All’assassino di Lennon negata ancora la libertà condizionale
Per la quattordicesima volta, l’assassino di John Lennon, Mark Chapman, si è visto negare la libertà condizionale.
Chapman, 70 anni, sparò mortalmente a Lennon all’ingresso dell’appartamento newyorkese dell’icona dei Beatles nel dicembre 1980. Il musicista e Yoko Ono stavano rientrando nel palazzo dell’Upper West Side dopo una sessione di registrazione. Lennon, che all’epoca aveva 40 anni, aveva firmato un autografo a Chapman proprio quello stesso giorno.
Il killer dell’ex Beatle, che sparò mortalmente a Lennon nel dicembre 1980, è comparso davanti alla commissione per la libertà condizionale il 27 agosto, e la decisione è stata recentemente pubblicata online dal dipartimento statale per la correzione e la supervisione comunitaria. Chapman aveva chiesto senza successo la libertà condizionale nell’agosto 2020, e aveva poi dovuto attendere altri due anni prima di poter accedere a una nuova udienza. Come riportato dalle testate estere, la trascrizione dell’ultima udienza non è stata resa subito disponibile, ma in precedenza Chapman aveva espresso rimorso per il suo crimine.
“Non darò la colpa a nient’altro o a nessun altro per avermi portato lì”, aveva detto Chapman alla commissione durante l’udienza precedente: “Sapevo cosa stavo facendo, e sapevo che era malvagio, sapevo che era sbagliato, ma desideravo così tanto la fama da essere disposto a dare tutto e a togliere una vita umana”.
Mark Chapman sta attualmente scontando una condanna da 20 anni all’ergastolo presso il Green Haven Correctional Facility, a nord di New York City, dopo essersi dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado. La sua prossima udienza per la libertà condizionale è ora prevista per febbraio 2027.