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La dinamite degli AC/DC esplode a Imola: il rock che resiste

La band australiana di scena all’Autodromo di Imola per il “Power up tour 2025”: il racconto
La dinamite degli AC/DC esplode a Imola: il rock che resiste

All’autodromo di Imola, dove il rombo dei motori lascia spazio a quello degli amplificatori, il rock risuona nella sua forma più essenziale, che resiste senza chiedere spiegazioni o cercare approvazione. Il 20 luglio gli AC/DC tornano in concerto in Italia. Un anno dopo il ritorno dalle nostre parti, e a distanza di dieci anni dall’ultima volta sul circuito automobilistico dedicato a Enzo e Dino Ferrari, la band australiana riporta quel trionfo di resistenza, energia e coerenza. Non c’è bisogno di introduzioni teatrali o trovate scenografiche pompose: è un’esplosione rock nuda e cruda.

Fin dal principio la giornata è una celebrazione della storia ultracinquantennale degli AC/DC. Come in una parata di magliette dedicate alla band e immancabili cerchietti con corna rossa luminosi, sono circa 70mila le persone stimate che in una calda giornata di luglio si ritrovano a Imola per vivere un evento celebrativo e intergenerazionale. L’hard rock del gruppo unisce fan di lunga data, estimatori occasionali, tamarri disturbatori e bambini al loro primo concerto. Per combattere le alte temperature che si sollevano dall’asfalto e dall’euforia generale, una nota di merito se la guadagnano i qr code per ordinare drink e food dal cellulare, e i Pretty Reckless. La band di Taylor Momsen sa come intrattenere il pubblico degli AC/DC, dopo aveva fatto da spalla a Angus Young e soci anche lo scorso anno per lo show alla RCF Arena di Reggio Emilia.

L’ora x scatta alle 20.40 con - non a caso - un rombo di motore e l’accensione dei mega schermi. A dettare l’inizio è il video animato di un’automobile rossa fiammante che, passando paddock tappezzati da poster della band, sfreccia dentro l’autodromo di Imola fino alla distesa di fan in delirio. I musicisti sono sul palco, i riflettori si accendono e parte il riff: “If you want blood (you’ve got it)” apre le danze e subito si è travolti da quel suono diretto, inalterato, come immortale. Il concerto degli AC/DC non ha bisogno di introduzioni teatrali o trovate scenografiche all’avanguardia: è un’esplosione nuda e cruda, una masterclass di rock ad alto voltaggio offerta da chi conosce ogni centimetro di quel territorio sonoro e lo domina senza esitazioni. Nessun effetto speciale, nessuna nostalgia artefatta, riportano in scena in Italia la formazione australiana. Dopo la prima tournée negli Stati Uniti da febbraio 2016 con Brian Johnson, costretto quell’anno ad abbandonare l'attività live a causa di problemi all’udito, il tour degli AC/DC a supporto dell'album “Power up” continua. Il disco, pubblicato il 13 novembre 2020 a sei anni di distanza da "Rock or bust" del 2014, e prodotto da Brendan O’Brien, ha visto al lavoro di nuovo insieme Angus Young (chitarra solista), Brian Johnson (voce), Cliff Williams (basso), Phil Rudd (batteria) e Stevie Young (chitarra ritmica). I cinque si sono ritrovati dopo alcune vicende che hanno rischiato di portare allo scioglimento del gruppo. Ora, sui palchi per il 2025, la formazione vede schierati Brian Johnson alla voce, Angus Young alla chitarra solista, Stevie Young alla chitarra ritmica, Matt Laug alla batteria e il bassista Chris Chaney.

Angus Young, completo scolastico d’ordinanza, questa volta in tinta con la nostra bandiera tricolore, e settant’anni portati con incoscienza elettrica ma grande esperienza, saltella, azzanna, conduce, disegna riff taglienti. Immancabile è la chitarra impugnata come un mitra su “Shoot to thrill”, mentre in “Sin city” la cravatta rossa si slaccia dal collo e diventa strumento per suonare le corde. Il momento di Young più atteso dal pubblico arriva verso la fine con “Let there be rock” e il suo assolo di quasi venti minuti. Prima accompagnato dalla band e poi solo con la sua chitarra, durante il quale la passerella circolare nel pit lo innalza sopra la folla e la conclusione avviene nella parte sopraelevata del palco centrale, il chitarrista trasforma l’asfalto rovente dell’Autodromo in un tempio in cui si celebra la fedeltà assoluta al verbo del rock.

Il suo compagno più vicino di giochi è Brian Johnson, settantasette anni e una voce forse meno acuta ma ancora carica di ghiaia: il cantante stupisce, regala una performance più che all’altezza delle aspettative, tiene la scena con grinta e presenza, sostenuto da un pubblico che conosce ogni verso e lo accompagna nei brani più intensi. Nei pezzi più classici il canto collettivo diventa parte integrante dello show, in un atto di affetto e complicità. “Let’s rock and roll, let’s party”, è il grido di battaglia che arriva da Johnson per aizzare la distesa di fan. 

Dietro i due mattatori, Stevie Young regge il muro con disciplina e fedeltà, mentre i “nuovi” Matt Laug alla batteria e Chris Chaney al basso — il primo chiamato nel 2023 a prendere il posto di Phil Rudd e l’altro ingaggiato lo scorso anno al posto di Cliff Williams — garantiscono una base solida e precisa, perfettamente integrata nella macchina da guerra sonora che la band è sempre stata. La vecchiaia? Un dettaglio. Sul palco gli AC/DC sono ancora una forza della natura: Angus Young si può anche permettere di rimanere a camicia aperta, mentre Brian Johnson con la sua coppola inglese sfoggia uno smanicato di jeans griffato Harley-Davidson.

Non si cambia la formula quando funziona da cinquant’anni. E funziona ancora. Neanche il concerto cambia forma, fedele alla scaletta del tour iniziato lo scorso aprile: 21 canzoni per oltre due ore di musica. Pur senza sorprese, seguendo un copione più che rodato, gli AC/DC non deludono le aspettative dei fan, che sanno già cosa aspettarsi. E vogliono proprio quello. Il secondo brano in scaletta è già un classico, “Back in black”. Brian Johnson si muove in lungo e in largo sul gigantesco palco, la cui unica scenografia è un muro di amplificatori Marshall. Dal canto suo Angus Young non manca di mostrare il suo classico “duck-walk” e sfoggiare un cerchietto con corna rosse in “Highway to hell”. Cantante e chitarrista guidano la band attraverso i loro più grandi successi e due brani tratti dal loro album più recente “Power up”.

La conclusione del concerto arriva con il bis, a tutto volume con “T.N.T.”. Gli AC/DC si congedano e salutano a modo loro su “For those about to rock (We salute you)” e sotto una pioggia di fuochi d’artificio. Il pubblico sta già correndo fuori dal tracciato automobilistico per cercare di anticipare il traffico, ma la dinamite è esplosa fragorosa e le vibrazioni non lasciano i corpi neanche dopo l’uscita.

La scaletta:

Intro (registrata)
If You Want Blood (You've Got It) 
Back in Black 
Demon Fire 
Shot Down in Flames 
Thunderstruck 
Have a Drink on Me 
Hells Bells 
Shot in the Dark 
Stiff Upper Lip 
Highway to Hell 
Shoot to Thrill 
Sin City 
Givin the Dog a Bone 
Dirty Deeds Done Dirt Cheap 
High Voltage 
Riff Raff 
You Shook Me All Night Long 
Whole Lotta Rosie 
Let There Be Rock 

BIS

T.N.T. 
For Those About to Rock (We Salute You)

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