Bob Dylan: "Un giovane di mediocre talento"
La data del 25 luglio 1965 è considerata come una delle fondamentali della storia del rock, quella sera ci fu la celeberrima svolta elettrica di Bob Dylan che si presentò sul palco con un gruppo rock-blues capitanato dal chitarrista Mike Bloomfield e piovvero i "boo" in quanto alcuni ritennero che l'artista avesse rinnegato le sue radici folk. Questo il racconto di Riccardo Bertoncelli nel suo "La nascita del nuovo rock" (Giunti Editore).
"A Newport, il 25 luglio, Dylan tiene una delle più controverse performance di sempre, scegliendo quel santuario della pura musica fork per bestemmiare le sue nuove geremiadi elettriche. Forse nessuno show della storia rock è stato così discusso e documentato, con centinaia di testimonianze, la registrazione della magra mezz'ora che fu, le riprese di Murray Lerner immortalate nel documentario di "Festival", il bilancio storico di Martin Scorsese ("No direction home") e quello fantastico di Todd Haynes ("I was not there"). (…) Su quegli stessi prati Dylan era stato incoronato nel 1963 come l'erede di Guthrie, di Seeger, il profeta folk perfetto per i tempi nuovi. Nel 1964 era tornato a raccogliere le ovazioni dei seguaci, che non avevano capito quanto di nuovo frullava nella sua testa; lui, per comodo o timidezza, aveva abbozzato. In quel luglio 1965, dopo un disco come "Bringing it all back home", mentre le radio blateravano "Like a rolling stone", dovette gettare la maschera, e scelse di farlo nel modo più traumatico. Si presentò in scena vestito da fratellino di Marlon Brando, giubba da biker e occhiali scuri, e impartì poco apostoliche benedizioni con una Fender Stratocaster dal suono distorto mentre Mike Bloomfield, Sam Lay e Jerome Arnold della Butterfield Blues Band gli reggevano lo strascico pestando duro, spalleggiati da Al Kooper e Barry Goldberg alle tastiere. Il pubblico folkie in divisa d'ordinanza sgranò gli occhi e si turò le orecchie, qualche cardellino sugli alberi perse le penne. La violenza incontrollata dei suoni fece danni soprattutto dietro le quinte, dove Pete Seeger, George Wein, Alan Lomax - la vecchia guardia - si fecero prendere da una crisi di nervi e diedero ordine di spegnere l'impianto. Ma i tecnici stavano in fondo al prato, cinquecento metri più in là, e l'incaricato Peter Yarrow rifiutò di fare da tramite. Più agitato di tutti, Pete Seeger afferrò un'accetta e minacciò di tranciare i cavi elettrici se non avessero posto fine a quello scempio. Faticarono a calmarlo. Dylan non fu turbato dalle agitazioni mentre un po' fatto ciondolava sul palco sciorinando "Maggie's farm" e "Like a rolling stone" e "Phantom blues" (una prima bozza di quella che sarebbe poi diventata "It takes a lot to laugh, it takes a train to cry"). Avvertì comunque un certo gelo da parte del pubblico, e alla fine del brevissimo set (in repertorio l'improvvisata band aveva solo quei tre pezzi) fu investito da una colata bollente di fischi, applausi, improperi. Qualcuno giura che rimase molto scosso, altri addirittura che pianse, altri ancora che non fu nemmeno sorpreso. Si ritirò dietro le quinte ma non si fece troppo pregare per tornare in scena, questa volta da solo e con chitarra acustica, e un'armonica richiesta al pubblico. Era un doppio scenario probabilmente già previsto ma, date le circostanze, parve un pentimento con pubblica ammenda. Umile e misurato, Bobby attaccò "Mr tambourine man" e poi "It's all over now, baby blue", che ai più non sembrò un semplice finale di show ma un divorzio vero e proprio, un congedo definitivo. Il pubblico questa volta si spellò le mani. L'esibizione fu molto criticata, anche da amici come Robert Shelton (che poi avrebbe ritrattato) e Ewan McColl trasse lo spunto per dare a "Sing out!" un articolo dal titolo esplicito: "Un giovane di mediocre talento". Al Kooper sostiene da anni che in realtà si trattò di un equivoco; il pubblico aveva avuto quindici minuti di musica soltanto, mentre si aspettava i classici tre quarti d'ora, e i "bùùù" furono un semplice segno di protesta. Izzy Young, il proprietario del Folklore Center, vecchio benefattore ai tempi del Village, giura che tutta la storia venne montata dopo: quella sera non ci fu nessuna resa dei conti e non è vero, come sostengono i libri di storia, che la musica folk in America nacque con il Festival di Newport del 1958 e morì con l'esibizione elettrica di Dylan del 1965."
Setlist:
Electric with the band
Maggie's Farm (Live debut)
Like a Rolling Stone (Live debut)
It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry (Live debut)
Encore:
It's All Over Now, Baby Blue (Solo Acoustic)
Mr. Tambourine Man (Solo Acoustic)