
Il "Daily Star", tabloid britannico che spesso è più attento al fatto che Britney abbia o meno le mutande quando esce di casa piuttosto che al rock, ogni tanto ha qualche felice intuizione. In particolare è il giornalista Joe Mott, uno che gira e va a vedere un sacco di concerti, ad estrarre a volte dal cilindro delle simpatiche chicche. L'anno scorso il reporter aveva giurato che nel 2006 sarebbero esplosi gli Arctic Monkeys, ed indubbiamente aveva visto giusto. Così per il 2007 vuole ritentare ad essere profetico e scommette tutto su Mark Ronson, il quale al momento è un perfetto sconosciuto. Ronson, nato in Gran Bretagna ed ora residente a New York, è un produttore definito "geniale" il cui album "Versions" "è uno dei migliori degli ultimi tre anni". Come il titolo suggerisce, i brani sono tutte versioni. Ma cover da tanto di cappello, afferma Mott, perché sono state ricostruite, riplasmate e rigenerate in forme veramente inaspettate. Ci sono pezzi di autori poco noti e brani ben conosciuti. A quest'ultima tipologia appartengono, ad esempio, "Toxic" di Britney Spears, rimodellata in un hip-hop da far correre la gente in pista; ed anche "God put a smile on your face" dei Coldplay, diventata un jazz ballabile. Mark è figlio di Mick, grande chitarrista di Hull scomparso il 30 aprile 1993. Mick Ronson nei primi anni Settanta aveva fatto parte del gruppo di David Bowie ed era uscito dall'orbita bowiana dopo "Pin-ups" di fine '73.
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