Quella volta che i The Kolors fecero un disco con gli (ex) Oasis

Provate a immaginarvi la scena. I The Kolors insieme a due ex Oasis in uno studio di registrazione. E mica uno studio qualunque, ma il Metropolis di Londra, al numero 70 di Chiswick High Road, nel cuore del quartiere che ha dato il nome alla Chiswick Records, l’etichetta discografica simbolo del punk, dietro agli album degli Hammersmith Gorillas, Motörhead, i 101ers di Joe Strummer (che poi lasciò il gruppo per scrivere la storia con i Clash) e Shane MacGowan. Che ci fanno nel 2016 Stash Fiordispino e soci tra le pareti che hanno visto nascere capolavori del rock come “Innuendo” e “Made in heaven” dei Queen, “Urban hymns” dei Verve, “The second coming” degli Stone Roses e “Back to black” di Amy Winehouse, insieme a Gem Archer e Andy Bell, rispettivamente ex chitarrista e ex bassista della band di “Wonderwall” ed entrambi poi confluiti, dopo lo scioglimento degli Oasis, nei Beady Eye di Liam Gallagher? Semplice: stanno naturalmente registrando una canzone. Può sembrare incredibile, ma è tutto vero.
Arrivati ad “Amici” nel 2015 dopo essere stati per lungo tempo la resident band di un club storico di Milano come Le Scimmie, suggeriti a Maria De Filippi da Francesco Sarcina de Le Vibrazioni quando avevano già all’attivo un album, “I want”, con arrangiamenti firmati da un certo Rocco Tanica, nel 2016 Antonio “Stash” Fiordispino (sapevate che si chiama così per un verso di “Money” dei Pink Floyd? “Money, it’s a gas / grab the cash with both hands and make a stash”), suo cugino Alex Fiordispino e Daniele Mona sono reduci dal successo travolgente conquistato con la vittoria al talent show di Canale 5, intenzionati a surfare l’onda ma senza lasciarsi travolgere. Con “Everytime” avevano letteralmente spopolato, dopo “Amici”: scelta come colonna sonora per il proprio spot da una nota compagnia telefonica, la canzone aveva permesso all’album “Out” di conquistare la bellezza di quattro Dischi di platino e di vendere 200 mila copie, rimanendo per dodici settimane in vetta alla classifica ufficiale Fimi/Gfk dei più venduti in Italia. Con “You”, l’album che stanno scrivendo, i The Kolors vogliono rivendicare il fatto di non essere propriamente una band per ragazzine, ma un gruppo che suona. E come, se suona.
È proprio questo che racconteranno nelle interviste legate all’uscita di “You”, parlando dell’album come di un disco che vuole provare a riposizionare la band, mantenendo alcuni tratti della sua fase pop, ma esplicitando le sue radici tentando contemporaneamente di proporre un suono innovativo (almeno per il contesto italiano). Sottolineano di essere cresciuti a pane, XTC e Pink Floyd, infarciscono i brani di assoli di chitarra acidi e rock, curano maniacalmente il suono del disco (la produzione è di Tommaso Colliva, già al fianco di Afterhours, Ministri, Marta Sui Tubi e i Muse; il missaggio è di "Spike" Stent, già ingegnere del suono per Madonna, Coldplay e gli stessi Muse). E spiazzano.
La canzone che i The Kolors incidono insieme a Gem Archer e Andy Bell si intitola “Dream alone”. Già solo per il titolo, sembra uscire fuori da un disco degli Oasis degli anni d’oro. È proprio all’immaginario della band di Noel e Liam Gallagher, del resto, che Stash e compagni guardano, mentre scrivono e registrano il brano: tutto torna. “L’ho scritta come demo voce e chitarra, su quel filone. Un nostro collaboratore conosce i musicisti del giro degli Oasis, ho chiesto di farla ascoltare loro solo per un feedback. Ci siamo visti a bere una birra a Londra e la loro risposta è stata ‘Can we join in?’, possiamo suonarci? La nostra tesi è che la grandezza di un artista è proporzionale a quanto se la mena, e loro sono stati grandissimi”.
Ci sarà tempo per tornare a spopolare con qualche tormentone, che si tratti della cassa dritta di “Italodisco” o di “Un ragazzo una ragazza”: per ora, lasciamoli sognare. Non da soli.