Tom Waits torna a suonare per la tv italiana: l'anteprima
Stasera su Rai3 va in ondo il documentario “Ultima fermata”, proposto da “Il fattore umano”. È il un’immersione tra gli “ultimi” della terra raccontando i cittadini statunitensi senza fissa di-mora, vittime di un sistema privo di reti di protezione, costretti a vivere in condizioni di marginalità estrema. Ad accompagnare le loro storie, è la voce di Tom Waits, che torna così a suonare dopo anni di assenza dai palcoscenici. A riportarlo a cantare sono stati gli autori e registi Angelo Loy, Martino Mazzonis e Luigi Montebello, che lo hanno raggiunto nnel nord della California, e lo hanno filmato. "Essere lì, nel suo studio di registrazione, e assistere alla magia delle sue dita sul pianoforte, mentre la sua voce vibrava nella sala, è stato un momento indimenticabile. Avere la possibilità di catturarlo nel documentario è un privilegio che porterò sempre con me" racconta a Rockol Luigi Montebello.
Nel docu-film, in ondaalle 23.10 , attraverso le poesie tratte da “Seeds on Hard Ground”, il musicista statunitense fa da contrappunto al paesaggio di volti e situazioni raccontate. Rockol ve ne anticipa una clip in anteprima, per concessione della Rai.
"Lavorare con Tom Waits a questo documentario è stata un’esperienza straordinaria, che mi ha arricchito profondamente. Lui e sua moglie, Kathleen Brennan, sono persone incredibili: profonde, professionali e genuinamente coinvolte nella tematica. Fin dal momento in cui hanno deciso di salire a bordo del progetto, il nostro dialogo è stato continuo, portandoci a definire insieme il loro contributo al film: una serie di poesie tratte da Seeds on Hard Ground, che danno colore e profondità alle scene girate nel sud degli Stati Uniti, portando il lavoro su un altro piano", ne racconta la genesi Montebello. Che continua: "Uno degli aspetti più affascinanti di questo processo creativo, oltre ovviamente allo scambio umano con Waits, è stato associare le sue poesie alle immagini, creando una sorta di dialogo tra le due dimensioni, in cui parole e scene filmate si potenziano a vicenda. A volte le sue liste descrivono ciò che vediamo, altre volte si offre una lettura più amara, altre ancora il connubio funziona per contrasto".
Montebello racconta anche la genesi della messa in scena di materiali che hanno storie different: "Per quanto le due parti siano nate in momenti e contesti diversi – il poema di Waits, ispirato alle fotografie di Michael O’Brien, è stato pubblicato nel 2011, mentre le riprese sono state realizzate nell’estate del 2024 – le corrispondenze sono sorprendenti. Le scene descritte nei suoi versi e quelle filmate da Loy e Mazzonis si specchiano l'una nell’altra, rivelando le stesse situazioni, le stesse dinamiche. È la prova di quanto ci sia di universale nella poesia di Waits, e di come il suo sguardo sul mondo resti attuale, rendendo il montaggio di queste sequenze un’esperienza profondamente stimolante".