Serj Tankian contro Imagine Dragons, è ancora polemica

Il leader dei System of a Down Serj Tankian ha replicato a Dan Reynolds degli Imagine Dragons, che aveva difeso la decisione del gruppo di “Loom” di esibirsi in in Azerbaigian, nazione da anni in conflitto con l’Armenia, paese d’origine di Tankian, e governata da oltre vent’anni dal presidente Ilham Aliyev, figlio del suo predecessore Heydar Aliyev accusato da diversi osservatori internazionali di autoritarismo.
"Non credo che si debbano privare i nostri fan che vogliono vederci suonare a causa delle azioni dei loro leader e dei loro governi”, aveva spiegato Reynolds all’edizione americana di Rolling Stones, che gli aveva riferito delle durissime parole di Tankian (“Non li rispetto come esseri umani. Che si fotta la loro arte, non sono buoni esseri umani, per quanto mi riguarda”) seguite al mancato annullamento dell’esibizione: “Credo che questo sia un terreno davvero scivoloso. Penso che nel momento in cui si inizia a farlo, ci sono leader corrotti e guerrafondai in tutto il mondo, e dove si traccia il confine?".
“Con tutto il rispetto, traccio una linea tra pulizia etnica e genocidio”, ha replicato - in un post pubblicato sui propri account ufficiali - Tankian: “La dittatura sostenuta dal popolo dell'Azerbaijan era già in atto quando venne messo in atto un blocco di 9 mesi per affamare il Nagorno-Karabakh qualificato come genocidio dall'ex Procuratore capo della Corte penale internazionale Luis Moreno-Ocampo quando hanno deciso di suonare lì. Quindi avrebbero suonato anche nella Germania nazista? Perché non vogliono suonare in Russia? Perché non è popolare farlo? Sostengono l'Ucraina ma non gli armeni dell'Artsakh? L'unica 'china scivolosa' è la farsa dell'equivalenza morale al centro di questo atteggiamento ipocrita. Non ho niente contro questo tizio, né contro la sua band. Odio solo che gli artisti vengano sfruttati per ripulire dittature genocide”.
In una recente intervista al New Musical Express, Tankian aveva esposto la propria posizione anche in merito al conflitto in corso in Palestina, che sta portando diversi artisti - Roger Waters in primis - a invocare il boicottaggio da parte delle produzioni internazionali nei confronti dello stato di Israele: “Per quanto riguarda l'invasione di Israele da parte di Hamas, dico ovviamente che si è trattato di un atto terroristico, che [i miliziani di Hamas] sono criminali di guerra e meritano di essere puniti. Ma la risposta del governo Netanyahu è allo stesso tempo, come possiamo vedere dal numero di civili morti, un crimine di guerra”.