Stewart Copeland: "Una leggenda che Sting e io litigavamo sempre"

Il prossimo 26 luglio sarà pubblicata una nuova edizione ampliata sotto forma di cofanetto di “Synchronicity”, il quinto e ultimo album in studio dei Police originariamente dato alle stampe nel giugno del 1983. Diventato il maggior successo commerciale del gruppo, oltre a vincere tre Grammy nel 1984, al tempo della sua uscita oltre quarant’anni fa il disco raggiunse il primo posto nelle classifiche mondiali e il singolo "Every breath you take” è la canzone più ascoltata nella storia della radio. In vista della pubblicazione della ristampa di “Synchronicity”, il batterista della band inglese Stewart Copeland ha concesso un’intervista al “Guardian" in cui ha ricordato il momento che portò alla formazione dei Police, le sessioni di registrazione del disco del 1983 e delle leggendarie tensioni tra i componenti del gruppo.
Alla domanda sul perché ripubblicare “Synchronicity” come box set, Copeland ha affermato: “I Police hanno avuto un'epifania grazie al documentario dei Beatles, ‘Get back’. Ciascuno di noi ha imparato, ognuno per conto proprio, che il master finale non viene in alcun modo sminuito mostrando gli schizzi o i demo lungo il percorso. Il nostro quarto album, ‘Ghost in the machine’, ci ha permesso di arrivare negli stadi e poi ‘Synchronicity’ ci ha reso ancora più grandi, ma le sessioni di registrazione sono state un momento molto cupo. Ci siamo massacrati a vicenda. Ne abbiamo riso da allora, ma non siamo mai stati troppo propensi a rivivere quel periodo oscuro. Tuttavia, è stato divertente riascoltare i demo e le canzoni rimasti fuori. Quindi penso faremo altre ristampe. Stiamo iniziando dalla fine e lavorando a ritroso, come la Tetralogia ‘Der Ring des Nibelungen' di Richard Wagner”.
Nel corso dell’intervista è poi stato chiesto al batterista com’era il suo rapporto con Sting e Andy Summer in quel periodo di grande successo per i Police, e se i tre mantengono regolarmente contatti fra loro.
“Abbiamo avuto un grande legame, che però non era abbastanza forte da rendere facile registrare insieme. Ci siamo fatti a pezzi a vicenda in studio, ma quei due figli di puttana hanno creato cose incredibili e ci siamo trovati molto bene sul palco, nei tour bus, sugli aerei. Ancora oggi ci mandiamo video stupidi su Instagram. È una leggenda che Sting ed io litigassimo tutto il tempo. Una volta gli ho rotto una costola, ma stavamo solo giocando”.
La chiacchierata ha offerto a Stewart Copeland l’occasione anche per ricordare il suo primo incontro con Sting. Quando gli è stato domandato se avesse mai incontrato i Sex Pistols ai loro inizi, il 71enne musicista statunitense ha raccontato:
“Ho incontrato i vari componenti in diverse situazioni, ai concerti e alle feste, ma non li ho mai visti dal vivo perché non facevano molti live. Ho visto i Clash, i Damned e amavo l’anima DIY del punk. All’epoca suonavo la batteria nei Curved Air, quando il giornalista Phil Sutcliffe di ‘Sounds’ mi portò a vedere l’allora band di Sting, i Last Exit, a Newcastle. Sapeva cantare e suonare il basso, e aveva un carisma magnifico. Avevo visto nascere questa nuova scena ma ho dovuto chiamarlo e convincerlo a venire a Londra per formare una band, il resto è storia”.