
È venuto a mancare oggi, 18 settembre, Fausto Amodei, cantautore politico, tra le altre cose autore della famosa canzone di protesta del 1960, "Per i morti di Reggio Emilia". Aveva 91 anni.
Nato a Torino il 18 giugno 1934, aveva fondato nella sua città alla fine degli anni Cinquanta il collettivo di musicisti e letterati Cantacronache, assieme a Michele Straniero, Giorgio De Maria, Margot, Emilio Jona e Sergio Liberovici, al quale collaborarono letterati come - tra gli altri - Italo Calvino, Umberto Eco e Franco Fortini.
In omaggio alle vittime della strage in cui morirono cinque operai del PCI, in occasione dei moti popolari contro il governo di Fernando Tambroni, Amodei scrisse scrive la sua canzone più famosa, "Per i morti di Reggio Emilia", ancora conosciuta ed eseguita durante manifestazioni operaie e studentesche. Il brano è stato interpretato e inciso anche da, tra gli altri, Maria Carta, Milva, dagli Stormy Six e dai Modena City Ramblers. Ad aprire la canzone è il verso “Compagno cittadino, fratello partigiano”, da cui i CCCP hanno tratto il tirolo per il loro EP del 1985.
Oltre a influenzare molti cantautori italiani degli anni Settanta, con brani che furono interpretati tra gli altri da Mina, Enzo Jannacci e Ornella Vanoni, Amodei estese la sua attività alla politica e la sua militanza politica lo portò ad aderire a movimenti laici di sinistra e, nel 1968, a diventare deputato con il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Tra i suoi lavori più significativi si ricordano anche canzoni come "La zolfara", "Il tarlo" e "Qualcosa da aspettare", così come l’impegno nel tradurre e reinterpretare autori stranieri, tra cui Georges Brassens.