“Limon y sal” è il titolo del nuovo album di Julieta Venegas, la cantante messicana che si è fatta notare in Italia grazie alla hit estiva “Me voy”.
L’artista è nata trentasei anni fa a Tijuana, al confine con gli USA: “Ho vissuto vicino alla frontiera per diversi anni”, precisa Julieta, “ma mi sento molto più messicana che americana. Non mi interessa molto cantare in inglese, perché le mie emozioni e le mie sensazioni le vivo in spagnolo, e visto che scrivo molto istintivamente i miei brani, mi viene più spontaneo e naturale comporre in spagnolo. Certamente sono stata influenzata dalla musica americana, ma mi è sempre piaciuto sperimentare nuovi generi musicali come l’elettronica, il raggae, il pop. Non ci sono cliché nella musica, e non mi interessa essere a tutti i costi commerciale. Mi importa solo scrivere la musica che mi piace e che mi sento di comporre in quel momento: se questa poi diventa commerciale o alternativa, va bene, ma lo è diventata senza la mia volontà. Anche della musica italiana ho ascoltato qualcosa”, aggiunge l’artista, “Mi piacciono Paolo Conte e Neffa, ma i più conosciuti sono ovviamente Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Anche loro mi piacciono ma non li seguo molto da vicino”.
Julieta Venegas ha pubblicano ad oggi quattro album: “I primi due erano molto più rock e underground, poi nel terzo ho sentito l’esigenza di seguire un genere diverso, più pop. Da quel momento in poi ho cominciato a pubblicare e vendere i miei CD anche negli USA e in Spagna”.
Non è la prima volta che l’artista messicana fa visita all’Italia: “Nel 2000 sono stata ad Arezzo Wave”, spiega la Venegas, “Devo dire che mi è piaciuta molto come rassegna, soprattutto per la musica alternativa e underground che ho potuto ascoltare: una bellissima esperienza. Spero di ritornare in Italia, magari per una tournée. Mi piace molto suonare dal vivo, lo considero il modo più semplice per essere a contatto con le persone e conoscerle”.
“Le mie canzoni”, aggiunge la cantante, “sono per la maggior parte autobiografiche. Tengo un diario su cui scrivo soprattutto quando sono in viaggio. Scrivo quello che mi succede, quello che vedo e che provo. Quando poi ho un attimo di tempo libero mi siedo al pianoforte e cerco di mettere in musica quelle parole. Adoro anche mischiare vari generi musicali, e le varie esperienze lavorative che ho fatto mi hanno permesso di esprimere la mia creatività attraverso la musica. Ho composto musiche per il teatro e per il cinema, e trovo molto stimolante che un regista ti dia in mano la sceneggiatura del film e ti dia il compito di descrivere quelle emozioni e quei momenti con le tue parole e la tua musica”.
“Ho deciso intitolare così questo mio quarto disco”, spiega la cantante durante la conferenza stampa, “perché il limone e il sale sono presenti ovunque in Messico, e li utilizziamo molto per preparare da mangiare. Danno a tutto un sapore diverso, come fa anche l’amore. Anche per questo ho scelto questo titolo, perché l’amore da sapore a tutto, e i brani presenti nell’album parlano proprio di questo”.
L’artista è nata trentasei anni fa a Tijuana, al confine con gli USA: “Ho vissuto vicino alla frontiera per diversi anni”, precisa Julieta, “ma mi sento molto più messicana che americana. Non mi interessa molto cantare in inglese, perché le mie emozioni e le mie sensazioni le vivo in spagnolo, e visto che scrivo molto istintivamente i miei brani, mi viene più spontaneo e naturale comporre in spagnolo. Certamente sono stata influenzata dalla musica americana, ma mi è sempre piaciuto sperimentare nuovi generi musicali come l’elettronica, il raggae, il pop. Non ci sono cliché nella musica, e non mi interessa essere a tutti i costi commerciale. Mi importa solo scrivere la musica che mi piace e che mi sento di comporre in quel momento: se questa poi diventa commerciale o alternativa, va bene, ma lo è diventata senza la mia volontà. Anche della musica italiana ho ascoltato qualcosa”, aggiunge l’artista, “Mi piacciono Paolo Conte e Neffa, ma i più conosciuti sono ovviamente Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Anche loro mi piacciono ma non li seguo molto da vicino”.
Julieta Venegas ha pubblicano ad oggi quattro album: “I primi due erano molto più rock e underground, poi nel terzo ho sentito l’esigenza di seguire un genere diverso, più pop. Da quel momento in poi ho cominciato a pubblicare e vendere i miei CD anche negli USA e in Spagna”.
Non è la prima volta che l’artista messicana fa visita all’Italia: “Nel 2000 sono stata ad Arezzo Wave”, spiega la Venegas, “Devo dire che mi è piaciuta molto come rassegna, soprattutto per la musica alternativa e underground che ho potuto ascoltare: una bellissima esperienza. Spero di ritornare in Italia, magari per una tournée. Mi piace molto suonare dal vivo, lo considero il modo più semplice per essere a contatto con le persone e conoscerle”.
“Le mie canzoni”, aggiunge la cantante, “sono per la maggior parte autobiografiche. Tengo un diario su cui scrivo soprattutto quando sono in viaggio. Scrivo quello che mi succede, quello che vedo e che provo. Quando poi ho un attimo di tempo libero mi siedo al pianoforte e cerco di mettere in musica quelle parole. Adoro anche mischiare vari generi musicali, e le varie esperienze lavorative che ho fatto mi hanno permesso di esprimere la mia creatività attraverso la musica. Ho composto musiche per il teatro e per il cinema, e trovo molto stimolante che un regista ti dia in mano la sceneggiatura del film e ti dia il compito di descrivere quelle emozioni e quei momenti con le tue parole e la tua musica”.
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