“Wish You Were Here” compie cinquant’anni
“Wish You Were Here”, uno degli album più iconici e significativi nella storia dei Pink Floyd, celebra il suo cinquantesimo anniversario, e tra gli appassionati della leggendaria band britannica cresce l’attesa per le nuove uscite discografiche previste per il 12 dicembre.
Numerose sono le iniziative in programma in Italia per celebrare degnamente questo cinquantesimo anniversario. Tra le più attese spicca il panel “(Still) Wish You Were Here: anatomia di un capolavoro”, che si terrà martedì 18 novembre alle ore 12, presso la Palazzina Appiani di Milano, nell’ambito della nona edizione della Milano Music Week.
Presentato da Rockol in collaborazione con Sony Music Italy, l’evento - nell’anno del cinquantesimo anniversario di "Wish You Were Here" - indaga sull’insegnamento che il classico dei Pink Floyd continua a offrire all’industria di oggi: il catalogo come motore del business musicale.
Oltre a Luca Fantacone, Director Catalogue di Sony Music Italy e Nino Gatti, storico e archivista dei Pink Floyd, che firma la scheda qui sotto, all'incontro sarà presente anche Stash (artista Atlantic Records / Warner Music), leader dei The Kolors e grande appassionato della band un tempo guidata da Roger Waters e David Gilmour. Condivideranno insieme storie e aneddoti su un disco che, 50 anni dopo, continua a ispirare tutto il mondo della musica, e offriranno agli appassionati un’anteprima esclusiva delle pubblicazioni di dicembre.
L’ingresso al panel è libero fino a esaurimento posti: è necessario registrarsi gratuitamente a questo indirizzo, i posti sono limitati.
Il 2025 si conferma un anno straordinario per il popolo floydiano, grazie alla pubblicazione di tre importanti dischi dal vivo negli scorsi mesi che li ha proiettati ai vertici delle classifiche. Lo sforzo profuso dalla Sony — che dall’ottobre 2024 detiene i diritti dell’intero e prezioso catalogo discografico dei Pink Floyd — è stato ampiamente ripagato dall’entusiasmo dei fan di tutto il mondo. Sono stati molto apprezzati dal pubblico i due live di Roger Waters e David Gilmour; ma a catalizzare l’attenzione è stata soprattutto la prima uscita ufficiale del “Live at Pompeii”, l’iconico film-concerto dei Pink Floyd realizzato tra il 1971 e il 1972 dal regista Adrian Maben (scomparso proprio in questi giorni), che ha riportato i Pink Floyd in testa alle classifica. Un risultato importante, destinato a trasformarsi in una festa con la pubblicazione delle edizioni celebrative legate al cinquantenario di “Wish You Were Here”.
Pubblicato nel Regno Unito il 12 settembre 1975, “Wish You Were Here” rappresenta una pietra miliare nella storia della band che, dopo aver conquistato nel 1973 la vetta delle classifiche mondiali con “The Dark Side of the Moon”, rischiò seriamente la separazione. Tutti i sogni e gli obiettivi sembravano già realizzati con il “disco del prisma”, e le motivazioni per continuare a suonare insieme erano ai minimi storici.
Fu il brano “Shine On You Crazy Diamond”, composto nel 1974 e dedicato all’amico Syd Barrett — carismatico leader della formazione d’esordio — a ricompattare il gruppo e a fornire l’ispirazione per l’album successivo, proprio quel “Wish You Were Here” che oggi si celebra. Oltre a “Shine On You Crazy Diamond”, che occupa gran parte del disco con i suoi ventisei minuti divisi in due sezioni, l’album include altri tre brani divenuti autentici classici: la title track “Wish You Were Here”, una ballata dai toni delicati e profondi, l'introspettiva e inquieta “Welcome to the Machine” — che nel tour del 1977 fu accompagnata da un suggestivo film animato firmato da Gerald Scarfe, destinato a tornare a collaborare con la band nel 1979 per il progetto monumentale di “The Wall” (disco, tour e film) — e l’energica “Have a Cigar”, unico brano del disco non cantato dai membri del gruppo ma dall’amico Roy Harper, voce di culto della scena britannica.
Grazie al trionfo di “Wish You Were Here” la band consolidò definitivamente il proprio successo mondiale, inaugurando una stagione artistica straordinaria che portò alla nascita di altri due dischi fondamentali: “Animals” e “The Wall”, opere di enorme impatto culturale e musicale. Anche dopo il doloroso divorzio da Roger Waters negli anni Ottanta, i Pink Floyd proseguirono il loro percorso, ottenendo consensi e successi planetari con album come “A Momentary Lapse of Reason” e “The Division Bell” e a due our ultra-milionari, confermando una longevità artistica senza pari.
Il pubblico dei Pink Floyd — senza dubbio una delle band più amate e influenti di tutti i tempi — è vasto e multigenerazionale: abbraccia padri, figli e persino nonni, come dimostrano le sale cinematografiche recentemente gremite per le première dei nuovi film-concerto di Gilmour, Waters e dei Pink Floyd stessi. Nel 2025, la band ha festeggiato 60 anni di attività ufficiale, consolidando e ampliando il proprio seguito anche tra le giovani generazioni: ed è questo, in fondo, il vero miracolo.
Le edizioni celebrative di dicembre promettono di essere un evento imperdibile. Una celebrazione che non si limita alla nostalgia, ma che riafferma l’attualità e la potenza artistica di un’opera capace di attraversare intatta nella sua magia cinquant’anni di storia della musica.