Diodato: “La musica d’autore deve essere libera”

“Questa Targa Tenco per me significa tantissimo, non solo perché parliamo di uno dei premi più importanti della musica italiana, ma anche perché arriva con una canzone, ‘La mia terra’, che è una canzone fondamentale per me”. Diodato racconta così la Targa Tenco ricevuta per “Migliore canzone singola” grazie al singolo “La mia terra”, che celebra la resilienza e determinazione del popolo di Taranto ispirandosi al racconto del mito della sua fondazione.
Il brano, spiega il cantautore, che per lui è “un percorso di vita, umano”, ha richiesto anni di riflessioni e lavoro: “Per tanti anni ho provato a scrivere questa canzone. Non è stato facile, perché ho provato a raccontare quella battaglia interiore che mi porto dentro da sempre, che si portano dentro poi anche tanti tarantini”. Qual è quindi l’elemento che ha avvicinato sempre di più Diodato alla realizzazione di “La mia terra”? “Una delle cose che mi ha avvicinato sempre di più allo scrivere questa canzone è stato mostrare la mia città ad amici, a musicisti, che venivano all’Uno maggio Taranto - quindi a persone che non conoscevano la storia e la città di Taranto”, racconta l’artista: “Guardare la mia terra attraverso gli occhi di qualcun altro, che rimaneva meravigliato dalla bellezza che vedeva, è stata una spinta importante”. A proposito di come si è deciso di vestire musicalmente il brano, aggiunge: “Volevo che questa canzone avesse anche delle tracce di musica popolare, quella che può essere anche riconducibile alla mia terra appunto. Volevo che fosse in qualche modo un pezzo senza tempo, senza una chiara connotazione temporale, quindi che ci fosse dentro un po’ tutta la musica che negli anni ho ascoltato e mi ha formato. Volevo si sentisse dentro lo stesso Domenico Modugno, quindi qualcosa di prettamente pugliese”.
Nel corso della sua carriera, dalla crescita e formazione alla maturazione, Diodato è da sempre accompagnato da artisti che, racconta, “fanno proprio parte della canzone d’autore italiana”: Domenico Modugno, Luigi Tenco, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Lucio Battisti. “Tra le mie influenze c’è tanta musica italiana che si è andata a mescolare con i miei ascolti di ragazzino, quando ero fissato con il Brit pop e il Brito rock. Questa cosa in me ha creato un mix particolare”, aggiunge il cantautore: “Ma sempre di più sento che le mie radici sono nella tradizione della musica italiana”.
Come vede, quindi, Diodato la canzone d’autore oggi? Qual è l’impegno che viene richiesto agli artisti? “Credo che la musica d'autore debba essere libera, il più possibile, di esprimersi, anche al di fuori delle mode del momento, al di fuori degli argomenti che siamo soliti sentire”, afferma la voce di “Fai rumore”:
“E credo che abbia anche la possibilità, più che la responsabilità, di raccontare ciò che sta accadendo e di mostrare anche un certo dissenso davanti a ciò che accade. Almeno, questo è ciò che mi spinge oggi a scrivere, che mi stimola a provare a far sentire la mia voce, ma anche la voce di quegli esseri umani simili a me che in qualche modo vogliono attuare una piccola grande rivoluzione con dei gesti gentili, ma anche molto viscerali”.
Sul palco del Teatro Ariston per la prima delle tre serate del Premio Tenco, oltre al singolo “La mia terra”, Diodato ha fatto ascoltare "Lontano lontano”, “Un atto di rivoluzione” e “Che vita meravigliosa”. La partecipazione al Tenco si inserisce tra gli impegni dal vivo che vedono attualmente il cantautore impegnato in un tour teatrale. “Il tour nei teatri è una grande sfida”, racconta: “Il teatro ti pone davanti a un sacro silenzio e in qualche modo ti dà la possibilità di fare qualcosa anche di diverso”.