1995-2005: il decennio del grande rock e del grande rap

C’è chi dice che sia stato il vero lascito, pagato con il prezzo più alto, di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana che si uccise nel 1994 perché la scimmia del successo lo divorò da dentro. La musica alternativa, anche grazie all’esplosione del grunge, e forse soprattutto grazie a quell’esplosione, nel decennio 1995-2005 ha raggiunto vette mai più ripetute, sfondando nel mainstream o comunque riuscendo a essere attorniata da un numero di fan inimmaginabile fino a quel momento. E questo sia in Italia che nel mondo. Nel nostro Paese, orfano di Fabrizio De André morto nel 1999 e superata la fase del grande cantautorato più tradizionale, sono gli artisti del circuito alternativo, per l’appunto, la grande novità tra dischi e live che hanno segnato il periodo: Afterhours, con “Germi” del 1995 e “Hai paura del buio?” del 1997, CSI con “Linea gotica” del 1996 e “Tabula rasa elettrificata” del 1997, Subsonica con “Microchip emozionale” del 1999, Marlene Kuntz, Litfiba, Casino Royale, Almamegretta, Verdena con il disco omonimo del 1999, 99 Posse, Prozac+ e poi ancora Linea 77, Baustelle, Negrita, Zen Circus, Bluvertigo e altri.
Sono tutti tra i protagonisti di questi anni, alfieri di una realtà diversa, ma capace di essere rilevante tanto quanto il mainstream e abile nello sfruttare diverse occasioni come quelle offerte, per esempio, da Mtv che per alcune di queste band all’inizio è stata pressoché fondamentale. Ma allo stesso tempo, in Italia, tra Vasco Rossi, Franco Battiato, Zucchero e Ivano Fossati, prende forma una nuova generazione di artisti: Elisa con “Pipes & Flowers” del 1997, Daniele Silvestri con il suo album d’esordio e poi con “Prima di essere un uomo”, Cesare Cremonini prima con i Lunapop e poi da solo con “Bagus” del 2002, Carmen Consoli con “Due parole” del 1996 e “Confusa e felice” del 1997, Tiromancino con “La descrizione di un attimo” del 2000, Niccolò Fabi e l’onda lunga del tornado Jovanotti. C’è anche un esordio, folgorante, nel 2001: “Rosso relativo” di Tiziano Ferro, che mischia un animo black con una scrittura italiana.
Il decennio 1995-2005 a livello internazionale è la presa della Bastiglia del grande rock e del grande rap: Radiohead con “The Bends” nel 1995 e “Kid A” nel 2000, gli Smashing Pumpkins con “Mellon Collie And The Infinite Sadness” del 1995, Bjork con “Post”, gli Oasis con “What’s The Story - Morning Glory?”, sempre nel 1995 a cui seguiranno anni infuocati per il brit-pop anche per la rivalità con i Blur, altra formazione simbolo. E ancora: gli Arcade Fire, gli Strokes, i Muse, i Franz Ferdinand e i Foo Fighters, quest’ultimi figli diretti, anche per la storia stessa dell’ex batterista dei Nirvana Dave Grohl, del periodo antecedente, da cui sono stati sputati fuori anche super gruppi come i Pearl Jam. C'è un personaggio iconoclasta, Marilyn Manson: lui può piacere o no, ma dischi come "Antichrist Superstar" (1996), "Mechanical Animals" (1998) e "Holy Wood (In the Shadow of the Valley of Death)" (2000) hanno fatto da colonna sonora per una generazione. Non possono essere trascurati anche nomi che sono stati dei cavalieri di una commistione crossover arrivata a un pubblico vastissimo: su tutti meritano una menzione i Rage Against the Machine, che con “Evil Empire” del 1996 e The “Battle of Los Angeles” del 1999 hanno lasciato l’impronta.
Spazio anche ai big della scena hip hop: alcuni sono planati sulla scena come alieni, vedi Kanye West ed Eminem, altri si sono confermati. “The College Dropout” di Kanye nel 2004, “The Marshall Mathers LP” di Eminem nel 2000 e “The Blueprint” di Jay-Z nel 2001 sono alcuni esempi di dischi che hanno fatto la storia non solo del decennio o del genere rap, ma in generale della musica. Lavori arrivati dopo un evento cerniera per questo universo: la morte di Tupac Shakur, avvenuta nel 1996. “The Miseducation of Lauryn Hill” di Lauryn Hill, uscito nel 1998, è considerato uno degli album capolavoro e manifesto di questi tempi, un po’ come “Mezzanine” dei Massive Attack, “Californication” dei Red Hot Chili Peppers, “Aquemini” degli Outkast. Un anno di svolta, per il mondo pop, è senz’altro il 2000 con l’uscita del primo disco di una band destinata all’olimpo del genere: “Parachutes” dei Coldplay.