A Genova c’è un nuovo nome caldo come il sole: Matsby

Se c’è una città su cui, in questo momento, è lecito accendere i riflettori, quella è senz’altro Genova. Negli ultimi anni, da Zena, è partito un movimento rap assurto a livello nazionale, basti pensare ai collettivi Wild Bandana e Drilliguria, e da cui, grazie a vari mix e contaminazioni con il cantautorato storico del territorio, si è formata anche un’onda pop i cui nomi di nuova generazione sono Olly, ultimo vincitore del Festival di Sanremo, e Alfa. Proprio insieme a loro, qualche anno fa, è partito Matsby, che ultimamente sta sempre di più facendo parlare di sé (in rete trovate anche un improponibile singolo fatto da tutti e tre insieme, “Chiara Ferragni”, erano giovanissimi). E se fosse lui il prossimo nome, passo dopo passo, partendo dal mare della Città della Lanterna, a raggiungere la vetta? Matteo Martire, classe 1998, infatti, al momento è uno dei cantautori genovesi più interessanti di nuova generazione e ha tanti sapori: il suo è un pop “Agrodolce”, proprio come il titolo del suo ep, che da poco si è completato con una parte inedita.
Dopo l’energia dolce e spensierata che aveva caratterizzato la prima parte di ep, con la “Blue Edition” l’artista, supportato dal produttore di fiducia Sic, sceglie di esplorare un territorio più intimo e riflessivo, mostrando una lato di sé vulnerabile e più amaro. “Nel 2023, per cercare nuovi stimoli e ispirazione, sono partito e mi sono trasferito come “ragazzo alla pari” ad Amburgo – racconta il cantautore – un’esperienza che è arrivata dopo la realizzazione del disco “Post Teenager”, ai tempi non ero né felice né triste, senz’altro mi sentivo incompleto. Partii con in mano un pugno di canzoni agrodolci per l’appunto che, grazie alla permanenza ad Amburgo, hanno trovato sempre più forma e sostanza.
L’ep è composto da due grandi stati d’animo, quello in uscita adesso, dopo la parte più spensierata, è quello in cui mi guardo di più allo specchio”. Anticipato dai singoli "La ragazza dalle mille canzoni", "Marinaio" e "Sotto cassa", l’ep include due brani inediti, “Amburgo sud” e la focus track "Lucrezia". Quest’ ultimo brano, una ballad intensa e malinconica, racconta la storia di chi lascia l’Italia per necessità, inseguendo un futuro migliore senza mai sentirsi davvero a casa. Una canzone che unisce delicatezza e forza, capace di rappresentare il senso di smarrimento e speranza di un’intera generazione. "Agrodolce (Blue Edition)" ha già avuto un’anteprima speciale sul palco, con esibizioni al concerto dei Nomadi a Novellara e a La Boutique di Milano.
Ad accompagnare l’uscita, una campagna social con tre episodi video, pensata per raccontare il percorso dietro al progetto. Sulla sua pagina Instagram è anche possibile vedere dove si esibirà, i live in cui presenterà il progetto nella sua interezza. Tra quelli già annunciati: l’11 aprile per il format Comete a Milano e il 19 aprile al teatro Tiqu di Genova. “In questa seconda parte di ep racconto me stesso anche attraverso le storie di altri, per questo ‘Lucrezia’ è un brano simbolo – ammette Matsby – dentro c’è la storia di una mia amica che sta cercando il suo posto nel mondo, prima è andata via dall’Italia e ora sta girando in diverse parti d’Europa. Per la mia generazione il tema della qualità della vita è centrale, la sua ricerca è la stessa mia e di tanti ragazzi. Il viaggiare, mettendosi in discussione, è qualche cosa che fa crescere. A me il viaggio ha proprio cambiato la percezione dell’esistenza e il modo di fare musica: non è un caso che l’ep si chiuda con ‘Amburgo sud’”. Fonti di ispirazione? “Lucio Dalla, Calcutta e Marracash, senz’altro, sono tre delle mie stelle polari”, sottolinea. E il futuro? “Nel domani vedo nuova musica e un nuovo modo di farla – conclude – sto imparando a suonare il pianoforte e la chitarra, voglio sempre di più mettere le mani dentro quello che faccio. Ho sempre scritto canzoni per stare meglio, non so se ho trovato il mio posto nel mondo, ma senz’altro ho scoperto quello che voglio fare, con cuore e anima”.