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Carmen Consoli: sua la colonna sonora del film su Rosa Balistreri

"L’amuri ca v’haju" sarà disponibile dall’8 maggio in contemporanea con il film "L'amore che ho"
Carmen Consoli: sua la colonna sonora del film su Rosa Balistreri

Il 8 maggio 2025, in concomitanza con l'uscita del film "L'amore che ho" diretto da Paolo Licata, che fa rivivere la storia di Rosa Balistreri, verrà pubblicata la colonna sonora originale intitolata "L’amuri ca v’haju", curata, composta e prodotta da Carmen Consoli

Questa colonna sonora, così come il film, rappresenta un tributo alla figura di Rosa Balistreri, una donna forte, icona della cultura musicale siciliana del Novecento. Pubblicata da Narciso Records, l'etichetta fondata dalla stessa Consoli e distribuita da ADA – Warner, sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato vinile.

Carmen Consoli ha avuto un ruolo centrale nel progetto, occupandosi non solo della scrittura e produzione musicale, ma anche degli arrangiamenti, dell'orchestrazione e della preparazione vocale delle attrici protagoniste del film, delle quali è stata vocal coach. Inoltre, Consoli recita nel film nel ruolo di Alice, un’artista di strada che condivide un tratto del percorso con Rosa Balistreri.

Rosa Balistreri (Licata, 21 marzo 1927 – Palermo, 20 settembre 1990), da giovane si sposa con Giacomo Torregrossa, soprannominato Iachinazzu, in un matrimonio combinato. La loro vita coniugale (come tutta la vita della Balistreri) fu segnata da eventi drammatici: dopo che il marito perse al gioco il corredo della figlia Angela, Rosa tentò di ucciderlo e si costituì ai carabinieri. Gioacchino sopravvisse e Rosa fu rilasciata con la condizionale.

Per sostenere la figlia, la cantante siciliana svolse vari lavori, ma fu denunciata per furto e trascorse altri sette mesi in carcere. Una volta uscita, si trasferì a Palermo, dove trovò lavoro come custode e sagrestana in una chiesa della città vivendo nel sottoscala con il fratello Vincenzo. 

Durante questo periodo subì molestie da parte del nuovo prete, per sfuggirne decise di partire per Firenze con il fratello. Qui, lavorò come domestica e Vincenzo aprì una bottega da calzolaio, richiamando anche le sorelle Mariannina e Maria. Ma le tragedie della vita non finirono. La sorella Maria, dopo un violento litigio, fu uccisa dal marito, il quale si suicidò per il dolore lasciando le figlie orfane.

Rosa visse nel capoluogo toscano per dodici anni con il pittore Manfredi Lombardi, che la introdusse nel mondo artistico, facendola conoscere a personaggi come Mario De Micheli e Dario Fo. Partecipò nel 1966 e nel 1969 alle prime due edizioni dello spettacolo "Ci ragiono e canto", diretto da Fo. 

È in quegli anni che inizia la sua carriera artistica a livello professionale, pubblicando i primi dischi.

Dopo circa vent'anni a Firenze, si trasferì a Palermo nel 1971. La sua vita prese una piega difficile quando Manfredi la lasciò per una modella. Per mantenere se stessa e la figlia Rosa iniziò a cantare nelle Festa de l'Unità e recitò al Teatro Stabile di Catania. Nel 1974 partecipò a Canzonissima insieme ad altri esponenti della musica folk.

Dal 1976, Rosa fu spesso accompagnata dal musicista e compositore Mario Modestini, che scrisse per la sua voce diverse opere, tra cui "La ballata del sale" (1979), "Buela" (1982) e "Ohi Bambulè" (1987). 

La tragica esistenza di Rosa Balistreri giunse alla fine a 63 anni presso l'ospedale Villa Sofia di Palermo, a causa di un ictus cerebrale che la colpì durante una tournée in Calabria. 

Come artista ha lasciato un'eredità significativa nel panorama musicale popolare e culturale italiano. 

Il film "L'amore che ho" narra la vita di Rosa attraverso quattro fasi, ognuna interpretata da attrici diverse, e mette in evidenza la sua infanzia difficile, il matrimonio combinato, il periodo di successo a Firenze e il ritorno per la sua vecchiaia nella sua Sicilia. Attraverso la storia di Rosa le attrici dipingono e rappresentano le lotte e le esperienze di donne che hanno subito abusi ma non hanno mai smesso di cantare diventando un esempio di resilienza. 

Si alternano nei diversi ruoli Anita Pomario la giovane Rosa, madre e moglie, che interpreta con delicatezza le ninna nanne dedicate alla figlia; Donatella Finocchiaro dà forza ai brani più politici e di denuncia, contro mafia, corruzione e oppressione e infine Lucia Sardo interpreta la Rosa anziana, e canta con una voce più dolce e consapevole, segnata dalla riconciliazione con la propria storia.

La colonna sonora combina canti della tradizione popolare, resi celebri dalla stessa Balistreri, e nuove composizioni di Carmen Consoli, pensate per accompagnare i momenti chiave della narrazione. Tra i brani originali troviamo “A scavaddata”, che evoca la giovinezza di Rosa con sonorità mediterranee, “Lu requiem”, che affronta il dramma dell'omicidio della sorella di Rosa, e “Angela Nica”, che celebra il legame tra Rosa e sua figlia.

Il brano principale, “L’amuri ca v’haju”, include la voce originale di Rosa Balistreri, accompagnata da due chitarre classiche. La colonna sonora è completata dalla partecipazione di Mario Incudine, che interpreta un cantastorie a cui la giovane Rosa confida i suoi sogni, con brani presentati in arrangiamenti essenziali.

Non è la prima volta che Carmen Consoli si confronta con la figura e il repertorio di Rosa Balistreri. Nel luglio 2023 la “cantantessa” ha portato in scena lo spettacolo “Terra ca nun senti” (diventato poi anche un disco), con cui ha celebrato la sua terra natale, attraverso le persone e la sua musica popolare. Tra questi anche la cantastorie oggi celebrata nel film.

In quello spettacolo la Consoli ha mischiato il suo repertorio con brani in siciliano come “Maria Catena”, “Masino”, “A’ finestra” e “Buttana de to ma’”, oltre a “Cunta e canta” e “Terra ca nun senti”, appartenuti al repertorio di Rosa Balistreri, che Carmen ha sempre considerato sua “fonte di continua ispirazione”. Inoltre nello spettacolo “Terra ca nun senti” c’era anche uno scritto, dedicato alla scomparsa artista siciliana e recitato da Donatella Finocchiaro dal titolo “La vuci di Rosa”.

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