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Sanremo 2025, le pagelle: una terza serata senza colpi di scena

La seconda ondata di big e la finale delle Nuove Proposte.
Sanremo 2025, le pagelle: una terza serata senza colpi di scena
Credits: Ufficio Stampa Rai

La terza serata all'Ariston va lisca e senza sorprese, con un po' di noia: si sono esibiti gli altri 14 big, quelli che non sono passati nel secondo giro di boa, tutti votati dalla giuria delle radio e dal televoto. Superospiti musicali i Duran Duran, che hanno fatto un medley di successi e cover ("Psycho killer" con Victoria, bassista dei Maneskin) e il finale con "Wild boys". Nulla di memorabile, va detto: un momento nostalgico, la band è sembrata un po' moscia.  Anche la parte televisiva non è stata particolarmente brillante: meno canzoni in gara hanno calamitato più cazzeggio, gag, ospiti - con qualche guizzo divertente di Katia Follesa, ma poco di più. La finale dei giovani è stata piazzata alla fine, a mezzanotte e mezza passata, con Settembre un po' più a fuoco di Alex Wyse. A trionfare è stato proprio Settembre. Questi i nostri voti e le nostre pagelle alle canzoni e alle performance dei big: hanno fatto spicco un Olly particolarmente intenso, e oltre a lui Brunori, Joan Thiele e Shablo, tutti nomi che già vi avevamo segnalato. 

Gaia - "Chiami tu chiamo io": 5
Rispetto alla prima esibizione, la cantante è cresciuta, è sempre più "dentro" il brano, che però non ha un vero mordente. La performance, con tanto di corpo di ballo, regge. A livello sonoro insegue il clap-clap alla Mahmood e per questo profuma di già sentito.

Francesco Gabbani - "Viva la vita": 7
Gabbani, senza tradirsi o snaturarsi, porta all'Ariston un brano dalla struttura classica, ma che nella sua semplicità, per il pubblico sanremese, funziona, sia  a livello testuale che musicale.

Irama - "Lentamente": 5
Vestito come uno dei Cavalieri dello Zodiaco presenta un pezzo intriso del solito e scontato romanticismo. Un brano senza sorprese.

Tony Effe - "Damme 'na mano": 4
Arriva di pelle vestito, con i tatuaggi che l'altra sera aveva nascosto. La canzone rimane lo stesso stornello che non migliora, anzi...

Modà - "Non ti dimentico": 5
Stessi temi di sempre, stessi suoni di sempre, stessi Modà di sempre.

Coma Cose - "Cuoricini": 6
Tormentone fatto e finito nel bene e nel male. Forse, davanti alla loro carriera, costellata anche di pezzi come "Fiamme negli occhi", più nel male. Anche dopo il Festival funzionerà.

Olly - "Balorda nostalgia": 8
Tira fuori la canzone da dentro, dalle viscere. Ha un trasporto particolare e infatti il pubblico gli tributa una meritata standing ovation. Una ballatona ben scritta che, al di là di ogni risultato, rimarrà anche dopo la fine del Festival.

Noemi - "Se t'innamori muori": 6
Noemi fa Noemi: canta con personalità e forza, ma la canzone, nonostante le firme di Blanco, Michelangelo e Mahmood, appare datata, non ha lati davvero originali o memorabili.

Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento - "La mia parola": 7
Alla fine è l'unico pezzo davvero "urban" di questa edizione di Sanremo: old school, con un bel groove, un bel ritornello di Joshua, Gué e Tormento che rappano e si divertono. In consolle Shablo: rende pure televisivamente. Good vibes.

Joan Thiele - "Eco": 7
Un attacco alla Morricone, una voce che omaggia, con tutte le debite proporzioni, grande dive come Mina e Amy Winehouse. La cantante e musicista imbraccia una chitarra che ha creato personalmente: uno dei nomi più interessanti in questo Festival di Sanremo.

Massimo Ranieri - "Tra le mani un cuore": 6
Una delle grandi voci italiane. Il pezzo è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare da lui e non spicca per freschezza.

Sarah Toscano - "Amarcord": 5
Un pezzo banale, interpretato bene, per carità, ma che non si distingue e che si regge su sonorità sentite e risentite.

Brunori Sas - "L'albero delle noci": 8
Una canzone degregoriana nell'andamento, ma con una scrittura personale che per profondità e immagini svetta tra le banalità che spesso sentiamo. Alla seconda performance è sempre più sicuro.

Clara - "Febbre": 5
Molto abile e preparata nello sfruttare la regia: gioca con le telecamere, si muove bene sul palco, ma il brano non fa centro, è tutto troppo già sentito.

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