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Paul McCartney, un brano muto per protestare contro l'AI

L'ex-Beatle si aggiunge a “Is This What We Want?”, che esce in vinile
Paul McCartney, un brano muto per protestare contro l'AI

Lo scorso febbraio, oltre mille artisti hanno pubblicato sulle piattaformeun album “muto” per protestare contro l’atteggiamento del governo inglese nei confronti delle società tecnologiche e dell'uso che fanno di materiale artistico per allenare l'intelligenza artificale: il disco è intitolato “Is This What We Want?” e vede la partecipazione diKate Bush, Annie Lennox, Damon Albarn, Ed O’Brien (Radiohead), gli elementi superstiti dei Clash, Jamiroquai, Imogen Heap, Cat Stevens e Tori Amos. I titoli delle "canzoni" formano la frase “Il governo britannico non deve legalizzare il furto di musica a beneficio delle aziende di intelligenza artificiale”.

L'abum vedrà una pubblicazione in vinile, al costo di 28 sterline - e c'è un brano aggiuntivo di Paul McCartney. Intitolato semplicemente "Bonus track" ed è una registrazione di uno studio vuoto, secondo quanto si legge nelle note.

L’iniziativa è stata promossa da Ed Newton-Rex, già dirigente di spicco di Stability AI che ha lasciato il settore dell’intelligenza artificiale perché preoccupato dalla posizione del settore nei confronti dell’utilizzo di materiale coperto da proprietà intellettuale: proprio per trovare un compromesso tra sviluppo tecnologico e rispetto degli aventi diritti, Newton-Rex ha fondato Fairly Trained, ente di certificazione che garantisce la condotta corretta delle aziende tecnologiche nelle fase di training dei propri modelli.

“La proposta del governo affiderebbe gratuitamente il lavoro di una vita dei musicisti del paese alle aziende di intelligenza artificiale, consentendo a queste ultime di sfruttare il lavoro degli artisti per superarle in termini di competitività”, ha fatto sapere in una nota Newton-Rex: “E’ un piano che non solo sarebbe disastroso per i musicisti, ma che è totalmente inutile: il Regno Unito può essere leader nell'intelligenza artificiale senza gettare sotto un treno le nostre industrie creative leader mondiali. Questo album dimostra che, per quanto il governo cerchi di giustificarlo, i musicisti stessi sono uniti nella loro profonda condanna di questo piano mal concepito”.

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