziato a registrare qualcosa nello studio di Pauli (il chitarrista) a Singapore, dove attualmente risiede. In seguito ci è capitato di trovarci in giro per il mondo e di essere improvvisamente illuminati da un’idea: a quel punto abbiamo preso in affitto uno studio per un paio di giorni e buttato giù tutto. Un modo molto spontaneo di lavorare, ma anche molto costoso”.

Le rose nere da cui prende il nome il nuovo disco possono essere viste come un simbolo di contrasto e Lauri lo conferma: “Il titolo dell’album nasce dal conflitto tra un simbolo d’amore come la rosa ed un colore oscuro come il nero: diciamo che può rappresentare un amore finito male. Oltre a questo, il nome è un omaggio ai nostri fan che durante i concerti spesso ci lanciano questo tipo di fiori: abbiamo voluto restituire il favore”. In questo nuovo lavoro dei The Rasmus i brani sembrano avere un’impronta maggiormente pop-rock rispetto al passato. “Effettivamente 'Black roses' ha un indirizzo decisamente più pop, abbiamo usato molte tastiere e suoni computerizzati, grazie anche all’ascolto di grandi del genere come Depeche Mode e Cure. Ovviamente non manca la componente dark, specialmente nei testi, ma forse è meno presente che in passato”.
Già il passato e quella hit dal successo planetario. Era il 2003 e i Rasmus sfondavano con “In the shadows”. “Quando una tua canzone ha un successo mondiale non puoi che esserne felice. Allo stesso tempo abbiamo la cattiva abitudine di non saper dire di no e quindi ci siamo trovati a suonare questo brano un numero infinito di volte. Eravamo esausti, ma poi dopo una giusta pausa oggi il nostro rapporto con lui è buono”.

Lauri ha scelto di vivere ancora in Finlandia (“abito in un piccolo paesino vicino Helsinki, un posto ideale per stare tranquilli e godersi la natura”), ma è pronto per affrontare il futuro e l’arrivo di un nuovo tour. “Inizieremo a suonare nel mese di gennaio e se tutto va secondo i piani dovremmo essere in Italia a febbraio”.
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