I Limp Bizkit: un live in Italia dopo 9 anni

Dopo nove anni d'assenza i Limp Bizkit tornano in Italia, il 29 marzo, questa sera, all'Unipol Arena di Bologna. Sold out il palazzetto per il gruppo musicale rap/nu metal statunitense, formatosi a Jacksonville nel 1994 e capitanato dall’eccentrico frontman Fred Durst. All’inizio della carriera, Durst si arrampicava sulle grate e si buttava sul pubblico, oggi ha la barba bianca ed è molto più cauto nei movimenti, ma il sound della band, come dimostra anche il calore del pubblico italiano, si è tutt’altro che spento. Con milioni di dischi venduti a livello globale e un repertorio con centinaia di milioni di stream che include brani cult come "Rollin'", "Break Stuff" e "My Way", i Limp Bizkit, infatti, continuano a solcare palchi di tutto il mondo.
La loro capacità di fondere rap, metal e influenze alternative ha conquistato, consacrandoli come una delle band simbolo degli anni '90 e 2000. Il gruppo è composto da Fred Durst alla voce, Wes Borland alla chitarra, famoso per i suoi travestimenti, DJ Lethal ai piatti, John Otto alla batteria e Sam Rivers al basso. I Limp Bizkit ottengono un grande successo con il loro primo album, “Three Dollar Bill, Y’all”, che contiene la loro personale rilettura di “Faith”, il brano di George Michael che li porta in vetta alle classifiche. Alla fine il loro album d’esordio vende più di un milione e mezzo di copie in tutto il mondo. Le loro partecipazioni al Warped Tour, all’Ozzfest e al Family Values Tour fanno da preludio alla lavorazione di un nuovo progetto, che arriva nel 1999 e si intitola “Significant Other.” La visibilità internazionale giunge però solo nel 2000, con il contributo alla colonna sonora di “Mission Impossible 2”, “Take a look around”, basata sul noto tema del film. Il brano è incluso in “Chocolate Starfish And The Hot Dog Flavoured Water”, album pubblicato nell’ottobre dello stesso anno.
Un capitolo discografico, per chi ama il genere, quasi privo di filler: la maggior parte dei pezzi è diventata un singolo di successo. Assurta allo status di superstar praticamente ai quattro angoli del globo, la macchina Limp Bizkit però inizia a dare segni di instabilità: come un fulmine a ciel sereno arriva, a cavallo tra il 2001 e il 2002, la defezione del chitarrista Wes Borland, eclettico e pittoresco motore musicale della band. Durst accusa il colpo, ma non molla, e inizia una campagna di reclutamento colossale nei centri commerciali statunitensi alla ricerca del "chitarrista della porta accanto", che si concluderà con un nulla di fatto: nel frattempo, l'ex tatuatore di Jacksonville, Florida, farà parlare di sé come uno dei fidanzati post-Justin di Britney Spears. Dopo quasi un anno di rinvii e ripensamenti giunge nei negozi, a fine 2003, “Results May Vary”. Nel 2004 Borland rientra nella formazione, che incide un ep, ma tra bocciature del progetto, polemiche e recensioni negative sui dischi successivi, la luce del gruppo si affievolisce. Nel 2011 arriva quasi a spegnersi.
A giugno del 2011 viene pubblicato, a sei anni di distanza dall’ultimo lavoro, un nuovo capitolo discografico: “Gold Cobra”, il primo in dieci anni con la formazione originale. Solo dieci anni dopo arriva “Still Sucks”, nel 2021. La scaletta del tour, compresa quella di Bologna, attinge a piene mani dai primi lavori, in particolare da “Chocolate Starfish And The Hot Dog Flavoured Water”, ma non mancano anche cover e snippet, spesso diversi, usati per omaggiare band e artisti che hanno ispirato Fred e soci. In alcune date europee è variata, ma rimangono dei capisaldi. Si parte con “Break Stuff”, dopo un paio di pezzi arriva la scatenata “My Generation” e “Take a Look Around”. Spazio anche, non in sequenza, a “Rollin' (Air Raid Vehicle)”, a “Behind Blue Eyes”, cover degli Who, a “Nookie”, a “My Way”, “Boiler”, a “Faith”, cover di George Michael” e a un bis di “Break Stuff", con cui solitamente chiudono tutti i live.