
Tutto come da copione, più o meno. Si diceva che ai Grammy Awards
l'apertura sarebbe stata sancita dal ritorno in scena dei Police, e
così è stato. Il trio (con Sting sbracciato come ai bei tempi) ha
proposto "Roxanne". Si diceva anche che le Dixie Chicks rischiassero
davvero di farsi una scorpacciata di premi, con l'ABC che qualche ora
prima della serata ha proposto un servizio con l'apertura casualmente
dedicata proprio alle ragazze, e così è stato. Vero, certo, che non si
prevedeva un numero così elevato di riconoscimenti -cinque- alle
Chicks: su questo niente da dire. E, in più, pescando nelle categorie
più importanti, come ad esempio "Album of the year". Seguono a ruota i
Red Hot Chili Peppers, con quattro premi. C'è chi vince e c'è chi
perde. Se proprio si dovesse a tutti i costi indicare il nome di un
eventuale "perdente", allora il titolo andrebbe a Mary J.Blige: otto
nomination ma tre soli premi. Uccellati alla grande però anche Prince e
James Blunt: cinque nomination, a casa a mani vuote. A quota due Bob
Dylan (tra i primi ad essere premiati, il primo dei due gli è arrivato
mentre da noi era l'una della scorsa notte), Gnarls Barkley, John
Mayer, Tony Bennett, John Legend, Bruce Springsteen, Kirk Franklin,
Michael Brecker, Chick Corea, John Williams, Michael Tilson Thomas e
Ludacris.
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