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System of a Down: dove eravamo rimasti

Serj Tankian e soci tornano in concerto in Italia a distanza di otto anni dall'ultima volta
System of a Down: dove eravamo rimasti

L'attesa dei fan è finalmente finita: i System of a Down tornano in concerto in Italia dopo otto anni dall'ultimo passaggio nel nostro Paese, che risale al Firenze Rocks del 2017. Dopo la delusione di oltre cinque anni fa, quando a causa del Covid venne annullata la data originariamente in programma con i Korn per il 12 giugno 2020, ora i dubbi e le speculazioni sono state finalmente placate con l'annuncio che la band capitanata da Serj Tankian si esibirà nuovamente dalle nostre parti il 6 luglio 2026.

Il ritorno dei System of a Down in concerto in Italia

L'appuntamento con i System of a Down è fissato all'Ippodromo SNAI La Maura di Milano, nell'ambito della giornata degli I-Days del 6 luglio prossimo, che vede in cartellone anche i Queens of the Stone Age e gli Acid Bath. La prevendita dei biglietti dedicata ai fan iscritti alle newsletter dei gruppi coinvolti è già iniziata, mentre la vendita generale apre venerdì 19 settembre. I prezzi dei titoli d'ingresso (qui nel dettaglio) hanno già sollevato polemiche tra i fan, e spaziano dalle formule di accesso unico (al prezzo di 92 euro più commissioni) e per il gold circle (al costo di 138 euro più commissioni), fino ai pacchetti più completi, tra cui l'I-Days Super Pit (488 euro più commissioni) e l'I-Days Terrace (738 euro più commissioni) con ingresso nel pit, open bar e servizi esclusivi, mentre il pacchetto Premium Early Entry Vip (363 euro più commissioni) garantisce l’ingresso anticipato nell’area Gold Circle con merchandising e pass commemorativi inclusi.

L'annuncio del concerto dei SOAD nel nostro Paese arriva dopo anni in cui la band non è rimasta comunque con le mani in mano. Con la ripresa dei grandi eventi dal vivo dopo la pandemia, da ottobre 2021 Serj Tankian e soci hanno portato la loro musica in giro per gli Stati Uniti. Dallo scorso aprile la formazione è tornata anche in Sud America e in Canada, mentre per il prossimo anno ha annunciato un nuovo tour che segnerà il suo ritorno in Europa e nel Regno Unito. Oltre all'Italia, tra giugno e luglio 2026, la tournée toccherà Svezia, Francia, Germania, Inghilterra e Polonia.

Dove eravamo rimasti?

Oltre al ritorno dal vivo, i fan continuano a interrogarsi sulla possibilità che i System of a Down pubblicheranno mai un nuovo album. Nell'ultimo decennio, sulla ripresa delle attività discografiche da parte della band di "Chop suey!" si è detto - e scritto - di tutto. La stessa band, che ai fan non ha più consegnato materiale inedito da vent'anni a questa parte, ovvero dalla pubblicazione del dittico composto da "Mezmerize" e "Hypnotize" del 2005, è più volte tornata in argomento. I vari componenti del gruppo, però, hanno sempre espresso pareri o posizioni discordanti tra loro, lasciando sempre dubbi sul futuro discografico dei SOAD. Il pubblico della band, che continua a essere composta dal frontman e cantante Serj Tankian, il chitarrista Daron Malakian, il bassista Shavo Odadjian e il batterista John Dolmayan, non ha quindi mai perso le speranze di ascoltare prima o poi qualcosa di nuovo.

A ottobre dello scorso anno, in una chiacchierata con il quotidiano britannico "The Sun", Serj Tankian aveva sottolineato che un nuovo disco dei System of a Down rappresenterebbe un “nuovo inizio”, svelando che il gruppo possieda addirittura materiale inedito che meriterebbe di essere ascoltato. "Se i System of a Down decidessero di fare un disco, sarebbe un nuovo inizio, un modo del tutto nuovo, per prendere una nuova bellissima direzione", aveva dichiarato il frontman della band: "Abbiamo del materiale inedito del passato già pronto. Ho dimenticato quante canzoni ci sono, ma quelle che sarebbero interessanti anche a livello di archivio sono una manciata: alcune di esse credo addirittura che siano delle gemme davvero incredibili". 

Più recentemente, sull'argomento è tornato a esporsi anche il chitarrista Daron Malakian, che lo scorso luglio ha voluto ribadire l’improbabilità di un nuovo album ma ha sottolineato come la band abbia mantenuto la propria evoluzione artistica nei cinque dischi pubblicati. "Potremmo fare un nuovo album, e potrebbe persino venire bene", ha affermato Malakian al podcast "Talk is Jericho" - come trascritto da "Blabbermouth": "Non lo so. Se si ascoltano anche solo quei cinque dischi che abbiamo fatto, dal primo album all'ultimo, si nota una differenza tra loro. C’è stata un’evoluzione in atto". Ha aggiunto: "Se devo dirla tutta, la pausa è stata qualcosa che non sempre ho accettato, ma tant’è. Ogni band ha una storia diversa. C’è stato un periodo in cui ero un po’ più arrabbiato per questo. Ora, in qualche modo, la prendo per quello che è. Ma quello che mi dava fastidio era che non abbiamo avuto la possibilità di continuare quell’evoluzione. Perché penso che ne fossimo capaci. Ci sono alcune band che fanno lo stesso album più e più volte. Noi non saremmo stati quella band. Abbiamo mantenuto il nostro suono, ma quel suono sarebbe andato in direzioni diverse. Quindi il mio unico rimpianto è che non abbiamo avuto la possibilità di farlo. Ed è per questo che, secondo me, fare un album 20 o 25 anni dopo è difficile: da dove cominci?".

Qualche giorno dopo, a lui ha fatto eco Dolmayan, il quale ha raccontato che la chiave per un eventuale nuovo album risiederebbe nell’ordine in cui i membri della band presentano le proprie canzoni, con Tankian che dovrebbe portare per primo il materiale creativo, seguito da Shavo e infine da Daron, senza limiti sul numero di brani o sul tempo necessario per completare le registrazioni. Ai microfoni del podcast "But that 1%", come ripreso da "Consequence", il batterista ha parlato delle delicate dinamiche di scrittura del gruppo e ha rivelato esattamente cosa servirebbe affinché i SOAD iniziassero a lavorare a quello che sarebbe l’attesissimo nuovo album. Alla domanda sulla “ricetta segreta” per realizzare un disco dei System of a Down, Dolmayan ha dichiarato: "Di solito, quando entriamo in studio, Daron porta le sue canzoni, perché ne ha tante. Sono molto ben strutturate, sono le più complete. Se dovessi dargli un consiglio — cosa che in effetti ho già fatto — gli direi: 'Perché non dici a Serj: porta le tue canzoni per primo. Passeremo in rassegna tutte le tue idee'. Poi Shavo porterebbe tutte le sue idee. E infine Daron porterebbe le sue. Qual è la differenza? Ma quell’atto di apertura dice: ‘Mi interessano le tue canzoni più delle mie e ti lascio portarle per primo?'". Ha aggiunto: "Ovviamente, se non è il materiale migliore, perché dovremmo usarlo?". Su un ipotetico periodo in cui la band potrebbe impegnarsi a lavorare su qualcosa di nuovo, Dolmayan ha continuato: "Abbiamo dei tour già programmati, poi nel 2027 potremmo fermarci per sei mesi e andare nello studio a casa di Daron, o a casa mia, o a casa di Serj o a casa di Shavo, e lavorare a un nuovo album dei System senza regole. Io proporrei subito: 'Serj, porta tutte le tue canzoni per primo. Poi Shavo, porta tutti i tuoi riff e le tue canzoni, e infine Daron porta le tue ultime'. Non ci metterei alcun limite al numero di canzoni che uno può portare né alla durata del processo. E poi registreremmo un nuovo disco'".

Anche Serj Tankian è tornato di recente sulla questione, confermando che le divergenze che negli ultimi venti anni hanno impedito la pubblicazione di nuovo materiale non sono mai state personali, ma esclusivamente artistiche. Ospite lo scorso mese di agosto del programma "Trunk Nation with Eddie Trunk" su SiriusXM, il cantante ha risposto ad alcune domande riguardanti la possibilità di nuova musica e ha dichiarato: “Non al momento. Stiamo tutti lavorando a qualche progetto musicale. Daron ha appena pubblicato un disco con i suoi Scars on Broadway - che è davvero un buon lavoro: consiglio di ascoltarlo. Io sto per pubblicare un disco di cover, collaborazioni e altro… Ma per quanto riguarda i System of a Down, non si tratta di voler fare un album. Si tratta di vedere le cose nello stesso modo dal punto di vista creativo. Se non lo vediamo tra noi, non vale la pena farlo. Se lo vediamo, allora vale la pena farlo". Ha aggiunto: "Le nostre divergenze di opinione sono sempre state differenze creative, e ne sono orgoglioso. Non erano differenze personali. Ci siamo sempre voluti bene e rispettati, e ancora di più oggi. Quindi non è per questo che non abbiamo mai fatto un album finora. La maggior parte delle band non lavora insieme perché magari non si piacciono. Nel nostro caso, non è assolutamente così. Ci vogliamo bene. Faremo tour insieme, usciamo insieme, ceniamo insieme, ci troviamo con le famiglie, ci godiamo la compagnia reciproca. Ma se non vediamo le cose allo stesso modo, non faremo un nuovo progetto. Punto".

Anche i QOTSA il 6 luglio 2026 agli I-Days

Oltre ai System of a Down, la giornata del 6 luglio agli I-Days a Milano vedrà salire sul palco anche i Queens of the Stone Age, protagonisti anche dell'edizione 2024 e lo scorso luglio impegnati all’Ama Musica Festival per recuperare la data annullata l'anno precedente a causa dei problemi di salute di Josh Homme. La band tornerà inoltre a Milano il 18 ottobre al Teatro Lirico Giorgio Gaber con lo spettacolo del "Catacombs Tour", un progetto che fa seguito al film-concerto pubblicato quest’anno ma registrato nelle catacombe di Parigi nel 2025.

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